"ARTE: FARE DEL PARTICOLARE UN FRAMMENTO DI
UNIVERSALE RIFLESSIONE DI BELLEZZA E GODIMENTO"
Ho aderito con
convinzione al Il Bandolo Manifesto Culturale per le motivazioni espresse che
sono anche le linee teoriche di un percorso culturale multiforme il cui approdo
dovrebbe essere l'affermazione dell'arte in genere come nuovo elemento
dialettico con il reale, sgombro dalle sovrastrutture e dai tanti vincoli che
deturpano e avviliscono la creatività favorendo esclusivamente le leggi del
marketing. Ovviamente il discorso è complesso, ma è già una buona partenza di
intenti ritenere che l'arte debba essere considerata una forma di servizio, ma
non stare al servizio di niente e di nessuno, pena la libertà di espressione.
Non siamo alla corte di sovrani, non riceviamo commissioni artistiche
particolarmente restrittive, non consideriamo l'arte una forma di elite
sociale, al contrario una forma di umanesimo che, pur non potendo prescindere
dai dati reali, sappia elevarsi a livelli di sensibilità particolare che
affondi lo sguardo ampio e attento sulla vita concreta e sulle dinamiche dello
spirito per fare del particolare un frammento di universale riflessione
bellezza e godimento. Quello che si è perso è propria la dimensione dell'umano
inteso come fragilità, insicurezza, sofferenza, bisogno l'uno dell'altro, che
se da una parte sono causa di dolore, dall'altra temprano e fortificano anche
attraverso gli insuccessi e le cadute. "Com'è bello l'uomo quando è
uomo" soleva recitare Menandro! Oggi, invece, in
nome dell'efficientismo, delle sicurezze sbandierate, del trionfo del
marketing, tutto viene pianificato dal danaro, sicchè
la creatività, di per sè attitudine che si esplica e
opera nella libertà, ne rimane soffocata. Ma che importa: assieme ai prodotti
artificialmente costruiti e propinati, dai cibi alle bevande, al vestiario ecc ecc anche il far poesia o letteratura in genere si è
adeguato all'artificiosità. Mettere in piedi costruzioni formali di precario
equilibrio, dato che manca la robustezza del pensiero, è diventato più
ricorrente che fare le parole crociate.L'editoria, in
crisi come tutti gli altri settori della società, cerca di porre rimedio come
può: si serve di specchietti delle allodole. Ben venga allora l'opera educativa
degli artisti che cercano il contatto col pubblico ma non per sfilate di opere
personali (un po' lo sono le presentazioni o le mostre!), ma per avere un
confronto, per esporre alla sensibilità altrui il frutto della propria
sensibilità, della ricerca, dell'indagine che abbia per materia un comune
terreno di domande irrisolte, di riflessioni sul vivere quotidiano che sfugge
alla grande Storia, ma costituiscono la storia di ciascuno di noi. Occorre
tuttavia rigore, serietà, onestà intellettuale che spingano a scrivere
(immagino anche a dipingere o altro) solo per "necessità", per
ineluttabilità, quando lo scrivere è una spinta interiore a cui non ci si può
sottrarre, azione questa che richiede onestà perchè
se è vero che "ciascuno è poeta da parte di un altro" (Callimaco), l'originalità non va sacrificata, perchè risulta essere creatività fresca, viva, capace di
volare alto, di ricrearsi in fieri e produrre lo stesso effetto creativo in chi
legge e in chi ascolta. Solo così l'arte produce bellezza e utilità.
Bisognerebbe però crederci e essere coerenti nei propositi, negli obiettivi,
nelle modalità prescelte per realizzare tutto ciò, altrimenti "Quis custodiet ipsos custodes?". Altrimenti
sarebbe come giocare alle signore (uno dei giochi preferiti dalle bambine nella
mia fanciullezza). Un augurio affettuoso a tutti.
Adriana Pedicini
giovedì
29 maggio 2014
MANIFESTO CULTURALE "IL BANDOLO" AL POLMONE
PULSANTE
Il 28 maggio, ore 19 e pochi
spiccioli, presso il Polmone Pulsante (salita del Grillo 21, Roma), Franco
Campegiani, Marco Mastrilli
e Claudio Fiorentini, hanno dato vita al Manifesto "IL
BANDOLO".
L'intenzione, con questa operazione, è di contrastare la
"dispersione" che oggi caratterizza il sistema della promozione
artistica.
La cronaca
Ieri si è svolta una serata esplosiva al Polmone
Pulsante; critici ed eruditi hanno dato vita a un dibattito folgorante e
difficile. Dibattito di un livello culturale veramente elevato. Si possono
dichiarare veramente contenti gli audaci iniziatori di un manifesto artistico
di tale portata; e soprattutto Claudio Fiorentini, Marco Mastrilli
e Franco Campegiani per essere stati la fiamma
che ha acceso la miccia; importante ora dare seguito ad un'opera di così alto
profilo novativo che avrà senz'altro voce nella
cultura artistica a venire, nella storia letteraria del secolo. I commenti più
importanti sono venuti da Angelo Sagnelli, Michele
Bianchi, Ettore Giaccaglia e da altri personaggi del
panorama culturale attuale. Se da una parte Sagnelli
si è soffermato sul fatto che a questo Manifesto manca qualcosa di fattivo,
rimanendo quindi una dichiarazione di intenti, dall'altra parte Giaccaglia ha sposato interamente il contenuto, anche
perché lui è a capo di una fondazione (Mecenate Italia) che lavora proprio nella
direzione descritta. La discussione si è protratta per quasi tre ore. Ma gli
argomenti erano ti tale interesse che si sarebbe potuta prolungare ben oltre.
Questa la confessione schietta di Claudio Fiorentini: "Insomma, credo di
essere entrato nella gabbia dei leoni, senza aver studiato da domatore...
la prossima volta reagirò con forza, usando il candore, che mi
caratterizza". E quella di Franco Campegiani: "Il folto pubblico di addetti ai lavori
(artisti, letterati e critici), molti dei quali membri della sezione romana del
Circolo Culturale I.P.LA.C (Insieme per la Cultura),
diffuso su scala nazionale, che in qualche modo ha costituito l'alveo in cui
l'iniziativa è nata, ha incentrato la conversazione intorno al nucleo ideale
che il manifesto intende portare avanti: quello dell'arte come
"vocazione", idea destinata a creare una ferita profonda nell'odierno
tessuto culturale dominato dall'idea diametralmente opposta dell'arte come puro
e semplice professionismo. Non per denigrare il professionismo (ci mancherebbe
altro!), ma per dire con forza che esso è ininfluente ai fini della
creatività".
QUESTO IL DOCUMENTO CON I FIRMATARI
MANIFESTO
CULTURALE
IL
BANDOLO
L'arte nasce da un dialogo interiore per diventare pensiero in movimento
che genera cambiamento. Noi prendiamo parte a questa dinamica diventando i
consapevoli tessitori di una tela che sappia restituire dignità e libertà ad
una cultura impantanata nel narcisismo, nella consorteria e
nell'autocelebrazione.
Nostri valori sono il risveglio creativo, l'autenticità, il coinvolgimento
e l'aggregazione, nel desiderio di infrangere le barriere e gli schemi che
ingabbiano i circuiti culturali e artistici, ammorbati dall'arrivismo e da un
erroneo concetto del professionismo culturale. L'arte è innanzitutto vocazione.
Nostro intento è sostenere e promuovere iniziative che diano nuovo vigore e
slancio al lavoro creativo, facendo sviluppare le idee che sgorgano da ogni
gesto culturale in una verità che sia lontana da qualsiasi mistificazione.
Vogliamo coltivare un pensiero che faccia germogliare valori universali
autentici nel fascinoso ma purtroppo arido mondo contemporaneo.
Dove l'arte si aggrega, c'è un messaggio di pace.
Oggi assistiamo al triste
spettacolo della dispersione delle manifestazioni culturali e artistiche, a
causa del narcisismo dell'artista e della malaugurata mentalità di curare il
proprio orticello e di non arricchirsi del lavoro di squadra. Ciò di cui è
carente la cultura contemporanea è il senso della Comunità, del vivere insieme,
della partecipazione, a dispetto dell'estensione abnorme della comunicazione e
dei suoi orizzonti.
Tutto si esplica a livello
superficiale e questa dispersione limita la conoscenza. Più che divulgare il
pensiero che fermenta tra di noi, si divulga il pensiero contenuto in prodotti
commerciali. Raramente si divulga la nuova arte, che esiste, ma è neutralizzata
da questo bieco sistema che crea sempre maggiore dispersione e non sostiene
l'opera nel suo essere strumento di comunicazione.
E' facile neutralizzare l'arte: basta uno specchio per allodole! I mezzi di
diffusione dell'arte difficilmente sono altro che ricettacoli di narcisismo, e
troppo spesso gli spazi di diffusione sono riservati a chi paga più che a chi
merita. È facile soddisfare l'ego, la voglia di emergere, di far
sentire la propria voce. Per questo le opere di qualità nuotano in un pasticcio
di mediocrità che le rende invisibili. Pagando si ottiene un servizio atto a
soddisfare l'autore, e non un servizio di diffusione dell'opera artistica.
È difficile promuovere prodotti artistici, per farlo ci vuole coraggio. Gli
operatori debbono proporre valori: il valore della scoperta, il valore della
diffusione, il valore della cura del prodotto, il valore dell'incontro e il
valore dell'aggregazione. Che sia un editore, un libraio, un salotto culturale,
una galleria d'arte, un teatro, un premio letterario…
tutto quello a cui noi artisti ci rivolgiamo deve proporre valore, non deve
essere un semplice specchio di Narciso.
Il peggior nemico dell'artista è l'ego, e sarebbe ingenuo pensare che
sostituire l'Io con il Noi possa essere sufficiente per raggiungere
l'universalità, da non intendersi, questa, in senso meramente globalizzante ed
estensivo. Superare l'individualismo è possibile riconoscendo e abbracciando il
livello più profondo della soggettività. Un conto è l'Ego, un conto è il
Sé.
Il mondo contemporaneo è devastato da un improprio ed arido concetto
aggregativo che spinge a vivere con superficialità. L'omologazione è il sintomo
dell'assenza di profondità. Bisogna tacitare pertanto quell'erronea
propaganda che subdolamente spinge a fraintendere lo scavo interiore, la
ricerca di se stessi, l'autoanalisi, etichettandola come intimismo, come
esclusione dell'altro, come ripiegamento dell'ego su se stesso.
È fondamentale che l'individuo inizi a pensare a se stesso non più
come a una monade, ma come a una comunità. L'arte è comunione, è scambio, è
dialogo che avviene nel profondo. E' là che risiedono i valori universali,
mentre si tende a confondere l'universale con il pubblico consenso. L'arte non
parla a tutti, massificandoli, ma parla al cuore di ognuno. Non è un messaggio
politico o pubblicitario, ma una rivelazione del senso, o di un senso, della
vita. Essa si rivolge realmente all'altro, nella consapevolezza che l'altro
è prima di tutto una dimensione coscienziale di sé.
Se la disgregazione è il risultato di un becero sistema che governa il
mondo dell'arte, allora quantomeno bisogna cercare l'aggregazione, cercare la
coesione, cercare di unire in uno, o vari bacini, i creativi che vogliono
uscire dallo schema solito della divulgazione dell'arte e della cultura
contemporanee. Il tutto nel tentativo di orientare i gusti di un pubblico
sempre più vasto verso un prodotto culturale di maggiore qualità.
Con l'aggregazione, la condivisione, l'unione e lo scambio di opinioni,
potremo dare all'arte la sua giusta dimensione e sopperire alle gravi mancanze
di questo sistema. Il potere è come noi lo vogliamo, perché il danaro è al
servizio della mente e non è vero il contrario. Sta dunque a noi -
individualmente a ciascuno di noi - tentare di cambiare direzione, e gli
spiriti creativi hanno in questo una grande responsabilità.
Le arti sono palestre di pensiero, laboratori di creatività, e come tali
dobbiamo trattarle.
Claudio Fiorentini
Franco Campegiani
Maria Rizzi
Nazario Pardini
Andrea Mariotti
Marco Mastrilli
Loredana D'Alfonso
Patrizio De Magistris
Valeria Bellobono
Pio Ciuffarella
Massimo Chiacchiararelli
Sandro Angelucci
Laila Scorcelletti
Ninnj Di Stefano Busà
Associazione
Culturale Polmone Pulsante
Roberto Guerrini
Deborah Coron
Simona Simoncioli
Sonia Giovannetti
Roberto De Luca
Luca Giordano
Paolo Buzzacconi
Gabriella Di
Francesco
Fabrizia Sgarra
Roberto Mestrone
Angiolina Bosco
Pasquale Balestriere
Umberto Cerio
Umberto Vicaretti
Francesco Dettori
Claudine Jolliet
Andrea Marchetti
Valentina Vinogradova
Stefania Catallo
Mauro Montacchiesi
Patrizia Bruggi
Diego
Romeo
Alberto Canfora
Camilla Migliori
Angelo Sagnelli
Patrizia Stefanelli
Ester Cecere
Orsola Fortunati
Adriana Pedicini
Giovanna Repetto
Alfonso Angrisani
Concezio Salvi
Lorella Crivellaro
Maurizio Navarra
Aurora De Luca
Emilio Anselmi
Mario Prontera
Angelo
Mancini
Gianpaolo Berto
Dario Pontuale
Umberto Messia