L’anima
della frontiera
di
Matteo Righetto
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa
Pagg.
185
ISBN
9788804707622
Prezzo
Euro 11,00
Del
tutto insoddisfatto
Di
Matteo Righetto fino a ora avevo letto solo La stanza delle mele,
un romanzo in due parti, di cui la prima interessante, con la seconda
però decisamente non riuscita. E’ stato anche per questo
che ho voluto conoscere almeno un’altra opera dell’autore
e ho scelto L’anima della frontiera, il primo di
una trilogia. Purtroppo non sono rimasto soddisfatto, perché
non ho capito se questo western alpino sia stato scritto per i
ragazzi – ma allora avrebbe alcuni aspetti della trama del
tutto inidonei per quell’età -, oppure per gli adulti –
e in tal caso presenta non poche ingenuità. La vicenda di
questa ragazza che si sostituisce al padre in un’attività
di contrabbando del tabacco sta proprio poco in piedi perché
le si attribuisce una maturità che per la giovane età
non dovrebbe avere e anche un’astuzia non indifferente, salvo
poi scivolare sulla cosiddetta buccia di banana. Anche il fatto che
il genitore non sia tornato da una sua spedizione annuale e, mancando
da tre anni da casa si presume sia morto, potrebbe essere convincente
se poi invece il l’uomo non ricomparisse per miracolo a salvare
la figlia da un tentativo di violenza. L’assenza è
giustificata nel romanzo con i postumi di un ferimento e la
convalescenza trascorsa nella casa di un buon samaritano, una
soluzione che è ben poco convincente, perché si
comprende che non avrebbe potuto dare notizie di sé alla sua
famiglia se fosse stato nella foresta amazzonica, ma non a pochi
chilometri da casa. Del resto tutta la trama è incongruente e
perfino i tentativi di descrivere la natura attraversata, con i
boschi e le montagne, mancano di spontaneità, sembrano quadri
messi lì perché proprio non se ne poteva fare a meno.
Per
concludere non credo proprio che passerò alla lettura degli
altri due romanzi della trilogia, perché uno mi è
bastato e l’ho letto fino in fondo nella vana speranza che
potesse riscattarsi, cercando inutilmente qualcosa che potesse
mitigare il mio giudizio negativo.
Matteo
Righetto (Padova,
29 giugno 1972) è docente di Lettere, vive tra Padova e
Colle Santa Lucia (Dolomiti). Ha esordito con Savana
Padana (TEA,
2012), seguito dai romanzi La
pelle dell’orso (Guanda,
2013), da cui è stato tratto un film con Marco Paolini, Apri
gli occhi (TEA,
2016, vincitore del Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo)
e Dove
porta la neve (TEA,
2017). Per Mondadori ha scritto la “Trilogia della Patria”
e, insieme a Mauro Corona, il “sillabario alpino” Il
passo del vento (2019).
La sua trilogia è diventata un caso letterario internazionale
con traduzioni in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna,
Canada, Australia, Germania, Olanda. Per il teatro ha scritto Da
qui alla Luna,
prodotto dal Teatro Stabile del Veneto e portato in scena da Andrea
Pennacchi, e per il web L’anno
dei sette inverni.
Nel 2019 ha ricevuto il Premio Speciale Dolomiti UNESCO. Per
Feltrinelli ha scritto I
prati dopo di noi (2020)
e La
stanza delle mele (2022).
Renzo
Montagnoli
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