Guarda
le luci, amore mio
di
Annie Ernaux
L’orma
Editore
Narrativa
Pagg.
112
ISBN
9788831312844
Prezzo
Euro 13,00
Uno
specchio della realtà sociale
L’origine
di questo libriccino (112 pagine) è un incarico che Annie
Ernaux ha ricevuto nel 2017 dall’editore francese Seuil di un
libro per la sua collana “Raccontare la vita”. In
pratica, con un tema così vasto, c’è solo
l’imbarazzo della scelta, ma la narratrice, recente premio
Nobel per la letteratura, ha avuto un’idea originale e ha
pensato che non ci può essere miglior specchio della realtà
sociale parlando di ciò che si incontra e si vede in un grande
polo d’attrazione quale può essere l’ipermercato.
E’ così che Ernaux registra, come in un diario, le
visite che effettua in un anno al suo Auchan, a questo tempio del
consumismo in cui la gente affluisce nel corso di una giornata, gente
di tutti i tipi. C’è chi deve fare i conti con il magro
portafoglio, altri che sono attratti irresistibilmente da pseudo
sconti e acquistano assai di più di quel che sarebbe
necessario. Insomma, fra i richiami melliflui del capitalismo
commerciale si aggira una varia umanità che l’occhio
attento di Ernaux è riuscito a cogliere e che poi con la
consueta abilità ha trasferito su carta. Le visite della
scrittrice sono anche dovute alla necessità di acquistare i
prodotti per l’indispensabile alimentazione, ma non manca mai
l’ironia con cui riesce a cogliere le contraddizioni di questo
grande mercato che affascina e disorienta, che invoglia a fare
acquisti (penso che sia capitato a tutti che, entrati per acquistare
due prodotti, se ne vedano altri in offerta, altri ancora a prezzo
normale, ma che o per novità o per altro sono un richiamo
irresistibile; il risultato è che si finisce con l’arrivare
alle casse con il carrello pieno o quasi). Con così tanta
gente che vi accorre l’ipermercato sembrerebbe un luogo di
aggregazione e invece non lo è, è un posto dove chi si
sente solo acuisce questa sensazione, perché tutto è
attrezzato affinché il cliente entri, compri e paghi, senza
che ci sia la possibilità di sedersi e parlare con qualcuno,
dialoghi anonimi che invece si presentano puntuali nelle file delle
casse.
Con
questo libro Ernaux ci presenta i tanti difetti e i pochi pregi della
nostra società, non facendo sconti nemmeno per se stessa, e lo
fa con il solito garbo, con quella scrittura scorrevole, semplice, ma
anche efficacissima, che la contraddistingue. Certo non siamo ai
livelli del superlativo Una donna, ma si tratta di
un’opera piacevole in cui troveremo anche tanto di noi.
Annie
Ernaux
(Lillebonne, 1 settembre 1940) è una scrittrice francese
vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022. Di famiglia
operaia, ha vissuto fino all’adolescenza in Normandia,
mantenendo in seguito un forte legame con l’ambiente sociale
d’origine e le tematiche della differenza di classe. Ha
esordito con il romanzo Gli
armadi vuoti (Les
Armoires vides,
1974), nella tradizione del realismo sociale, cui è seguito Il
posto (La
place,
1984), ricostruzione del proprio ambiente familiare. Nei romanzi
successivi ha continuato a indagare, in un linguaggio «vero»,
che si vuole oggettivo e depurato da evasioni stilistiche o di
finzione romanzesca, i luoghi e le sensazioni della propria
autobiografia al femminile: Passione
semplice (Passion
simple,
1991), La
vita esteriore (La
vie extérieure,
2000, nt), Perdersi (Se
perdre,
2001, nt), L’uso
della foto (L’usage
de la photo,
2005, nt), L'altra
figlia (L'autre
fille, 2016). Gli
anni (Les
années,
2008), pubblicato da L'orma nel 2016, è vincitore del Premio
Strega Europeo 2016 e finalista del Premio Sinbad 2015 -
Narrativa straniera. Con L'Orma ha pubblicato Memoria
di ragazza (2017), La
vergogna (2018)
e La
donna gelata (2021).
Nel
2022 è vincitrice del Premio Nobel per la letteratura con la
seguente motivazione: "per il coraggio e l'acutezza clinica con
cui scopre le radici, le estraneità e i vincoli collettivi
della memoria personale".
Renzo
Montagnoli
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