Eco
non spinge da nessuna parte
di Ferdinando Camon
Quotidiani locali del Gruppo
"Espresso-Repubblica" 21 febbraio 2016
Non era il più grande scrittore, ma il più grande professionista della
scrittura del nostro tempo: tutto ciò che faceva, lo faceva con serietà e
rigore. Era un grande uomo di cultura, grande professore universitario, grande
dirigente editoriale, grande studioso del Medioevo e di Tommaso d'Aquino… Il lettore aggiungerà: e un grande narratore. Ecco,
qui resta un dubbio.
Insegnava al DAMS di Bologna, DAMS significa Discipline delle Arti, della
Musica e dello Spettacolo. Io avevo un incarico. Incontravo Umberto Eco, e lo
osservavo. Era molto amato dagli studenti, perché non li ingannava. Se doveva
fare tre ore di lezione alla settimana, più una mattinata di colloqui con gli
studenti, lui li faceva. Dormiva all'hotel San Donato, e anche lì riceveva
studenti. Se c'era qualche problema in Facoltà, e bisognava discuterne, lui si
fermava e discuteva. Il problema principale era che la Facoltà era nuova e non
aveva soldi, e c'eran dei mesi in cui i docenti non
venivano pagati. Eco s'infuriava, riuniva il Consiglio di Facoltà, e si scateneva. Uno dei docenti che più soffriva per il mancato
pagamento era Martin Krampen, che insegnava
Comunicazione di Massa. Costui a un certo punto smise di venire in Italia, e di
fare lezione. La cosa m'interessava, perché dentro Comunicazione di Massa stava
una sub-materia, Letteratura di Massa, cioè in sostanza Creazione dei
Bestseller, e la insegnavo io, imperniando il corso su La Storia di
Elsa Morante. Franco Fortini faceva lo stesso corso a Siena, ci scambiavamo gli
appunti. Il discorso di Eco in assemblea, perché i docenti fossero regolarmente
pagati, aveva l'epica del discorso di Antonio ai funerali di Cesare. Eco era
uno stupendo oratore. Aveva l'arte delle conclusioni. Gli servivano per
raccogliere gli applausi e i voti. Era tenace e mordace. L'ho avuto collega
alla giuria del Premio Viareggio: se proponeva un poeta o un narratore, non lo
barattava con nessun altro. Voleva assegnare il premio di poesia a Patrizia Valduga, e aveva ragione: grandissima poetessa. Ma era la
compagna di Giovanni Raboni, che era in giuria, e il patròn del premio, Leonida Répaci,
calabrese, voleva premiare un poeta calabrese. Io stavo con Eco, e Volponi, e Sapegno, e Raimondi. Nella
votazione la spuntammo. Commettemmo l'errore di allontanarci un attimo e andare
in spiaggia, lì ci raggiunse la notizia che Répaci
aveva ripetuto la votazione, e l'aveva spuntata lui. Eco tornò di corsa nella
sala delle votazioni, furibondo, in costume da bagno, e fece ri-votare. Con la
stessa tenacia sceglieva gli autori da pubblicare, nella Bompiani. Con la
stessa tenacia costruiva i suoi romanzi. Ineccepibili in ciascun dettaglio. Per
ilNome della rosa e il Pendolo di Foucault dedicò
infiniti giorni e infinite notti a documentarsi sulle abbazie medievali e sul
mondo della scienza: gli piaceva la ricerca della verità, il mondo di chi sa o
crede di sapere la verità, perciò la filosofia, perciò lo religione. Gli anatemi,
le scomuniche. Gli piaceva descriverli e irriderli, in fondo Il nome della
rosa è una risata che vuol far crollare la verità dei mistici. La parola è
lo strumento per il dominio della massa, ma non la parola dei libri, bensì la
parola della tv, la parola immagine. Grande dominatore della massa per Umberto
Eco era Mike Bongiorno. Con i suoi quiz banali, resi interessanti dalle somme
di denaro che elargiva, con le sue ore di tv dopo cena, senza problemi, senza
politica, senza partiti, all'insegna dell'immobilismo totale, Mike Bongiorno
trasmetteva alle masse un messaggio conservatore o reazionario: «Voi siete dèi:
restate immobili». Cioè: non votate a sinistra. Grandissimo intellettuale,
Umberto Eco, l'ho sempre ammirato, con due crucci: cosa sono Il nome della
rosa e Il pendolo di Foucault? In fin dei conti, non sono anch'essi
narrativa di consumo? Cioè, non opere, ma prodotti? E perché Eco ha
fiancheggiato la neo-avanguardia? Della quale, adesso possiamo ben dirlo,
restano tanti proclami ma nessun libro. Avrà un funerale laico. Mi stupisce. Ma
se avesse chiesto un funerale religioso, mi stupirebbe altrettanto. La sua
opera non spinge né in quella direzione né in questa. Non spinge da nessuna
parte.
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