Il suo
volto
Era la mezza di una notte luminosa
Come il tuo viso che mi sorrideva.
Avevamo riso quella sera di cose
Che non ricordo perché l'importante
eri tu.
Mi proponesti di uscire, di andare a
cena
In quel paese oltre il fiume che solo
tu conoscevi.
E già seduti al tavolo, fra un
cameriere
Con una torta spiaccicata in volto
E una vecchia signora dalla veletta
nera,
Dovetti alzarmi per appartarmi in
bagno.
Ritornai ed eri sparita.
Domandai e non mi fu risposto.
Corsi fuori in una notte
all'improvviso buia
Popolata da una moltitudine vociante,
Tra pianti di bimbi e risate di
adulti senza volto,
Fra cui invano cercavo il tuo.
Il paese era diventato una città di
palazzi grigi
E chiese imponenti che più non
riconoscevo.
Correvo, correvo e l'immagine del tuo
viso
Lentamente sfocava fino a perdersi
nel buio.
Fu allora che la folla sparì, che il
clamore cessò
E che solo un lento rintocco di
campana
Mi condusse con le prime luci
dell'alba
All'amaro
risveglio della realtà.
Dal letto, coperto di
sudore, nello specchio
Non vidi che il mio volto incredulo,
Non sentii altro che il freddo vuoto
di un sogno.
(dedicata ad Antonella che un giorno di ottobre
ci
ha lasciato per sempre)