In un mondo di vile opulenza,
Di
ricchezze intrise di sangue,
Di
immoralità diffusa,
Di
religioni che tacitano
Le
coscienze dei rapaci
E
che lasciano alle prede
Inutili
parole di speranza.
In
questo mondo di empietà,
Di
vittime inermi sacrificate
Sull'altare
dell'odio prezzolato,
Dimenticate
in ghetti di sporcizia,
Soffocate
dai morsi della fame,
Sfinite
dalla sofferenza di esistere,
Va
il pensiero nel giorno che trapassa,
In
quel limbo di luce che preannuncia
Le
imminenti tenebre di una notte senza fine.
A
te, piccolo innocente fanciullo
Che
succhi tracce di latte dal
Seno
avvizzito della mamma,
Conteso
già dalle mosche
Che
pregustano il banchetto.
A
te inerme vittima di uno
Dei
tanti atti di umana follia,
Sparito
nel nulla, senza sapere il perché.
Madri
che piangono la disperazione
Per
ignote fini volute per la stolta
Incapacità
di comprendere che
La
perdita anche di uno è la
Sconfitta
di tutto, è il
trionfo
Della
barbarie sulla civiltà.
A
noi, che siamo ormai usi
Ad
accettare il male come necessità dell'uomo,
L'unico
pensiero che mi passa per la mente
E'
che la vergogna ha il senso
Di
un peccato senza nessun piacere.