Come
vento cucito alla terra
di
Ilaria Tuti
Edizioni
Longanesi
Narrativa
Pagg.
384
ISBN
9788830459175
Prezzo
Euro 20,00
Una
storia di ribellioni e d’amore
“L’amore
è sutura./ Sutura e non benda, sutura - non scudo /
(Oh,
non chieder difesa!),/ sutura, con cui il vento è cucito alla
terra,/ con
cui io a te sono cucita.” (Marina
Cvetaeva)
I
romanzi gialli di Ilaria Tuti con protagonista il commissario Teresa
Battaglia non mi hanno convinto, per i motivi che ho spiegato nelle
mie recensioni. Invece mi è piaciuto Fiore di roccia,
un’opera che dà giustamente risalto alle portatrici
carniche della Grande Guerra e in cui, oltre all’abnegazione di
chi rischiando la vita portava in trincea munizioni e viveri, sono
ben tratteggiate queste figure femminili che, per fame, si
sostituiscono agli uomini in un ingrato e pericoloso lavoro.
In
Come vento cucito alla terra protagoniste sono ancora
le donne, le prime lady doctors, portando alla luce una storia forse
dimenticata, vale a dire quella
del Women's
Hospital Corps (WHC),
la prima unità medica fondata da Flora Murray e Louisa Garrett
Anderson. Quindi, anche in quest’opera viene posta in risalto
la preziosa figura della donna che si rivela di grandissimo aiuto con
interventi chirurgici a militari francesi e inglesi feriti nel corso
della Grande Guerra. Queste dottoresse, autentiche suffragette, sono
esistite veramente, così come non è un’invenzione
il Women’s Hospital Corps; invece la trama, ben articolata e
anche molto avvincente, è frutto di creatività.
Il
libro è quindi una storia di donne, ma è anche una
storia di emancipazione, una tappa dell’infinito percorso,
ancor lungi dall’esser concluso, per arrivare alla parità
fra sessi diversi. Agli inizi del secolo scorso le donne potevano
anche studiare da medico e laurearsi pur fra mille difficoltà,
ma esisteva il preconcetto che il gentil sesso, per sua natura,
incline all’emozione e alla commozione, non fosse adatto a
eseguire interventi chirurgici. Il Women’s Hospital Corps
dimostrò invece che questi pregiudizi erano del tutto
infondati, preconcetti che erano radicati in qualsiasi classe
sociale, al punto che agli inizi non pochi feriti si opponevano
fermamente all’idea di essere operati da una donna. In questo
quadro generale, nell’orrore di una guerra (al riguardo le
descrizioni dei campi di battaglia sono veramente notevoli) si
innestano due storie che sembrano procedere parallele, ma che
progressivamente si avvicinano fino a incontrarsi. I protagonisti di
queste due vicende che finiscono per intersecarsi sono Cate, una
dottoressa di padre inglese e madre italiana, di famiglia benestante,
che però in pratica l’ha rinnegata, nubile con una
figlia piccola a carico, e Alexander, capitano di fanteria,
proveniente da una famiglia di alto lignaggio, ma di altrettanto alta
insensibilità. La prima soccorre Alexander nella terra di
nessuno e ricuce con notevole abilità il suo viso sfregiato da
un colpo di baionetta; Cate fa delle suture che sono degli autentici
ricami, ricami che inizieranno a fare i soldati feriti nella
convalescenza al Women’ Hospital, attività dapprima
osteggiata, perché ritenuta non virile, ma che darà i
suoi frutti allentando le tensioni da guerra, aiutando gli invalidi
ad accettare la propria sorte, insomma costituendo uno svago creativo
indispensabile per una guarigione soprattutto della mente.
Come
vento cucito
alla terra è una storia di ribellioni e d’amore, perché
ribellione è quella di Cate che reclama la dignità
femminile attraverso la parità fra uomo e donna e ribellione è
pure quella di Alexander alle convenzioni, alla rigida educazione
familiare la cui l’ubbidienza deve essere cieca; ma è
anche una storia d’amore fra loro due, una relazione che non
avrebbe potuto nascere se non avessero saputo alzare la testa e
ritrovare quella libertà innata che solo le regole non scritte
di una società rigida possono soffocare.
Non
vado oltre, perché mi pare che sia opportuno, oltre che
giusto, lasciare ai lettori la scoperta di come procederà e
finirà il romanzo.
Si
tratta indubbiamente di un’opera eccellente e pertanto la
lettura è sicuramente consigliata.
Ilaria
Tuti
è nata il 26 aprile 1976 a Gemona del Friuli, in provincia di
Udine. Ha studiato Economia. Appassionata di pittura, nel tempo
libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice.
Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il
thriller Fiori
sopra l'inferno,
edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d'esordio. Tra i
suoi libri ricordiamo anche: Ninfa
dormiente (Longanesi,
2019) e Fiore
di roccia (Longanesi,
2020). Del 2021 il romanzo La
luce della notte,
il ritorno dell'amatissima Teresa Battaglia in un romanzo di
rinascita e speranza. Sempre per Longanesi pubblica nel 2021, Figlia
della cenere e
nel 2022, Come
vento cucito alla terra.
Renzo
Montagnoli
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