La
lettera d’amore
di
Renzo Montagnoli
Una
vecchia cassapanca
in
soffitta, un giorno di
pioggia,
la noia che spinge
a
curiosare, a metter le mani
su
cose antiche ed ecco allora
fra
abiti fuori moda e cappelli
sgualciti
un pacco di buste
azzurrine
strette da un nastrino
ormai
incolore che subito strappo.
Nessun
destinatario, ma dentro
ci
sono fogli che tremante apro
forse
scoprirò un lontano segreto
Amore
mio, sono in navigazione
verso
l’Africa, verso la guerra,
ti
penso sempre e ovunque ti vedo,
nelle
albe radiose sul mare,
nei
tramonti che fanno sognare,
indovino
il tuo viso nelle onde spumose,
m’illudo
che il vento mi porti la tua voce,
di
notte ti sento a me vicina.
E
poi la grafia diventa incerta, non capisco,
un
po’ l’inchiostro s’è perso,
forse
lacrime sono scivolate sulla carta
c’è
infatti una sbavatura prima di un saluto
un
ti amo più volte ripetuto che stringe
il
cuore perché ho capito chi scrive.
Lui
partì per la guerra e mai più tornò.
Il
dolore può fare anche impazzire
e
lei che l’attese invano immaginò
un’ultima
lettera, il commiato
di
chi si è tanto amato,
un
estremo saluto
solo
così arrivato.
Da
La pietà
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