Dopo
la battaglia
di
Renzo Montagnoli
Ora
è silenzio, dopo tanto clangore,
case
sventrate, muri sbrecciati,
finestre
divelte come orbite vuote
di
un insepolto che sembra cercar la luce.
Lì
vivevano tante famiglie, mamme, papà
e
bambini chiassosi, lì si leggeva, si mangiava,
si
dormiva, si faceva l’amore e anche
si
sognava un mondo migliore oggi
ancor
più lontano mentre da un tubo divelto
scende
un filo d’acqua le lacrime di una città
che
non c’è più, di strade un tempo affollate
e
invece adesso ingombre di macerie.
Un
cavo penzola da un lampione, un tram
è
accartocciato su se stesso, nel parco
solo
alberi caduti, niente è rimasto in piedi.
Passato
è il furore, il delirio di sangue,
che
tutto ha strappato, che ogni cosa ha
distrutto,
che tante vite ha privato.
Resta
solo il silenzio di un mondo ormai morto
ma
aggrappati ai quei muri avvinghiati ai tralicci
ci
sono ancora i sogni, quelli dei giochi di un bimbo,
quelli
di un bacio bramato da due innamorati,
il
pensiero di una mamma che culla il suo bambino,
sono
lì sospesi in attesa di un ritorno
sono
la speranza di un’alba di pace.
Da
La pietà
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