Tra
il Pasubio e gli altipiani
Ricordi
della Resistenza
di
Enno Donà
Museo
Storico italiano della Guerra
Storia
Pagg.
155
ISBN
9788832266412
Prezzo
Euro 10,50
La
Resistenza in Trentino
Certamente
il generale Enno Donà, uno dei superstiti della campagna di
Russia, riuscito a sopravvivere alla disastrosa ritirata, di storie
di vita ne aveva da raccontare, tanto più che dopo l’8
settembre 1943 passò alla Resistenza, con compiti di tutto
rilievo, in un ambito territoriale forse più difficile che
altrove. Infatti, dopo l’armistizio, sia la provincia di
Bolzano che quella di Trento furono annessi alla Germania nazista con
il nome di Alpenvorland e con gauleiter Franz Hofer; questo
governatore nazista, consapevole della negativa esperienza della dura
occupazione fascista della zona dopo la Grande Guerra, concesse una
parvenza di autonomia, mettendo fuori dai confini tutte le
organizzazioni fasciste, scegliendo degli amministratori moderati,
non certamente favorevoli a Mussolini, e non obbligando gli abitanti
a fare il servizio militare, purché fossero disposti a essere
arruolati nella polizia o nella Todt. Nonostante questi benefici, in
verità modesti, anche in quelle zone si manifestò la
Resistenza, frenata però dalla presenza massiccia, specie
nelle valli, della Gestapo e delle SS. Le uniche zone che più
si prestavano all’effettiva attività partigiana
risultarono quelle al confine con il Veneto, quegli altipiani ai
quali veniva in soccorso, almeno per quanto concerne i gruppi
montuosi più alti, la morfologia del territorio. Della
Resistenza in Trentino, soprattutto per quanto concerne l’alto
Garda, gli altipiani di Folgaria e Lavarone, il gruppo del Pasubio,
parla con questo libro appunto Enno Donà. Il tutto con dovizia
di particolari, in ordine alle azioni svolte e anche la feroce
repressione, che spesso tagliava la testa alle formazioni
resistenziali, come accadde il 28 giugno del 1944 a quella dell’Alto
Garda, decimata per il tradimento di uno uno degli aderenti, Fiore
Luterotti, che parlò non per timore di torture, ma per denaro,
diventando un prezioso informatore per gli sgherri nazisti.
Donà
ha un buon stile, descrive senza tanto sbilanciarsi, attenendosi
molto ai fatti e fornendo interpretazioni con moderazione .
A
chi pensa che in quelle zone la Resistenza sia stata poca cosa avrà
motivo di ricredersi e non potrà che commuoversi di fronte ai
non pochi eccidi compiuti dai tedeschi e dai fascisti, fra i quali
famoso quello del 12 agosto 1944 a Malga Zonta, con 17 fucilati,
nonché quelli avvenuti alla fine del conflitto sia in Trentino
che in Alto Adige (al riguardo assai nota è la strage di
Pedescala con un’ottantina di vittime). Senza voler essere un
agiografo non posso che restare ammirati dall’eroismo e dallo
spirito di sacrificio di questi partigiani, qualità che
emergono nettamente dalla narrazione dei vari episodi che li videro
coinvolti.
Il
libro quindi può essere considerato una vera e propria memoria
di un periodo fra i più tragici per l’Italia e anche per
questo è senz’altro meritevole di lettura.
Enno
Donà, nato a Fondo in Val di Non, e
successivamente trasferitosi a Rovereto, militare in servizio
permanente effettivo nel corpo degli Alpini, reduce della campagna di
Russia, dopo l’8 settembre 1943 aderì alla Resistenza.
Del periodo di lotta contro il nazifascismo ha scritto con Tra il
Pasubio e gli altipiani – Ricordi della Resistenza. Finita
la seconda guerra mondiale, fu per un breve periodo capo della
Questura di Trento, poi ritornò al servizio militare, che
terminò, andando in pensione, con il grado di Generale.
Renzo
Montagnoli
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