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  Poesie  »  Un paese tra i monti  »  Gente di paese 1 12/07/2020
 
Gente di paese 1

di Renzo Montagnoli



Lontano per anni dal mondo

quasi nascosto al progresso

tre case in croce e pochi abitanti


gente di paese verrebbe da dire

ma non pochi con tare varie

da Ernesto l’idiota che rideva

ai funerali e piangeva ai matrimoni


orecchie a sventola a cornice

di un viso glabro e con un pressochè

eterno sorriso ebete, non un mostro,

ma quasi, eppur da tutti amato


perché buono e servizievole

in quella disgrazia che dalla nascita

gli era fedele e non gradita compagna

assistito con premura dai genitori


che ancor giovane seguì nella tomba

lasciando un vuoto che non si sarebbe

sospettato e con sulla lapide scritto

Ernesto, con affetto, ci mancherai.”.


E poi c’era Giustino, il messo comunale,

gobbo da sembrare Rigoletto

un uomo semplice che con dignità

portava la sua disgrazia, da tutti amato.


Un anno, quando son tornato,

non l’ho più trovato, anche lui sulla rupe

era una notte d’inverno andato

in silenzio come solo e sempre era stato.


E poi c’era Silvio, un ragazzo bello come

un cherubino, ma che trascinava la più

corta gamba destra, sempre disponibile

al sorriso, buono e bravo, un esempio.


Ma un giorno, di ritorno per un sentiero,

la gamba buona aveva ceduto e lui

era ruzzolato a valle, morendo sfracellato.

Tutto il paese era al suo funerale e di certo


lui lieto ne sarebbe stato, a sentire il discorso

del sindaco, le parole commosse del prete,

e forse invece tutto ha udito, affacciato dal cielo

sul suo paese fra i monti, mentre correva


finalmente con le gambe buone da una nube

all’altra, da una cima al gran ghiacciaio,

e infatti sulla lapide c’è scritto un auspicio

Che tu ora possa correre per le praterie del cielo”.


Da Un paese tra i monti

 
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