Una storia ignobile
di Renzo Montagnoli
Ogni tanto i loro nomi tornano alla ribalta
della cronaca. Salvatore Girone e
Massimiliano Latorre sono i due marò incolpati dall'India
di avere ucciso a raffiche di mitra due loro pescatori. È un fatto che non é accaduto ieri, bensì nel
febbraio del 2012 e quindi sono già trascorsi quasi tre anni senza che si sia
arrivati a una conclusione. Il governo indiano la tira per le lunghe e anche
quello italiano, ma resta il fatto che questa incredibile storia appare ancora
ben lungi da arrivare a una soluzione definitiva. Ci sono contatti politici,
abboccamenti, ma tutto é ancora in alto mare, proprio come quel 15 febbraio in
cui avvenne il fattaccio. A rigor di logica non sarebbe tanto difficile
chiudere la pratica, perché o i marò sono colpevoli, e allora si tratta solo di
determinare quale è il tribunale competente a giudicarli (italiano, indiano o
internazionale). Oppure sono innocenti e allora qualsiasi governo che abbia un
po' di spina dorsale direbbe all'India: “Cari miei, i due marò non sono
colpevoli e queste sono le prove. Pertanto ritira le accuse, oppure veniamo a
prenderli noi, con la nostra flotta.”.
È evidente che da noi non c'è la spina
dorsale, e non potrebbe essere altrimenti, stante la scarsa materia grigia,
oppure si cerca di uscire nel miglior modo da una situazione incresciosa in cui
ci avrebbero messo Girone e Latorre, se supposti colpevoli.
In ogni caso tutta la vicenda è stata gestita male, da dilettanti, da
atteggiamenti a parole forti, ma a fatti deboli, il che ingenera nell'osservatore
attento il sospetto che nelle accuse indiane ci sia qualcosa di vero e che per
eccesso di zelo si sia sparato su degli innocui pescatori scambiati
frettolosamente per pirati. Gli errori si pagano, prima o poi, e l'errore base
di questa scorta alle navi è stato commesso dall'allora ministro della difesa
Ignazio La Russa che, per farsi bello, ha imposto sui bastimenti in rotta per
quelle acque i nostri militari, anziché i contractors
come invece utilizzati dagli altri stati. Sì, perché sarebbe stato diverso se a
sparare fossero stati due civili, enormemente diverso, perché non sarebbe stato
chiamato in causa lo Stato italiano. Poi da errore nasce errore, con tutti
questi tira e molla, che non rendono giustizia, né fanno onore all'Italia che,
fra i tanti sbagli, ha commesso anche quello di elargire una grossa somma ai
familiari delle vittime, una sorta di risarcimento che in genere pratica il
colpevole per avere un po' di clemenza.