Il diavolo custode
di Luigi Balocchi
Meridiano Zero
Narrativa – romanzo giallo
Pagg. 256
ISBN: 978-88-8237-142-5
Prezzo: €
14,00
Ha quasi il ritmo di una ballata
questo romanzo tutto centrato sulla figura di Sante Pollastro, per le cronache un
bandito di Novi che ha imperversato, soprattutto fra le due guerre, ma per la
realtà storica un ribelle.
Luigi Balocchi con uno stile del
tutto particolare, che ricorre con misura al dialetto, con frasi brevi,
incalzanti, riesce a fornirci un quadro completo di questa meteora dei
diseredati.
Sì, perché le gesta di quest'uomo,
indubbiamente contro la legge, sono animate da uno spirito di rivolta contro un
sistema che opprime l'individuo, negandogli quella libertà che è suo diritto di
nascita.
Sante Pollastro, il bel Santéin è anarchico senza saperlo, lo è per un istinto
naturale che lo porta quasi in un gioco-sfida con se stesso a violare leggi che
sembrano fatte apposta per consentire il predominio di alcuni uomini sugli
altri.
Ha simpatie per il movimento
anarchico, perché lo considera la testimonianza che il suo modo di condurre la
vita ha un fondamento che non lo rende dissimile da altri che si battono e
muoiono per un'ideale di libertà prima di tutto individuale.
Nel testo lo si
definisce uno stirneriano naturale, ma lui di Max Stirner forse ha solo udito il nome, perché la base
culturale per comprendere l'anarchismo non è presente. Lui è così, perché è
nato così, in ciò confermando praticamente la teoria del filosofo tedesco.
Anche gli uomini della sua banda, pur
riconoscendolo capo, appaiono come dei discepoli, soggiogati dalla sua forte
personalità, ma con l'analoga predisposizione a rifiutare vincoli imposti dalle
istituzioni, apparati creati per limitare la libertà degli uomini.
E' tutta una serie di avventure
picaresche che si susseguono nelle pagine, con l'immagine memorabile del bel Santéin che corre a perdifiato in bicicletta e spara con
mira infallibile ai lampioni, con gli assalti ai treni, con le rapine, ma anche
con le feste fra amici, con gli amori rapidi e intensi, con parte dei bottini
destinati a chi più ne ha bisogno.
Si delinea così la figura di un uomo
a metà fra Robin Hood e Don
Chisciotte, una miscela amalgamata in modo perfetto,
che ne fa un personaggio a se stante, un mito anche per le polizie italiane e
francesi che lo rincorrono, un avversario pericoloso, ma
leale.
Un concetto di vita inteso come
avventura permanente, dove forte e predominante è il vincolo dell'amicizia,
dove bravate e allegria si alternano anche alla tristezza per la morte di un
compagno.
Così, se esilarante appare il bel Santéin tutto nudo d'inverno quando
si presenta per il servizio di leva, in modo da farsi passare per matto ed
evitare quindi la certa destinazione per la fornace di morte del Carso (siamo durante la prima guerra mondiale), i ricordi
del fido Emilio, ucciso dai Regi Carabinieri in un agguato in cui lui è
scampato per miracolo, danno la misura di un uomo complesso, dotato di grande
temerarietà, di slanci impetuosi, ma anche di malinconica nostalgia.
In un ambiente descritto in modo
magistrale, con nebbie che sembrano avvolgerti, con il freddo di cui hai il
sentore, Il diavolo custode è assai
di più di un romanzo noir, di una riuscita biografia, è un intenso, vibrante, e
per certi versi struggente, canto di libertà.
Luigi
Balocchi nasce il
30 giugno 1961 a
Mortara (Pavia). Ha
collaborato in qualità di cronista di nera con vari quotidiani e settimanali
locali.
È fondatore del gruppo di ricerca linguistica "La Brasca",
volto al recupero della tradizione dialettale in chiave di proposta letteraria.
Organizza pubbliche letture del repertorio vernacolare lombardo.