La perdita di un prezioso amico e collaboratore
di
Renzo Montagnoli
Sono venuto a
sapere, grazie a una collaboratrice, dell'avvenuta scomparsa di Pietro Zerella, che partecipava attivamente ad Arteinsieme,
con racconti e soprattutto saggi storici, fin dal luglio 2009. Era molto malato
da tempo, soprattutto soffriva di disturbi cardiaci e penso che alla fine il
suo cuore generoso abbia ceduto. Era una persona appassionata di storia e al
riguardo il suo paese, San Leucio del Sannio, molto gli deve, in quanto ne ha scritto spesso. Già
Ispettore della Polizia di Stato, in pensione aveva trovato il tempo che gli
era sempre mancato per le sue ricerche e per poter scrivere. Così ha anche
pubblicato numerosi romanzi storici, come Il
sole dei lupi, L'altra faccia
dell'Unità d'Italia 1860 – 1862, di cui potete trovare le mie recensioni
nell'apposita sezione e Il foulard della
regina, di cui si parla nella sezione Letteratura. Dal Marzo del corrente anno è iniziata la
pubblicazione a puntate (Sezione Letteratura) della sua ultima opera, Alle radici del brigantaggio, volta a
spiegare chiaramente questo fenomeno nato con l'unità d'Italia. La XXVI puntata è presente nell'aggiornamento
del 12 dicembre e mai e poi mai potevo pensare che sarebbe stata l'ultima,
perché è evidente che con la sua scomparsa cessano queste pubblicazioni,
benché, come mi aveva riferito, ne avesse previste diverse altre.
Come narratore
aveva uno stile semplice, ma efficace e la passione per i suoi personaggi
traboccava rendendoli vivi e coinvolgenti; come storico si trasformava, con una
prosa meticolosa e precisa in cui riusciva tuttavia a rendere interessante e
gradevole una materia che per sua natura lascia ben poco spazio alla
creatività.
Mi mancherà, ci
mancherà, ma di lui restano i suoi scritti a perenne memoria.
Ho per le mani
un suo racconto intonso, che mi aveva inviato, in ritardo, per il Natale dello
scorso anno, intitolato appunto Natale
2013, in cui il babbo era proprio lui, con i suoi problemi di salute, e ho deciso di metterlo in questo
aggiornamento, perché è come se fosse l'ultimo saluto, il commiato di un caro
amico.