Il vizio oscuro
dell'Occidente.
Manifesto
dell'Antimodernità.
di Massimo Fini
Marsilio Editori
Saggio storico filosofico
Pagg. 69
ISBN: 978831781756
Prezzo: € 7,00
La lettura dei
saggi storico filosofici di Massimo Fini è quanto di più facile ci possa
essere: nessuna elucubrazione complicata, nessun contorsionismo, ma una
scrittura chiara e per certi versi semplice.
In lui si apprezza una coerenza
invidiabile che si manifesta in ogni libro, con il perseguimento di un
obiettivo, con la sempre più ampia esplicitazione di
una teoria che parte da dati di fatto incontrovertibili e che giunge a indicare
una soluzione su cui molti non potranno essere d'accordo, ma che di fatto è l'unica possibile.
L'industrialismo è un mostro che
divora le esistenze, che sviluppa una società sempre più insoddisfatta e che si
regge solo su una politica di potenza e di dominio.
L'analisi può sembrare spietata, ma è
estremamente realistica, una circostanza che pone il pensiero di Fini al riparo
da critiche costruttive perché nulla avrebbero da opporre.
In questo libro si parte dal famoso
attentato alle Torri Gemelle di New York per giungere, per gradi, all'amara
constatazione che ciò che ci sembra una condizione vita perfetta non lo è
sicuramente.
La posizione egemone degli Stati
Uniti che vuole imporre ovunque la democrazia e con essa
il suo modo di vita è la cartina di tornasole che prova in modo inequivocabile
che l'attuale sistema socio economico è malato, in quanto insane sono le sue
basi.
Si vive per produrre, oltre le
proprie necessità, e quindi si inventano nuovi bisogni; questo è il frutto dell'aver
sostituito, come elemento di centralità del sistema, l'uomo con l'economia, un
macroscopico errore che ha votato l'umanità all'infelicità.
Questo meccanismo assurdo ha
comportato una serie di riflessi sulla struttura sociale, ovviamente negativi,
che in epoca preindustriale non esistevano: la disoccupazione, l'accrescimento
stratosferico della ricchezza di pochi e l'immiserimento della quasi totalità
degli abitanti del pianeta.
L'illuminismo ha invocato tanto la
libertà e l'uguaglianza, sancita a chiare lettere in tutte le costituzioni, ma
negli effetti pratici c'è chi è più libero e più uguale. Insomma, come si è
creato un processo senza freni ad incrementare la produzione, si è introdotto
un analogo meccanismo che spinge a raggiungere sempre più elevati livelli di
carriera, perché non si tratta solo di maggiore retribuzione stare su un
gradino più alto, ma è soprattutto il convincimento di poter fruire di una
condizione sociale privilegiata.
Ci si accorge quindi di non essere
uguali a chi ci sta più sopra e nemmeno a chi ci sta più sotto, ma ogni
successo di posizione che otteniamo provoca un'effimera felicità, perché subito
ci si deve attivare per salire più in alto.
Giustamente, rileva Fini, in epoca
medioevale le classi sociali erano sancite e non si poteva passare dall'una
all'altra, perché era un ordine costituito, magari con richiami fasulli al
diritto divino, ma il plebeo sapeva che la sua era una condizione che non
poteva che essere accettata. Nell'evoluto mondo attuale scoprire che,
nonostante sia sancita l'uguaglianza, questa di fatto
non esista finisce con il traumatizzare l'individuo, con il farlo sentire
vittima di un sistema che opera eternamente il Bene, ma realizza sempre il
Male.
La soluzione di un ritorno alla
società preindustriale può sembrare semplicistica e inattuabile, ma allo stato
dei fatti è l'unica via percorribile: la stessa si concretizzerà
quando il sistema collasserà, e non tanto per
opera del fondamentalismo islamico, nemico della
modernità, quanto per il fatto che le genti, frustrate, esasperate, non
crederanno più in un meccanismo perverso che ha loro tolto il piacere di vivere
e di sperare.
Il vizio oscuro dell'Occidente è un
libro da leggere in ogni caso, sia che ci si trovi in sintonia con l'autore,
sia nel caso contrario, perché la realtà che ci viene
mostrata è inoppugnabile.
Massimo Fini, di padre toscano e di madre russa, nasce sul lago di Como il
19/11/1943. Dopo la laurea in giurisprudenza e diversi lavori minori approda
nel 1970 al giornalismo, dapprima all'”Avanti”, poi al “Giorno”. Attualmente
lavora per il “Giorno”, “Il Gazzettino”, “La Nazione” e “Il Resto del Carlino”. Ha pubblicato: ‘La Ragione aveva Torto?' (Camunia 1985, ripubblicato da
Marsilio in edizione tascabile nel 2004); ‘Elogio della guerra' (Mondadori
1989 e Marsilio 1999); ‘Il Conformista'
(Mondadori 1990); ‘Nerone,
2000 anni di calunnie' (Mondadori 1993); ‘Catilina, ritratto di un uomo in rivolta' (Mondadori 1996); ‘Il denaro, "sterco del
demonio"' (Marsilio 1998); "Dizionario erotico, manuale contro la
donna a favore della femmina", (Marsilio 2000); “Nietzsche, L'apolide dell'esistenza" (Marsilio
2002), "Il vizio oscuro dell'Occidente" (Marsilio 2003) ;
"Sudditi" (Marsilio 2004); “Il ribelle dalla A alla Z” (Marsilio
2006).
Renzo Montagnoli