Istanze e sogni
di Luigi Panzardi
Edizioni Il Filo
Poesia – raccolta
Pagg. 67
ISBN: 88-7842-596-6
Prezzo: € 12,00
Nel Poeta è sempre presente una
solitudine interiore che lo spinge a comunicare con gli altri tramite i versi. E'
un secondo io, sempre presente, ma che in momenti di particolare tensione
emotiva trova un suo sfogo guidando la mano a comporre riflessioni, urla di
sdegno, silenzi che parlano più di qualsiasi voce.
Ritroviamo questo pathos anche nella
raccolta poetica di Luigi Panzardi, caratterizzata da
una quarantina di liriche dalle tematiche più disparate, dall'osservazione
della natura alla dolorosa immagine dei diseredati.
In ogni caso è sempre presente la
consapevolezza della caducità della vita, della conclusione di un ciclo con la
morte, un evento accettato con una rassegnazione stanca.
Al di fuori di canoni stilistici ben
precisi, si può far rientrare tuttavia questo modo di poetare nel
post-ermetismo, riprendendo da quest'ultimo alcune
caratteristiche che impongono al lettore un'attenta lettura e rilettura,
onde comprendere, peraltro senza soverchie difficoltà, il senso del messaggio.
Aggiungo che c'è una costante
linearità dell'esposizione, a volte accompagnata da incisi in funzione
rafforzativa, in una stesura dal lessico non complesso, quasi comune, che non
impedisce tuttavia il raggiungimento di un'armonia semplice,
ma funzionale.
Valga un esempio per tutti quella
che, a mio parere, è la lirica più riuscita, dove il contrasto fra il desiderio
di una donna emarginata e la realtà del mondo è espresso senza enfasi, e
proprio per questo induce a una più ampia e serena riflessione.
Davanti allo specchio di una vetrina
Paralizzata,
guarda la vetrina,
gode
per la lussuria dei colori esposta.
Un
fragore di luci bianche
avvolge
il nero vestito di seta giacente,
imperlato,
come un cielo gremito di stelle.
Raspa
con le mani il vuoto della borsetta,
ha
l'animo agghiacciato dalla fame,
ha
il cuore dentro che urla stupito,
chiede
di sapere perché non può
correre
sull'azzurro del mare.
Alle
spalle il fiume gonfio e lento sta,
della
folla di uomini e macchine,
scorre
sullo schermo a due dimensioni:
una
è ricchezza, l'altra è povertà.
Ecco, in questi versi c'è tutto lo sdegno
per un mondo che accetta solo se stesso, c'è il naturale desiderio, il sogno di
una donna per un abito che non può comprare, con quella mano che inconsciamente
cerca quello che non c'è nella borsetta. Come tutti i sogni lo scontro con la
realtà impone la domanda del perché altri sì e lei no.
E la risposta è nell'ultima quartina,
con quel fiume di un'altra umanità che scorre insensibile, lasciando sulle
sponde chi non può percorrerlo.
Basterebbe questa lirica a dare
valore a una raccolta che ne presenta altre di significativo rilevo.
Luigi Panzardi è nato a
San Giorgio Lucano in provincia di Matera il 27 maggio 1942 e vive a Taranto.
Ha già pubblicato una raccolta di poesie intitolata Parole bianche.