L'
amnistia Togliatti.
22
giugno 1946. Colpo di spugna sui crimini fascisti
di
Mimmo Franzinelli
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Saggistica
storica
Pagg.
381
ISBN
9788804566380
Prezzo
Euro 10,40
Una
pessima amnistia
Con
la liberazione avvenuta il 25 aprile 1945 termina la seconda guerra
mondiale, ma le catene di odio che si erano sviluppate, soprattutto
dopo l´8 settembre 1943, e la sete di vendetta di chi aveva subito
torti, era stato torturato, aveva avuto in famiglia dei morti
ammazzati dalla soldataglia della Repubblica di Salò, oppure
tedesca, reclamavano giustizia, spesso una giustizia fai da te, e
altre volte invece più formale, meno iniqua, quando i processi
avvenivano davanti ai tribunali del popolo. E´ tuttavia evidente
che in uno stato civile non era possibile tollerare questi
comportamenti, né era possibile abbandonarsi a una giustizia che
sanzionava senza regole ben precise e ispirate all´equità. Fu così
che il 22 giugno 1946 l´allora ministro della Giustizia Palmiro
Togliatti emanò l´amnistia, con lo scopo di giungere a una
pacificazione nazionale, con un colpo di spugna per i reati minori,
fermo restando il ricorso al rito processuale per i casi più gravi.
L´idea
in sé era buona, ma la messa in pratica finì per assolvere anche
individui che si erano macchiati di gravi reati, e si è trattato
quasi sempre di fascisti, mentre la più ampia severità fu usata
contro i partigiani, molti dei quali furono costretti a espatriare,
rifugiandosi per lo più nei paesi dell´Europa orientale. Si è
trattato di un risultato apparentemente inspiegabile, ma che deve
essere visto alla luce della posizione di larga parte della
magistratura, che avrebbe dovuto essere preventivamente epurata,
stante gli stretti legami con il regime fascista. Peraltro
un´operazione di pulizia fra le toghe compromesse, che erano la
maggior parte, avrebbe significato la perdita di credibilità nella
giustizia e una drammatica penuria di membri degli organi giudicanti.
Il risultato fu che ben pochi magistrati furono rimossi
dall´incarico, e ne rimasero molti altri, soprattutto nella
Cassazione, che erano pervenuti nei ruoli in quanto fedeli al regime.
La legge dell´amnistia fu redatta male, presentando dalle origini
gravissime lacune e concedendo per la sua applicazione larghissimi
margini, insomma una discrezionalità che per giudici fascisti di
lungo corso evitò di colpire anche gli autori di reati gravissimi.
Mimmo
Franzinelli ha scritto al riguardo questo interessante saggio, in cui
spiega tutte le problematiche inerenti l´applicazione di una legge
fatta francamente con i piedi.
Ulteriore
motivo di interesse è dato dall´ultimo capitolo in cui viene
effettuata la comparazione tra
le misure adottate in vari paesi per punire i criminali di guerra e i
collaborazionisti e sanare le amministrazioni pubbliche dalla
presenza di personaggi particolarmente compromessi. Ebbene, se si
guarda quanto fu fatto in Francia, Norvegia, Danimarca, Belgio,
Olanda, Lussemburgo, Austria, si può ben comprendere come solo in
Italia venne concessa completa impunità alla dirigenza fascista.
Quindi si può dire che l´amnistia Togliatti riuscì in parte a
raggiungere lo scopo di pacificazione nazionale, ma a prezzo di una
resa senza condizioni a un nemico peraltro già vinto. L´anomalia
sembra tipicamente italiana, ma del resto il nostro paese è quello
dove le anomalie sono troppe volte ricorrenti.
Da
leggere.
Mimmo
Franzinelli
(Cedegolo,
1954) studioso del fascismo e dell´Italia repubblicana, componente
del comitato scientifico dell'Istituto Nazionale per la Storia del
Movimento di Liberazione "Ferruccio Pari", è autore di
numerosi libri, fra cui: per Bollati Boringhieri, I
tentacoli dell´Ovra (1999,
premio Viareggio 2000), Rock
& servizi segreti (2010)
e Autopsia
di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della
storia (2011);
per Mondadori, L´amnistia
Togliatti (2006), Il
delitto Rosselli (2007), Beneduce.
Il finanziere di Mussolini,
con Marco Magnani (2009), Il
Piano Solo (2010), Il
prigioniero di Salò (2012), Tortura (2018);
per Rizzoli, La
sottile linea nera (2008).
Con Feltrinelli ha pubblicato: La
Provincia e l´Impero. Il giudizio americano sull´Italia di
Berlusconi,
con Alessandro Giacone (2011), Delatori.
Spie e confidenti anonimi: l´arma segreta del regime fascista (UE
2012), Il
Giro d'Italia. Dai pionieri agli anni d'oro (Feltrinelli,
2013), - per gli Annali della Fondazione Feltrinelli - Il
riformismo alla prova. Il primo governo Moro nei documenti e nelle
parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964),
con Alessandro Giacone (2013) e Fascismo
anno zero (Mondadori
2019).
Renzo
Montagnoli