Marianna Sirca, di Grazia Deledda, edito da Il Maestrale
Marianna Sirca
di Grazia Deledda
Edizioni Il Maestrale
Narrativa
Pagg. 272
ISBN 9788889801437
Prezzo Euro 10,00
Servi si nasce e si resta
Marianna Sirca è indubbiamente un romanzo che rientra nella corrente del verismo ed è percorso da un accentuato pessimismo che fa sì che si consideri che un'emancipazione reale non sia possibile, quando tutto sembra complottare contro il tentativo di ribellarsi alla propria condizione. La vicenda è del tutto particolare: Marianna Sirca dopo la morte di un suo ricco zio prete, che lei aveva assistito a lungo, andata nella casa di campagna per riprendere le forze, ritrova casualmente un suo servo di gioventù, Simone Sole, che si è ribellato alla sua condizione diventando un bandito. In una donna ormai fatta e che non è più una bambina l'incontro con chi si è voluto scrollare di dosso una atavica condizione provoca la nascita di un moto di simpatia, sentendosi lei stessa una serva e pertanto desiderosa di ribellarsi. Poco a poco nasce un amore, lui anche perché vede profilarsi la possibilità di una vita migliore, lei perché vede Simone come un eroe romantico. Arriveranno perfino a pensare di sposarsi, ma tutto sembra complottare contro l'unione di due anime a loro modo ribelli, tanto che finirà con lei che si unisce in matrimonio con un giovane di una famiglia ricca, i cui occhi le ricordano tanto Simone, che invece ha fatto una brutta fine.
Come si può comprendere tutto rientra nei binari della normalità, le convenzioni vengono rispettate, la ricca Marianna si sposa con un ricco, insomma pare che Grazia Deledda intenda dire che non ci si può ribellare alla propria condizione, a quella che ci accompagna dalla nascita. Ci sono troppi fattori esterni e anche interni, cioè nell'ambito familiare, che ci impongono comportamenti a cui invano cerchiamo di sfuggire.
La figura di Marianna Sirca è indubbiamente caratterizzata da un lirismo accentuato, che non si riscontra invece in Simone Sole, bandito sì, ma fondamentalmente buono, e si sa che il mondo non ha posto per i buoni.
Come al solito l'ambientazione è veramente splendida, la descrizione dei paesaggi, le atmosfere precise, tutto contribuisce a fare da sfondo a una autentica tragedia.
Personalmente avrei sperato che Marianna, anche senza Simone, continuasse a rivendicare la sua libertà, ma devo convenire che la soluzione finale rientra pienamente negli scopi del romanzo, in quella accettazione di una realtà a cui cerchiamo inutilmente di ribellarci.
Marianna Sirca non è all'altezza dello stupendo La madre, caratterizzato questo da un'analisi psicologica di grande spessore; resta tuttavia un'opera scritta da una narratrice di notevole valenza, capace, pur ambientando le sue storie nel ristretto mondo isolano, di svolgere dei temi che sono propri di tutta l'umanità.
Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936), premio Nobel per la letteratura, studiò da autodidatta ed esordi come giornalista su riviste di moda. Incrociando influssi veristi e dannunziani, scrisse romanzi e racconti dalla vena etica in cui è descritta la dura vita quotidiana dei compaesani sardi (Canne al vento, Elias Portolu, Marianna Sirca).
Renzo Montagnoli
