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  Editoriali  »  Libertà senza rispetto e regole non può esistere, di Lorenzo Russo 31/01/2015
 

Libertà senza rispetto e regole non può esistere

di Lorenzo Russo

 

 

Ma scherziamo?

Libertà d'espressione, si sente scandire nelle direzioni dei giornali, in difesa delle caricature di Edbo!

Ma certo, perché no, tanto ciò che è illustrato non è che cinismo su valori e concetti difesi da altri, un divertirsi a costo di chi crede ancora in qualcosa che non sia banale, superficiale.

Così, però non è. Ogni parola, ogni disegno riportato su un giornale può essere provocativo nelle menti di chi vive in una cultura profondamente differente e rigida nella sua interpretazione.

Una religione può essere ritenuta falsa, può indurre a compiere atti criminali, ma offendere chi è nato con essa, da non poter pensarla diversamente, va rispettato e non offeso.

Se l'occidente fosse veramente la patria della libertà d'espressione dovrebbe anche capire che essa richiede serietà d'intenti, formazione attraverso scambi di opinioni nel rispetto della persona che la pensa diversamente.

Non proprio lontani sono gli episodi di eliminazione di persone che la pensavano diversamente, per cui si dovrebbe aver già imparato che nell'offesa si nasconde sempre la volontà di derisione ed infine di oppressione.

Deridere ed opprimere chi si ritiene incolto, retrivo, è un atteggiamento ambivalente, perché oltre a voler dimostrare la superiorità del proprio credo e cultura nasconde la volontà di umiliarlo, invece aiutarlo ad emanciparsi e diventare un concorrente utile alla costruzione di una società mondiale serena e pacifica.

Si dovrebbe tener sempre presente che i sentimenti religiosi sono il fondamento della vita del credente, soprattutto quando si trova in condizioni di subordinazione e povertà.

Il credente che abbia deciso di seguirli agisce sempre in conformità alla interpretazione che ha dato loro.

Offenderli è ridicolizzare la sua personalità, fino a spingerla alla reazione, per cui non ci deve meravigliare il sorgere di gruppi terroristici che nel nome del loro Dio praticano vendetta e distruzione.

Che cosa ha l'occidente da offrire loro ad eccezione di una vita mondana, frivola e superficiale, perché fondata sul consumo illimitato di beni per mantenere in vita un sistema economico irrazionale, in quanto privo dello spirito della salvezza da anteporre alla materia irrompente e distruttrice?

Chiunque abbia scelto la via della congiunzione equiparata della materia con lo spirito non può adattarsi al sistema di vita imposto dall'Occidente.

Di fatto la cultura occidentale è diventata decadente proprio a causa dell'abuso della libertà, per cui necessita di nuovi impulsi rigeneratori.

Da qui noto l'utilità del confronto con le altre religioni, nelle quali le forze spirituali mantengono ancora il controllo su quelle materiali.

Ne risulta l'agire della forza della sopravvivenza, che unisce e separa secondo la necessità, dando luogo a un moto continuo, causato, a mio parere, dall'immaturità dell'uomo e dalle condizioni ambientali nelle quali è costretto a sottostare.

Niente è allora senza scopo, in quanto tutto serve a mantenere in atto questo mondo.

Mi auguro che l'Occidente, in primo luogo gli USA, capisca che con la forza non si genera che rivendicazione e distruzione, come dimostrano le azioni terroristiche dei fanatici di Allah.

Ma mi sembra più facile diffondere questo concetto di coesistenza nella massa, che nelle teste di chi ci governa.

Troppo sottomessa è la classe politica a quella economica, da non avere il coraggio di avviare le necessarie riforme economiche che tengano conto delle vere necessità dei popoli, che sono: istruzione e lavoro, diritti e obblighi equiparati, serietà d'intenti e responsabilità, eliminando quelle forme di superfluo che danneggiano il carattere e l'ambiente.

La protesta popolare parigina, alla quale hanno partecipato i maggiori politici europei, è una buona dimostrazione di solidarietà di fronte alle azioni di terrorismo in atto, ma è una nuova dimostrazione di ipocrisia se ad essa non subentrerà una nuova politica estera con gli stati islamici che tenda a una migliore e chiara cooperazione pacifica economica e culturale.

Qui bisogna tener conto che l'attuale benessere europeo è anche frutto della politica estera di conquista e sfruttamento attuata nei secoli scorsi, che certamente ha creato l'attuale esistente incomprensione ed avversione tra le religioni e i popoli connessi.

Se è certo che un sistema politico e religioso intransigente non aiuta l'uomo ad emanciparsi e progredire, è altrettanto vero che una eccessiva libertà lo danneggia fino a farlo degenerare.

Una via di mezzo sarebbe l'osservanza di regole elementari che garantiscano l'unità e la pace nella società.

Poche, ma efficaci e da rispettare, come appunto il divieto di compiere azioni che offendano il credo del prossimo.

Le punizioni nel caso di trasgressione dovrebbero essere severe e significative.

Mi è chiaro che più libertà richiede maggiore senso di responsabilità e quindi maturità, perché essa non è un dono ma una conquista intellettuale e di coscienza che sono sempre da testimoniare.

Come deve essere la società per guadagnarsi la libertà?

In primo luogo deve essere seria e responsabile del suo intendere ed agire.

E qui deve comprendere di non essere sola in questo mondo, di dover convivere con altre società appartenenti a culture e religioni differenti.

Cultura e religione sono entità identificative difficili da mantenere separate, in quanto entrambe formano la società in modo molto determinante.

Meno sviluppato è un paese e maggiormente è la religione a determinare le sue condizioni di vita, se non altro per mantenere la sua unità e quindi capacità di sopravvivere.

Nell'attuale Europa noto la mancanza di una politica unitaria e identificativa per i suoi popoli.

Una politica che infonda loro fiducia e che quindi non sia esercitata unicamente per gli interessi delle banche, delle imprese e della classe politica.

Questo lo capiscono i popoli europei, in quanto sono ereditari di secoli di conflitti e discriminazioni.

Grazie al senso di libertà conquistata, non si lasceranno manovrare da una classe politica incapace a difendere i loro diritti.

Sinceramente temo per il futuro di questo mondo, temo l'arroganza del capitalismo, perché troppo preso dall'accumulare profitti e ricchezze, per raggiungere i quali si serve della massa che viene così sfruttata..

Temo il comunismo, in quanto non realizzabile per incapacità dell'uomo, e temo ancor più l'avvento delle religioni radicali, manovrate da uomini senza scrupoli per assicurarsi l'esercizio del potere.

Povero mondo, povero uomo, creati per uno scopo sconosciuto e inspiegabile con la ragione.

Non mi lascia il concetto di paragonare il mondo a un meccanismo molto complesso, nel quale ogni unità è fondamentale per la realizzazione di un prodotto finito.

Lascio ora a parte la problematica dell'identità del suo creatore, di certo un essere o energia molto intelligente, buona con i collaboratori, ma perfida e repressiva con chi non esercitasse la sua parte.

Riportando questo sistema alla società umana, si creerebbe una società progressista, fino a perfetta, in quanto ogni individuo si sentirebbe chiamato a svolgere con diligenza e serietà d'impegno le proprie e a proposito ricevute personali caratteristiche e funzioni.

Essendo ognuno indispensabile per il raggiungimento del buon fine, ora come probabilmente nell'aldilà, non esisterebbe nessuna forma di privilegio, il male che ostacola tuttora la convivenza umana.

Aggiungo che il credo nel concetto esposto sarebbe un buon sostituto, perché razionale e meglio condivisibile, del credo in un Dio, del quale non si ha alcuna vera notizia e dove l'unico vero vantaggio è quello di sentirsi sostenuto nei momenti di crisi esistenziale.

Un tale credo migliorerebbe sostanzialmente la condizione sociale di questo mondo perché risponderebbe alle odierne richieste razionali dell'uomo, infondendogli fiducia e speranza di successo.

Ognuno si sentirebbe richiamato al compimento del processo evolutivo, ognuno si sentirebbe importante e complementare nel complesso sistema dell'Universo.

Questo sarebbe il concetto di vita che dovrebbe essere insegnato e eseguito senza eccezioni, perché renderebbe l'uomo maturo di sentirsi libero pur appartenendo a una comunità, che diventa un'unione di liberi individui.

Di certo é un concetto da sognatore, un concetto che sa di dittatura, in quanto risulta impossibile il metterlo in pratica per mancanza dei necessari requisiti, come spesso accade in coloro collocati in posizioni superiori come anche in quelli collocati in posizioni inferiori alla loro preparazione o aspirazione. Per ognuno non è possibile creare un'adeguata posizione.

Eppure, con la conquista della democrazia, il popolo è riuscito a collocarsi su questo schema, così che si può affermare che il primo passo sia stato già compiuto.

Ora è compito di tutti i popoli democratici, difendere la conquistata libertà e correlati diritti, ma guai a trascurarli nel credo che il passato oscuro non sia ripetibile.

Da qui l'obbligo civile dei cittadini a esercitare il diritto di voto e a scegliere rappresentanti seri e diligenti.

È tempo di finirla con gli abusi, immoralità dei costumi, raggiramenti e promesse varie fatte dalla classe politica per essere rieletta, ma quando un paese langue non è solo colpa dei suoi governanti, ms anche del popolo che li ha eletti.

Un monito rivolto al popolo di qualunque paese di non lasciarsi comprare da chiunque che per essere rieletto promette denaro e posizioni di lavoro migliori.

Eletto va unicamente chi ne ha le necessarie qualità sia professionali sia morali sia etiche, altrimenti è finita con la democrazia e la dittatura aspetta già nell'anticamera il suo turno.

Mi auguro che le stragi di Parigi inducano i popoli europei a portare a termine l'atto di unione, superando quelle forme dannose del nazionalismo che hanno bloccato finora ogni decisione al riguardo.

E mi auguro che una nuova classe politica emerga, una capace di difendere la cultura minacciata dall'invasione senza controllo e scopo di appartenenti ad altre culture, come anche che si curi dei cittadini, creando lavoro dignitoso ed educandoli a un comportamento più serio e distinto.

Il buonismo, quando viene praticato  senza controllo, non produce che danni al popolo, che poi risponde con le rivolte.

Concludo con l'affermare che volere la libertà senza maturità è come voler volare senza le ali e che quindi “Unione e Libertà” sono due aspetti dello stesso volto velato dal dualismo terreno.

Qui in terra appaiono "ai più" separati, mentre altrove uniti grazie alla nuova composizione genetica raggiunta.

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