I sassi
di Sacha Naspini
Casa Editrice Il Foglio
http://www.ilfoglioletterario.it/
lupi@infol.it
Narrativa – romanzo
Pagg. 160
ISBN:978 – 88 – 7606 – 159 – 2
Prezzo: €
12,00
In fondo ogni uomo è una pietra, a suo
modo. Ogni vita lo è. Le vite sono come i sassi, rotolano una accanto
all'altra, cozzano, si rompono in frammenti; e i frammenti si scontrano con
altri frammenti… Ogni vita è ricordo e possibilità di un'altra vita. Una vita
può raccontare altre vite, o esserne il riassunto. Riassunto di un'identità,
dove si capisce cosa porta qualcuno alle proprie scelte, cosa le comanda, se
davvero esiste un libero arbitrio al di là del vortice dove ogni giorno
ruotiamo di moto proprio, sulla spinta di altri moti che ci hanno toccato
prima, che ci toccheranno…
Spesso si
considerano i noir romanzi di pura evasione, ma mai si pensa di associarli ad
altri non di genere e che per qualità rientrano di diritto nella buona
letteratura.
Penso che
questa omissione dipenda dal fatto che la trama è spesso, per non dire quasi
sempre, l'elemento essenziale dell'opera, mentre altri aspetti, comunque
importanti, sono meno curati, quando addirittura trascurati.
Non è così
per I sassi, di Sacha
Naspini, che non voglio considerare un semplice noir,
pur essendo presenti tutte le caratteristiche di questo genere, in una storia
complessa che se parte lentamente poi accelera gradualmente al punto da tenere
letteralmente incollato il lettore. E del resto della vicenda non intendo
parlare, di questa storia narrata in epoche alternate e con una conclusione
degna di un maestro della penna.
Quello che
invece mi preme evidenziare è l'aspetto letterario dell'opera, perché c'è
qualità, e non poca, nelle 149 pagine di questo romanzo, aspetto tanto più rilevante ove si consideri la giovane età
dell'autore, nato nel 1976. Alla base c'è una formazione culturale di tutto
rispetto che consente di esprimere concetti non facili con apparente semplicità
e mi riferisco in particolare alla figura complessa della protagonista, intorno
alla quale è poi costruito l'intero canovaccio. Infatti
ci sono alcune pagine che definirei prioritarie per l'opera e sono quelle in
cui lei parla di se stessa al suo interlocutore, per il momento sconosciuto, e
nelle quali si delinea sapientemente la sua personalità di bimba adottata che
sa di non essere la figlia naturale dei genitori legittimi. Questo stato di
appartenenza e di non appartenenza alla famiglia che la ospita, la sua
proiezione del senso di solitudine sono pagine di autentica elevata
letteratura. L'autore ben sapeva che quella parte del libro era determinante
per reggere tutta l'impalcatura della vicenda, una sorta di fondamenta, e infatti non ha risparmiato negli elementi di sostegno, con
una caratterizzazione di pregevolissima fattura.
Mi corre
anche l'obbligo di evidenziare come l'atmosfera sia stata oggetto di attento
studio e che i risultati al riguardo raggiungano
livelli di eccellenza, nonostante le evidenti difficoltà di trattare di epoche
diverse, di più luoghi e di situazioni,
che, pur concatenate, trovano giustificazione in quanto accaduto anni prima.
La
vicenda, come ho già detto, è complessa, la protagonista e anche altri
personaggi sono complessi, perché in fondo un essere umano è l'unione di tanti
elementi, di qualità e di difetti, di atteggiamenti e di intimi convincimenti.
In questo senso Naspini ha delineato delle figure
vive, reali, che animano, quasi autonomamente dal suo creatore, l'intera trama.
Questa quasi assenza dell'autore, che riesce a essere presente senza che ci si accorga, unita alla capacità di fornire indicazioni non
elaborate degli ambienti e delle situazioni consente al lettore di avere una
visione propria, di sviluppare la sua creatività, facendolo diventare
partecipe. Non è un caso, infatti, se la lettura delle prime pagine, essenziali
propedeuticamente, è stata lenta, ma poi è tale il
senso di progressiva attenzione, quasi una crescente e ossessiva necessità di
conoscere, di scoprire, che il testo viene quasi
divorato. Non si riesce insomma a staccare gli occhi dal libro, con una fretta
e un'ansia di arrivare in fondo, a quella pagina 149
che, girata, e bianca sul retro, ci fa provare il rammarico di essere giunti al
termine.
Allora
interviene una pausa di riflessione e ci si ricorda che c'è ancora qualche cosa
da leggere, quella prefazione spesso trascurata e che
nel caso specifico porta la firma di Walter Serra. Si tratta solo di una paginetta più qualche riga, dove si trova conferma delle
sensazioni e delle emozioni, ancora vive e forti, provate durante la lettura
del romanzo. Non c'è un moto di delusione, ma si è contenti di trovare
conferma, in altra persona, del giudizio ampiamente positivo. Non è finita,
però, perché nel foglio successivo è riportata una frase di Daniele Boccardi che dà tutto il senso all'opera, qualora non fosse
stata compresa nella sua globalità:
Un bambino non è mai tutto suo padre.
Anche questo è un passo avanti
(Genetica).
Leggete
questo romanzo e capirete anche perché questa frase non è stata messa lì a
caso, tanto per giustificare una pagina in più.
Sacha Naspini è nato a
Grosseto nel 1976. Nel marzo 2006
ha pubblicato il suo romanzo d'esordio, “L'ingrato” (Editrice Effequ). Nel novembre
dello stesso anno è uscito il tascabile “Il risultato” (Magnetica
edizioni). Suoi racconti sono apparsi in varie antologie, tra cui: “Mia
figlia Chiara” nella raccolta “Cattive
storie di provincia”; “Le parole, le stelle” nella raccolta “Antologia del fantastico underground” (entrambe
edite dalle Edizioni Il Foglio). Vari riconoscimenti
letterari, tra cui: nel 2005 vincitore del premio nazionale “Canossa – Città di Bazzano”
con il racconto “La vita comincia a quarant'anni”;
segnalato al premio “Licurgo Cappelletti”
con il racconto “I ragni”; tra i vincitori del “Premio Boccardi” con il racconto “Serenity Garden”. Nel 2004 è stato finalista al
premio internazionale “Massimo Troisi” con la favola villana “Marito mio!”. In veste
di grafico ha recentemente curato l'antologia di racconti “È stata pura gioia”
(Edizioni Parole & Musica).
Nell'ottobre 2005 è uscito l'album
“…il peggio è passato (?)”, disco d'esordio dei Vaderrando
(Ethnoworld - MI). Attualmente in lavorazione il
progetto “Anomia”. Sacha Naspini, oltre che essere “la voce” del gruppo, è l'autore
di musiche e testi. Per contatti: www.vaderrando.it