Come
sugli alberi le foglie
di
Gianni Biondillo
Guanda
Editore
Narrativa
Pagg.
352
ISBN
9788823516106
Prezzo
Euro 18,50
La
dura realtà della guerra
Gli
anni corrono veloci e del passato, soprattutto quello che non ci ha
visto presenti, spesso e volentieri abbiamo solo alcuni cenni, i più
importanti, i più significativi. Proprio per questo credo che
pochi sapranno che cosa sia stato il futurismo, un movimento
d’avanguardia letterario, artistico, culturale e musicale nato
in Italia nel primi anni del secolo scorso (il Manifesto Futurista è
del 1909), con cui si esaltava la tecnica, con una fiducia illimitata
nel progresso, considerando decadute le vecchie ideologie,
sbeffeggiate con l’epiteto “passatiste”; inoltre
era presente e forte l’esaltazione del dinamismo, dello spirito
guerriero, e della guerra, considerata purificatrice. E infatti fra
gli accesi sostenitori della Grande Guerra ci furono appunto i
futuristi. Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Carlo Carrà,
Giacomo Balla, Gino Severini, Luigi Russolo furono i firmatari del
manifesto e ad essi successivamente si aggiunsero altri, fra i quali
Antonio Sant’Elia, architetto, a cui si deve un manifesto
futurista dell’architettura e che, nella sua pur breve vita,
ideò una miriade di progetti avveniristici.
Non
è probabilmente un caso se Come sugli alberi le foglie,
un romanzo storico che richiama una celebre poesia di Ungaretti, sia
stato scritto da Gianni Biondillo, giallista di buon livello, ma
anche di professione architetto.
All’inizio
della lettura ho avuto l’impressione che l’autore avesse
come scopo solo il tema del futurismo, ma mi sono dovuto ricredere,
perché questa piacevole opera è soprattutto contro la
guerra; eppure sappiamo che Tommaso Filippo Marinetti e gli altri non
si sono limitati a discorsi veementi che incitavano a intraprendere
un conflitto con l’Austria, ma si sono arruolati in massa,
coerenti con la loro idea. Tuttavia le sofferenze sui campi di
battaglia, la disumanità che riduceva gli uomini a carne da
cannone, la “bella morte” che si dimostrava tutt’altro
che bella, incisero profondamente sullo spirito di questi
interventisti, che comunque si batterono con coraggio, meritando
anche medaglie al valore. Si accorsero però soprattutto
dell’estrema incertezza della vita, quella stessa incertezza
che fece scrivere a Ungaretti “Soldati” (Si sta come /
d’autunno / sugli alberi / le foglie).
Fra
tutti i personaggi spicca, perché è quasi sempre
presente, Antonio Sant’Elia, l’architetto, una figura che
diventa il protagonista principale e che cadrà in
combattimento il 10 ottobre 1916 durante un assalto nei pressi di
quota 85 di Monfalcone, vicino al cimitero in corso di costruzione
per i caduti della Brigata Arezzo, l’ultimo dei suoi tanti
progetti. Nelle linee generali il romanzo rispecchia la storia, con
un ritmo che a volte rallenta, e altre accelera, come nel caso della
cattura e conseguente esecuzione di Cesare Battisti e di Damiano
Chiesa. Inoltre è anche opportunamente inserita nella trama
una relazione amorosa che riguarda Antonio Sant’Elia, un
sentimento naturale e descritto quasi pudicamente con una vena di
poesia che non solo non guasta, ma apporta altri valori all’opera.
Come
sugli alberi le foglie mi è piaciuto, si legge
facilmente, è uno di quei libri che, senza diventare un
capolavoro, si avvicina all’eccellenza e lo fa con semplicità,
in punta di piedi, senza ricorso a stereotipi e alla non infrequente
retorica che invece si incontra sovente in molte opere in cui è
presente la guerra.
Gianni
Biondillo (Milano,
3 febbraio 1966). Architetto
e saggista scrive per il cinema e per la televisione. Fa parte della
redazione di Nazione Indiana. Ha pubblicato per l'Universale di
Architettura diretta da Bruno Zevi, Carlo
Levi e Elio Vittorini. Scritti di architettura (1997)
e Giovanni
Michelucci. Brani di città aperti a tutti (1999).
Nel
2001 ha pubblicato, per Unicopli: Pasolini.
Il corpo della città,
con un'introduzione di Vincenzo Consolo.
Il
suo primo romanzo, nel 2004 per i tipi di Guanda, è Per
cosa si uccide, "un
tributo di riconoscenza dello scrittore verso la propria città,
che viene descritta in tutte le sue molteplici sfaccettature".
Sempre
per Guanda sono usciti Con
la morte nel cuore
(2005), Per
sempre giovane (2006), Il
giovane sbirro (2007)
e nel 2008 la raccolta di saggi Metropoli
per principianti,
il saggio Manuale
di sopravvivenza del padre contemporaneo,
scritto a quattro mani con Severino Colombo, oltre all'antologia di
racconti erotici al maschile da lui curata, Pene
d'amore.
Del
2014 il racconto lungo Nelle
mani di Dio. Un'indagine dell'ispettore Ferraro (Guanda).
Nel
2015 ha pubblicato L'incanto delle
sirene. Un'indagine dell'ispettore Ferraro, nel
2016 Il
giovane sbirro e Come
sugli alberi le foglie, e
nel 2018 Il
sapore del sangue sempre
con Guanda.
Renzo
Montagnoli
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