Sulle
rive dei fossi
di
Ernesto Flisi
Premessa
di Silvana Luppi
Edito
in proprio
Poesia
Pagg.
62
Prezzo
Euro 10,00 (*)
(*)
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Natura
e ricordi
Si
tratta di un nuovo autore, nuovo per me, perché Ernesto Flisi
non è al suo esordio con questa raccolta che sostanzialmente
raggruppa tre sillogi tematiche (Il pentagramma della vita, Il
succedersi del tempo, Caratterizzazioni umane). Se anche gli
argomenti trattati sono diversi c’è un legame fra tutti
ed è dato da una vena crepuscolare che accompagna le poesie.
Non è tristezza, bensì qualcosa di meno gravoso, ma che
evidentemente è innato, perché è più
esatto parlare di malinconia. E questa nota mi sembra una
caratteristica degli autori rivieraschi del Po che fino ad adesso ho
esaminato, dai viadanesi Ernesto Flisi e Gabriele Oselini alla
sermidese, ormai da tempo extra muros, Daniela Raimondi, e potrei
inserirmi anch’io, visto che da più di una quarantina di
anni risiedo a Borgo Virgilio. Questa comunanza non mi sembra un
caso, perché evidentemente il fiume, il grande Po, anche se
ora è ridotto quasi a un rigagnolo, esercita un influsso su
chi è radicato sulle sue sponde, tanto è vero che ci
unisce un comune amore per la natura e per i ricordi. Sono questi
ultimi soprattutto a determinare una vena malinconica, forse per un
inconscio rimpianto di ciò che è stato (ovviamente di
bello) e che mai più ritornerà. In ordine a questo
preambolo non intendo andare oltre perché mi pare giusto
approfondire il discorso della poetica di Ernesto Flisi.
Mi
sembra un autore dall’animo mite, visti i toni pacati, mai
ridondanti e senza che sia incline a una perniciosa retorica. Quasi a
voler confermare ciò che dianzi ho esposto il rimpianto è
tangibile nei versi come nel caso di Passato (Non torneranno più
/ i fiori di questa estate. / / I sorrisi negati, / saranno, /
irrimediabilmente, / perduti. / Forse resterà / un amaro
rimpianto, o, / peggio, / un inconsapevole astio. /…). E’
vero, ci sono stagioni, quelle della vita di ognuno, che non
torneranno più e si potrà arrivare a un punto che si
rimpiangerà ciò che si avrebbe potuto fare, e non si è
fatto, e ci si lamenterà di ciò che si è fatto e
non si sarebbe dovuto fare.
Peraltro
Flisi scrive dei punti fermi della vita di ogni individuo, come la
casa e l’amore, nonché del succedersi del tempo con cui
prendiamo coscienza del nostro esistere, grazie a precisi punti di
riferimento, che possono essere, per esempio, il Capodanno (All’alba
/ si ricompone / la gelida notte, / dopo l’amara festa, a
celebrar la vita che fugge. /…)., ma soprattutto ai
Ricordi (Ricordo un’aia / in un assolato meriggio ( di
abbacinante luce / e festosi bimbi / a rimescolar, disteso, / il
granturco a seccare. /…). Come si può notare, sono
ricordi tipicamente padani e rurali, come l’aia con sopra il
mais raccolto e sgranato, di continuo rimescolato affinché si
secchi uniformemente. Per quanto ovvio poi ce ne sono altri, ma
motivi di tempo e spazio mi impediscono di parlarne, tanto più
che mi corre l’obbligo di un’ultima annotazione sulle
caratterizzazioni umane, fra le quali mi ha colpito Soffio, con
quell’accenno misurato e pacato, ma che costituisce
un’inesorabile premessa (Ci passa accanto / come soffio di
brezza / la vita / imperscrutabile, / inarrestabile, impalpabile.
/…), una poesia che è il paradigma della
malinconia, con la consapevolezza della nostra temporaneità
che ci costringe a vivere su un palcoscenico in cui siamo precari
attori che cercano di comprendere il senso della commedia prima che
cali il sipario.
La
raccolta mi sembra riuscita, sia per la struttura che rende piacevole
la lettura, sia per i contenuti che di certo non mancano, e graziose
sono anche le illustrazioni che di tanto in tanto si accompagnano ai
versi. Per un’opinione abbastanza esauriente sull’autore
invece occorrono altri testi da esaminare, ma ho la sensazione che
possano essere dell’ottimo livello di questo.
Ernesto
Flisi
è nato a Viadana, in provincia di Mantova. Ha trascorso tutta
la sua vita nella scuola, da docente e dirigente scolastico. Come
autore di versi, ha pubblicato nel 2016 “Fiori di campo”
per Book Sprint edizioni. Altre composizioni sono state pubblicate in
vari anni nei “Quaderni del caffè letterario”,
guidato da A.M. Cirigliano, editi a Mantova da Il Rio; altre ancora
in pubblicazioni sparse. Ha collaborato a diversi studi di storia
locale. Da segnalare una monografia edita nel 2019 dalla Società
Storica viadanese, intitolata “Il Commissario e l’Arciprete”,
incentrata su un forte contrasto tra l’autorità
religiosa e quella austriaca poco prima della proclamazione
dell’Indipendenza dell’Italia. Nel presente lavoro emerge
l’attenzione alle vere questioni della vita umana, che non
trovano quasi mai riscontro nelle comunicazioni di massa. Sullo
sfondo campeggia sempre l’occhio meravigliato per la campagna
padana. Sono gradite valutazioni, suggerimenti e altro all’indirizzo
flisiernesto@libero.it
Renzo
Montagnoli
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