Il passaggio
di Leonardo Gori
Hobby & Work
Narrativa – romanzo giallo
Pagg. 346
ISBN: 88-7133-518-X
Prezzo: € 8,00
Questo romanzo è l'ideale
continuazione del precedente Nero di
maggio.
Infatti il
teatro di scena è lo stesso (Firenze) e ritroviamo due personaggi di
particolare spessore (il capitano dei Reali Carabinieri Bruno Arcieri, ora dei
Servizi Segreti e aggregato agli alleati, e la sua fidanzata Elena Contini,
ebrea nascosta per sfuggire alle deportazioni).
Cambia, tuttavia l'epoca: ora siamo
nell'agosto del 1944 durante la battaglia per la liberazione di Firenze.
In Gori
apprezzo molto la capacità di descrivere ambienti e
situazioni con immediatezza, al punto che si ha l'impressione di
assistere a una successione di immagini in movimento, proprio come in una
pellicola cinematografica.
Avevo rilevato questa dote già in
occasione della lettura di Nero di maggio,
romanzo che mi ha notevolmente impressionato. Ebbene, ne Il passaggio,
questa capacità si è ulteriormente evoluta, direi perfezionata e sembra proprio
di vedere una città storica in pieno scontro bellico, direi che si avverte
l'atmosfera tipica di morte e di paura in una serie di quadri di grande impatto
emotivo.
La trama è imperniata intorno alla
ricerca di un autentico tesoro, quel dipinto della battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci perso irrimediabilmente per
la fretta di asciugare i colori. Sono in tanti e per diversi motivi impegnati
in questa caccia, ricca di colpi di scena e di non pochi morti ammazzati, in
una tensione che non viene mai meno dalla prima all'ultima pagina.
Certo che è naturale chiedersi come
sia possibile sperare di trovare un dipinto su muro ormai irrimediabilmente
perso, ma c'è una risposta logica e inconfutabile, pure nell'ambito della
fantasia creativa dell'autore. Al riguardo non intendo rivelare nulla, perché
mi sembra giusto che la ricerca in cui viene di fatto
coinvolto anche il lettore non gli pregiudichi il piacere di esserne partecipe.
C'è un altro elemento, peraltro innovativo,
rappresentato alla fine di ogni capitolo dalle riflessioni di un giovane
fascista, un irretito da Pavolini, che dai tetti, in
una sorta di delirio mistico e politico, spara agli alleati, ai partigiani e
anche a ignoti cittadini. La sua lucida
follia si inserisce come un tassello determinante nel mosaico degli eventi che
riguardano la città e anche la caccia di cui ho detto.
In quella sorta di soliloquio si
ritrovano tutte le caratteristiche di un regime irreale, retorico e sfrenato,
in netto contrasto con le speranze di una nuova epoca, rappresentata
dall'avvento degli alleati e dei partigiani. Eppure anche questo cecchino non è
lì per caso e nell'epilogo dell'intricata vicenda sarà determinante.
Trecentoquarantasei pagine non sono
poche, ma assicuro che si leggono quasi d'un fiato, a dimostrazione della
valenza di questo romanzo, per certi versi migliore del già eccellente Nero di maggio.
Leonardo Gori è nato a Firenze l'1 gennaio 1957. Il suo romanzo d'esordio, nel 2000, è stato Nero
di Maggio. A seguire ha pubblicato: nel 2002 “I delitti del Mondo Nuovo” e “Il
passaggio”, nel 2003 “La finale”, nel 2004 “Lo specchio nero”, nel 2005
“L'angelo del fango”, con cui ha vinto il Premio Scerbanenco
nell'ambito del Noir in Festival di Courmayeur, nel 2006, insieme a Franco
Cardini, “ Il fiore d'oro “, nel 2007 “Le ossa di Dio”.