Pulvis
et umbra
di
Antonio Manzini
Sellerio
Editore Palermo
Narrativa
Pagg.
416
ISBN
9788838936821
Prezzo
Euro 15,00
Un
uomo disperatamente solo
Antonio
Manzini è riuscito indubbiamente a creare un personaggio,
perché il vicequestore Rocco Schiavone ha una sua ben precisa
personalità, nel suo campo è un battitore libero, più
propenso ad agire tralasciando le vie gerarchiche e anche le modalità
comuni a tutti i suoi colleghi, magari con un senso della legge tutto
personale, che lo porta anche a commettere qualche reato, ma però
con una grande capacità di risolvere i casi, un pregio che
impedisce di fatto che vengano svolte indagini interne su di lui.
Questa sua autonomia, il modus operandi che gli è
proprio, una tristezza di fondo data dalla prematura scomparsa della
moglie lo portano a essere un uomo disperatamente solo, tradito anche
da colleghi e non solo nell’attività professionale, ma
anche negli affetti. Manzini, pur dotato di un’indubbia
creatività, alterna romanzi, con protagonista Rocco Schiavone,
di ottimo livello ad altri più modesti, ma per fortuna questo
Puivis et umbra rientra fra i primi, con due indagini
che vengono svolte in parallelo, ad Aosta ove si ricerca il colpevole
dell’omicidio di un transessuale, e a Roma dove in un campo dei
dintorni viene ritrovato il cadavere di un uomo sgozzato, ma con in
tasca un biglietto si cui è riportato il numero del cellulare
di Rocco Schiavone. La trama di entrambi i casi è molto bella,
ma lo conclusioni sono di quelle che lasciano con l’amaro in
bocca. Ci sono infatti indagini che non possono portare a una
soluzione, perché entrano poteri dello Stato che prevaricano
il normale corso della giustizia e ce ne sono altre che pur portando
all’arresto del colpevole fanno emergere ipotesi, non campate
in aria, di possibili tradimenti. E al povero Schiavone allora non
rimane nulla, se non la compagnia della sua Lupa e il ricordo, che
ogni tanto riaffiora, della moglie morta, con la quale instaura un
dialogo muto che per alcuni istanti lo fa sentire meno solo. Pulvis
et umbra, sì, siamo tutti polvere e ombra, si vive per
arrivare alla morte e questo Rocco Schiavone riesce a diventare un
personaggio che avvince non solo per le sue abilità
investigative, ma anche per il senso della vita, che attraverso di
lui, Antonio Manzini fa emergere. E’ così che le ombre
sono i nostri fantasmi, contro i quali lottiamo, e quando crediamo di
averli afferrati ci resta in mano solo un mucchietto di polvere.
Pulvis
et umbra è un bel romanzo, che va oltre il genere
poliziesco e che merita senz’altro di essere letto.
Antonio
Manzini (Roma,
7 agosto 1964) Attore e sceneggiatore, romano (allievo di
Camilleri all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica), ha esordito
nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò
Ammaniti per l'antologia Crimini.
Del
2005 il suo primo romanzo, Sangue
marcio (Fazi).
Con
Einaudi Stile libero ha pubblicato La
giostra dei criceti (2007).
Un
suo racconto è uscito nell'antologia Capodanno
in giallo (Sellerio
2012).
Del
2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista
Nera. Secondo
episodio della serie: La
costola di Adamo (Sellerio
2014).
Nel
2015 pubblica Non
è stagione (Sellerio), Era
di maggio (Sellerio)
e Sull'orlo
del precipizio (Sellerio).
Del 2016 è Cinque
indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio).
Altri suoi romanzi pubblicati con Sellerio
sono: 7-7-2007 (2016), Pulvis
et umbra (2017), La
giostra dei criceti (2017), L'
anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate
il vostro gioco (2018), Rien
ne va plus (2019), Ogni
riferimento è puramente casuale (2019), Gli
ultimi giorni di quiete (2020), Vecchie
conoscenze (2021)
e Le
ossa parlano (2022).
Renzo
Montagnoli
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