Anche il “Buonismo“ necessita di una
logica sana e costruttiva
di Lorenzo Russo
Basta con il buonismo senza limite,
esercitato per essere un buon cristiano!
Essere cristiano non significa
perdonare tutto a tutti, bensì comportarsi in maniera di non danneggiare il
prossimo, quando questi agisse in buonafede e correttamente.
La messa in pratica del cristianesimo
dovrebbe comportare una condotta di vita che faciliti il sorgere di una società
serena e pacifica.
Per effettuarlo bisogna riferirsi
costantemente a regole etiche, morali e civili che si fondino sulla
responsabilità, solidarietà e corretta spartizione del reddito prodotto, ma
anche sull'esame continuo della loro validità nel trascorrere del tempo, in cui
mi sembra chr tutto muti per essere rivolto al
miglioramento o al peggioramento.
Il cristianesimo non può e non deve
essere passivo verso chi non vuole comprendere il suo vero significato, di
essere portatore di civiltà, cioè di progresso mentale e spirituale, in quanto
la vita si svolge in terra e non lassù nel cielo.
Visto così, non si può affermare che
sin dal suo inizio siano stati fatti dei grandi progressi, e questo perchè i popoli hanno sempre lasciato fare a chi si era
attribuito il diritto di esercitare il predominio su tutto e tutti.
Da qui noto come sia necessario
coinvolgere le scienze filosofiche, umanistiche, psicologiche e sociali,
promuovendo corsi di istruzioni per tutti i cittadini di questo mondo.
Istruzione ed educazione, rivolti ai
fini di buona condotta e convivenza, sono, a mio parere, il fondamento del
successo globale umano.
Che senso ha il rivolgere lo sguardo
verso il cielo nell'attesa di trovare la soluzione delle ristrettezze umane,
quando il vero Dio del Creato è nell'uomo stesso, creato a sua somiglianza!
Mi è chiaro che si abbia finora
prevalentemente r on modo errato supplicato un Dio, affinchè
intervenga miracolosamente in favore del supplicante per liberarlo delle sue
ristrettezze cognitive e sensitive, quando invece è lui stesso che dovrebbe
essere promotore di una svolta miglioratrice nel costrutto sociale e civile.
Seguore il motto aiuta te stesso
che ti aiuterà Dio significa trovare la soluzione dei problemi esistenziali
nelle proprie capacità creative, perchè è in esse che
si manifesta l'origine divina dell'uomo.
È colpa del cittadino stesso quando
la società in cui vive arretra in ogni campo delle sue attività.
L'avidità, l'egoismo e l'opportunismo
sono i più grandi vizi che colpiscono l'uomo, in quanto sono capaci di distruggere
la società e con essa il singolo stesso.
Con riferimento all'ondata di
immigranti ci tengo a precisare che sia indispensabile aiutarli dopo che sono
stati fatti i dovuti accertamenti riguardanti la veridicità della loro precaria
situazione di vita, la sicurezza dei cittadini ospitanti e conseguentemente la
loro idoneità ad integrarsi.
Mi sembra anche necessario elargire
gli aiuti in forma di credito, del quale si possa chiedere un giorno il
relativo rimborso, totale o parziale secondo delle possibilità acquisite
dall'immigrato.
Ad ogni modo nessun regalo, per non
creare fraintendimenti e/o occasioni di sfruttamento degli ospitanti che già
sono messi severamente alla prova.
Insomma anche la carità deve fondarsi
su un progetto educativo e istruttivo, ed infine non si deve dimenticare che è
venuto il tempo per chiunque di prendere le redini della vita nelle proprie
mani.
Scappare e lasciare agli altri la
soluzione dei conflitti in casa non è segno di coraggio civile.
Quando la politica è in mano di chi non
intende esercitarlo per il bene collettivo, è dovere di ogni cittadino
organizzarsi per ottenerla, anche quando costasse la sua vita.
Solo un'efficace opposizione è in
grado di costringere le forze politiche ed economiche a dirigere le loro azioni
per soddisfare le vere necessità e i veri diritti dei cittadini.
Senza di essa le forze del potere
fanno politica per sè come se il popolo fosse
ineducabile, non istruibile.
Si tratta qui per loro di conservare
il potere, al quale permettono l'accesso a una sola ristretta cerchia di
promuovibili, nel senso di cooperanti, onde non avere troppi pretendenti al
loro trono.
Religione e stato determinano da
sempre chi ha il diritto d'accesso.
Per gli altri non rimane che la fuga
nel menefreghismo, nella frode nel loro piccolo ambito e nella preghiera a un
Dio della salvezza.
Per fortuna ci sono gruppi isolati
che operano all'infuori di questo schema, per cui potrebbe un giorno
realizzarsi una vera mutazione dell'attuale sistema di sfruttamento in ogni
ambito delle attività umane.
Considerando che una svolta
definitiva ed efficace richiederebbe l'azione unita di tutti i popoli, non mi
stupisce che nell'ambito delle istituzioni internazionali si faccia ben poco.
Di fatto i strapagati funzionari,
diplomatici, ecc. si limitano a fare lunghe chiacchiere senza che si arrivi a
una buona conclusione. Fossero pagati di meno e in rapporto al successo
raggiunto si otterrebbe di più.
L'istruzione è il fondamento della
coscienza popolare, è l'unica arma capace di mobilitare i popoli per un nuovo
risorgimento mondiale in grado di spodestare i poteri esistenti.
È il caso nel quale ognuno sarebbe chiamato
a dare il suo supporto, come fecero nel passato i nostri nonni e bisnonni, che
misero a rischio la loro vita per l'ideale di libertà e uguaglianza di diritti
per sè e i propri discendenti.
Scappare da un conflitto non
rappresenta la soluzione migliore, mentre restare e opporsi all'ingiustizia e
oppressione è un dovere civile.
Chi vive unicamente per “sopravvivere“
non riconosce che la vita è a volte una battaglia che ognuno deve affrontare
per guadagnarsela.
E qui sorge il dilemma tra l'uso
della forza o il sacrificarsi nel non volerla usare.
A mio giudizio e per incrementare le
possibilità di successo ritengo sia meglio sostenere il buonismo controllato
dalla ragione, quale frutto di un processo produttivo nell'ambito sociale e
civile, quindi fondato sulla responsabilità dell'individuo, invece che
aspettarsi un dono dall'Alto, che poi verrebbe malinteso e creerebbe un caos
generale non più controllabile.
Questo è il mio augurio, perchè sarebbe un prodotto dell'uomo, creato grazie alle
sue caratteristiche divine.
Eppure, sebbene fosse un buon metodo
di sviluppo, potrebbe nascondere il pericolo che l'uomo non sia ancora idoneo
per la sua realizzazione, alla pari dei tentativi del passato che, sorti per
creare fratellanza e giustizia, generarono invece le tremende dittature che
conosciamo.
Da qui il concetto del ricorso
storico, nel quale l'uomo girovaga da un polo all'altro senza trovare una
soluzione definitiva dei suoi problemi esistenziali.
Da qui a ognuno la sua vita e la sua
focalizzazione in essa.
Buonismo sì, ma non quello
irrazionale, perchè incontrollabile e insostenibile
nel breve tempo in cui dovrebbe realizzarsi.
La vita è fatta di errori, alcuni dei
quali potrebbero essere evitati se l'uomo riuscisse a controllare meglio la sua
natura rivolta al male.
Chi ci crede è un idealista,
utopista, in quanto la vita è e sarà sempre in mano alle forze diaboliche in
conflitto con quelle del bene.
Il voler essere buono e generoso sta
qui in conflitto con la realtà quotidiana fatta di elevati rischi e costi.
I tanti volontari vanno elogiati per
il grande buon impegno che esercitano, ma è lecito porsi la domanda sulla
copertura dei costi, in quanto sono elevatissimi. Lo stato, cioè la comunità
dei cittadini, non è sempre in grado di sostenerli, perchè
è già deficitario fino all'osso e fin troppi cittadini vivono in stato di semi-
povertà fino a vera povertà.
È lecito domandarsi se i volontari si
impegnerebbero così tanto anche quando dovessero sostenere almeno una parte dei
costi, nel senso che chi pretende debba anche sopportare le spese.
Mi sa che qualcosa non quadri, nel
senso che ci sia qualcuno o meglio qualche organizzazione, infiltrata nei
quadri del potere statale e religioso, che ci guadagni sopra, mentre lo stato
sta a guardare e il cittadino deve arrangiarsi.
Perchè, mi chiedo, non si è ancora arrivati a un chiarimento e soluzione
?