Giacomo guardava il paesaggio attraverso il
finestrino del treno. Quanto tempo era che mancava dal suo paese, quanti anni;
forse tutto era cambiato, forse non lo avrebbe riconosciuto o, forse, era
rimasto come ai tempi della sua gioventù, con il bar della Lilia sotto i
portici, l'odore del caffè, il fumo delle sigarette, il biliardo nell'altra
sala.
Arrivò e la stazione era la stessa con le pensiline
annerite dalla fuliggine e i marciapiedi sbrecciati.
Messi i piedi a terra, non gli sembrava vero: era
tornato.
S'avviò, volgendosi intorno, ma i radi passanti non
lo riconoscevano: troppo giovani o forestieri.
Ecco i portici, in fondo ai quali ci sarebbe dovuto essere il bar della Lilia; si sporse,
accelerò il passo e il bar c'era ancora. Entrò e si avvicinò al banco, diverso
da quello originario.
“Un caffè macchiato, per favore.”
“Subito” gli rispose la commessa.
“Scusi, dov'è Lilia?”
“E chi è Lilia?”
Un vecchio si alzò dal tavolo” La Lilia è morta
diversi anni fa”
“E suo marito Luigi?”
“Morto pure lui, ma, mi scusi, mi sembra di
conoscerla, certo, più vecchio, con i capelli grigi, assai smagrito, ma lei non
è Giacomo? Io sono Piero, il figlio del sagrestano”
“Piero, ah, quante partite a biliardo insieme,
quante steccate; sì, sono Giacomo; vieni vicino a me, raccontami un po' di
quello che è rimasto della nostra gioventù.”
“Francesco e Giovanni, i nostri avversari a
biliardo, se ne sono andati da parecchio tempo, andati definitivamente; li puoi
trovare al cimitero; Sergio, il figlio del dottore, ha sposato una belga ed è
andato a vivere in quel paese; Riccardo aveva fatto fortuna come avvocato, ma
l'anno scorso un infarto e anche lui non c'è più; è un paese di morti, Giacomo,
c'è più gente al cimitero; ah, la Cinzia è viva, vedova, con tre figli, ma viva; scusa se te lo dico, ma so che avevi una
certa simpatia; e tu?”
“Sono venuto a morire in un paese di morti, beh,
più che a morire, a cercare il mio passato; Cinzia dove abita?”
“A neppure cinquanta metri dal bar; se vai a casa
sua, di certo la trovi”.
Giacomo pagò e uscì; gli
tremavano le gambe al solo pensiero di rivedere Cinzia; quanto la aveva amata;
lei se n'era accorta, ma aveva preferito Riccardo, il suo primo ed unico amore.
Arrivò davanti all'abitazione e stava per suonare
il campanello quando una donna gli si affiancò ed
infilò la chiave nella serratura. Giacomo si volse; i lunghi capelli biondi si
erano imbiancati, il corpo esile si era leggermente appesantito, ma la
riconobbe. “Cinzia!” “Giacomo” Fu un abbraccio spontaneo, poi entrarono in
casa.
“Giacomo, quanto tempo! Sei sempre tu, forse ancora
meglio.”
“ Sei meglio tu, sei come il vino, più il tempo
scorre, più migliori.”
“Lo sai che sono vedova?”
“ Sì, me l'ha detto Piero”
“ Non posso crederci, davanti a me c'è Giacomo,
l'uomo che di più mi ha amato in vita sua.”
“E che ancora ti ama.”
“Hai intenzione di fermarti? Resti a cena questa
sera? Se vuoi c'è anche posto da dormire.”
“No, è una visita breve; riprendo il treno delle 16.”
“Scusa se insisto, ma ci sono tante cose da dire,
tanto da raccontarci; ah, ti sei sposato?”
“Sì, ma ho divorziato anni fa; non andavamo
d'accordo, eravamo troppo diversi.”
“Allora, ho qualche speranza?”
Giacomo guardò il pavimento, poi lentamente “No,
c'è già un'altra donna.”
“Definitivamente?”
“Penso proprio di sì.”
“C'è sempre la possibilità che tu ci ripensi; ti
aspetterò.”
“Sì, c'è sempre questa
possibilità.” si alzò e si avviò verso la porta, ma
poi, voltatosi all'improvviso, l'abbracciò e appoggiò le labbra sulle sue. Fu
un bacio breve, ma intenso e Giacomo quasi corse fuori
verso la stazione, anche se era in anticipo.
Attese il treno, che arrivò, strano a dirsi, in
orario.
Iniziò il viaggio di ritorno; Giacomo guardava il
paesaggio, i lunghi filari di pioppi, i campi di mais, le mandrie al pascolo e
i suoi occhi erano pieni di lacrime.
Si asciugò con il fazzoletto e si mise a pensare; aveva
mentito, non c'era un'altra donna, e oggi come tanto tempo fa gli era mancato
il coraggio di confessare il suo amore, di esternare pienamente i suoi
sentimenti; era una sorta di amore il suo che si concretizzava solo nell'amare
in silenzio, un amore sterile, un atto individuale.
Si morse le nocche delle dita; ancora una volta
aveva rinunciato.
Non era possibile che il suo amore consistesse solo
nella gioia di provare interesse per un'altra donna; si prese il capo fra le
mani, se lo scrollò e si disse “Basta, ora o mai più.”
Il treno fermò in una stazione intermedia e scese
solo un passeggero.
“A che ora il prossimo in senso inverso?”
“ Fra mezz'ora” rispose il capostazione.
“Lo attendo anche se
dovesse arrivare fra ventiquattro ore” si disse Giacomo.