La casa sopra i portici, di Carlo Verdone, edito da Bompiani e recensito da Gordiano Lupi
Carlo Verdone
La
casa sopra i portici
Bompiani – Pag. 280 – Euro 18
Non so se sia più irritante
la lettura di questo libro o quella di recensioni
ossequiose scritte da tanti soloni della nostra critica letteraria. Carlo
Verdone delude
anche al cinema con il recente Posti in
piedi in Paradiso, la fiera del luogo comune e della soap opera girata con
tempi televisivi, ma fallisce del tutto nel suo primo tentativo di fare
narrativa. “Questo libro è il mio film più importante”, recita la quarta di
copertina. Lo sarà solo per chi l'ha scritto, forse, perché la sua compilazione
avrà avuto un valore terapeutico, ma non lo è certo per il lettore, a meno che non sia mosso da morbose curiosità sulla vita
privata di un personaggio famoso. La sola cosa bella del libro è il titolo: La casa sopra i portici, suggestivo, ammiccante, invoglia alla lettura, così come
aveva fatto il suo autore nel corso di un'ospitata da Fabio Fazio. Verdone ha
conosciuto un sacco di gente famosa, la sua vita è interessante, suo padre era
un uomo di grande cultura che si occupava di cinema, ma resta
il fatto che per scrivere un romanzo autobiografico bisogna saper usare
i ferri del mestiere. E Verdone sarà pure un buon comico, sarà un discreto
regista, ma proprio non possiede la tecnica del narratore. Faceva meglio a farsi scrivere il libro, sfruttando un abile editor, come fanno tanti scrittori incapaci alle prime armi
che diventano fenomeni editoriali, o come fanno tanti cantanti che si mettono
in testa di pubblicare un romanzo. La
casa sopra i portici racconta infanzia, adolescenza e prime esperienze
sentimentali di Carlo Verdone, e fin qui niente di male. Il problema è lo stile
-piatto, inconsistente, soporifero-, che ricorda la scrittura di un ragazzo abbastanza
dotato in italiano che frequenta la terza media inferiore. Italiano
involuto, periodi brevi, frasi semplici, aggettivi poco letterari, linguaggio
sciatto. Certo, non ci sono errori. Come tema meriterebbe un sei. Questo
vuole il pubblico italiano? A questo è ridotta la nostra editoria? Questi sono
i libri che la gente legge? Stiamo messi male, lasciatemelo dire. Molto peggio
di quel che credessi.
Gordiano
Lupi
www.infol.it/lupi
