Il
giovane sbirro
di
Gianni Biondillo
Guanda
Editore
Narrativa
Pagg.
348
ISBN
9788860880567
Prezzo
Euro 16,00
Troppa
carne al fuoco
Dopo
la lettura, veramente appagante, di Per cosa si uccide, primo
romanzo scritto da Gianni Biondillo, mi aspettavo, in tutta
sincerità, una riconferma con questo Il giovane sbirro
e invece mi sono trovato fra le mani un libro in cui gli innegabili
pregi dell’autore risultano sprecati. Che si dovesse parlare
dei precedenti dell’ispettore Michele Ferraro mi è
sembrato giusto, anche perché così è stato
possibile conoscere l’origine degli altri consueti personaggi
di contorno (la moglie Francesca, da cui si separerà, la
figlia Giulia, il simpatico e premuroso fruttivendolo Don Ciccio, i
colleghi Lanza e Comaschi), però che questo avvenisse con il
supporto di più di una indagine, anzi un bel po’ di più,
e con il ricorso frequente a salti temporali non mi è andato
giù. Sì, non l’ho gradito perché quando
leggo un libro detesto tutte quelle vicende che mi ingenerano
confusione e che tolgono il ritmo, demoliscono l’indispensabile
tensione, finiscono quasi con l’indispettire. Biondillo ha
messo troppa carne al fuoco e per complicare la cottura ha inserito
dei frequenti flashback, così che ho avuto dei momenti di
autentica confusione. Già l’inizio non è dei più
accattivanti, perché se si dice che l’incipit ha la sua
importanza, nel caso specifico mi ha fatto venire la voglia, dopo una
decina di pagine, di abbandonare la lettura; ho tuttavia proseguito e
per fortuna andando avanti le cose sono un po’ migliorate, con
dei casi che mi hanno destato interesse, inframmezzati ad altri
francamente un po’ banali, ma è solo verso la fine che
ho cominciato a ritrovare il Biondillo che mi ha così
favorevolmente impressionato con Per cosa si uccide,
un po’ troppo tardi però per poter modificare il mio
giudizio che non è certamente negativo, ma solo appena un po’
più che discreto.
Gianni
Biondillo
(Milano,
3 febbraio 1966). Architetto
e saggista scrive per il cinema e per la televisione. Fa parte della
redazione di Nazione Indiana. Ha pubblicato per l'Universale di
Architettura diretta da Bruno Zevi, Carlo
Levi e Elio Vittorini. Scritti di architettura (1997)
e Giovanni
Michelucci. Brani di città aperti a tutti (1999).
Nel
2001 ha pubblicato, per Unicopli: Pasolini.
Il corpo della città,
con un'introduzione di Vincenzo Consolo.
Il
suo primo romanzo, nel 2004 per i tipi di Guanda, è Per
cosa si uccide, "un
tributo di riconoscenza dello scrittore verso la propria città,
che viene descritta in tutte le sue molteplici sfaccettature".
Sempre
per Guanda sono usciti Con
la morte nel cuore
(2005), Per
sempre giovane (2006), Il
giovane sbirro (2007)
e nel 2008 la raccolta di saggi Metropoli
per principianti,
il saggio Manuale
di sopravvivenza del padre contemporaneo,
scritto a quattro mani con Severino Colombo, oltre all'antologia di
racconti erotici al maschile da lui curata, Pene
d'amore.
Del
2014 il racconto lungo Nelle
mani di Dio. Un'indagine dell'ispettore Ferraro (Guanda).
Nel
2015 ha pubblicato L'incanto delle
sirene. Un'indagine dell'ispettore Ferraro, nel
2016 Il
giovane sbirro e Come
sugli alberi le foglie, e
nel 2018 Il
sapore del sangue sempre
con Guanda.
Renzo
Montagnoli
|