Quisquiglie
di novembre 2016
di
Renzo Montagnoli
Una
sentenza che mi lascia perplesso
Ho
sempre un gran rispetto per l’operato dei giudici; il loro
lavoro non é certo facile, sempre assillati come sono dal
rischio incombente di sbagliare, però devo dire che qualche
sentenza mi ha lasciato perplesso. In particolare mi riferisco
all’ultima della Corte di Cassazione con cui é stato
assolto l’imam di Andria, imputato di aver commesso il reato di
terrorismo internazionale di matrice islamica. Che cosa aveva fatto
il religioso? Aveva intrapreso un programma di esaltazione del
martirio e di incitamento a raggiungere i luoghi di combattimento per
conseguire questo obiettivo. Ora, per quanto sia solo in possesso di
una parte della motivazione della sentenza, peraltro pubblicata a
stralcio in un quotidiano nazionale, ciò che mi lascia basito
è il fatto che per i giudici il reato di terrorismo
internazionale non é configurabile senza l’addestramento
di adepti da inviare nei luoghi di combattimento. In buona sostanza,
si può invitare a uccidere, ma se non si fornisce l’arma,
se non si istruisce all’uso della stessa non si commette reato
di terrorismo. Questa sentenza, che come noto costituisce un
precedente per casi analoghi, è estremamente pericolosa perché
di fatto sancisce un diritto che non c’é, vale a dire
quello di istigare alla violenza per motivi religiosi. Probabilmente
hanno influito sulla decisione della Corte gli immancabili
bizantinismi, i cavilli giuridici, un’atmosfera di supina
accettazione di uno stato di fatto che deve invece essere combattuto
severamente. In passato la benevolenza giuridica nei confronti di
particolari soggetti tendenti a instaurare un regime di sopraffazione
e di violenza è stata foriera di gravi conseguenze, come nel
caso di Adolf Hitler, condannato in verità per il tentato
colpo di stato di Monaco, ma a una pena irrisoria. Chi minaccia la
sicurezza dell’umanità deve, secondo me, essere
sanzionato in modo inequivocabilmente severo; non è possibile
che a fronte di una minaccia mortale i bizantinismi abbiano il
sopravvento.
La
punizione divina
Non
poco scalpore ha suscitato la dichiarazione del viceministro
israeliano Aooyub Kara, secondo la quale il recente terremoto che ha
colpito l’Italia Centrale sarebbe il frutto di una punizione
divina per la nostra astensione in sede Unesco sulla risoluzione per
Gerusalemme. Ovviamente il Governo d’Israele ha porto subito le
sue scuse, ma resta il fatto che in una posizione di notevole
responsabilità si trova un soggetto la cui mentalità
non differisce sostanzialmente da quella dei fondamentalisti
islamici. Purtroppo, appena il 30 ottobre, cioè poche ore dopo
il devastante sisma, a Radio Maria se ne è sentita un’altra
e cioè che l’evento catastrofico era una punizione
divina per aver sancito, ope legis, le unioni civili. Anche qui il
Vaticano ha preso subito le distanze, ma ciò non toglie che
simili atteggiamenti siano estremamente pericolosi e dimostrino che
qualsiasi estremismo, anche di matrice religiosa, è un
pericolo per l’umanità. Fra l’altro la citata
emittente non è nuova a uscite a dir poco infelici, il che
dimostra che non si è trattato di un incidente di percorso, ma
che lì alligna non tanto il divino, quanto il maligno. Il
concetto di un Dio crudele, vendicativo era proprio di epoche
passate, di periodi oscuri per l’umanità, in cui
l’inquisizione spadroneggiava, ma si vede che anche oggi ci
sono uomini animati dal fuoco religioso; essi credono di dimostrare
con il loro comportamento una fede che, probabilmente c’è,
ma è del tutto distorta. Dio non può essere che amore e
non certo violenza e vendetta, che rientrano invece nei pensieri
deliranti di esseri che si sentono, a torto, i suoi strumenti.
Un
altro palazzinaro
Contrariamente
alle previsioni e ai sondaggi il nuovo presidente degli Stati Uniti è
Donald John Trump, di cui si dice un gran male; é un razzista,
ha una mentalità gretta tipicamente capitalistica, è
uno che si è fatto da sé, che ha accumulato una grossa
fortuna soprattutto con operazioni immobiliari non sempre
trasparenti, considera le donne come un oggetto. Mi ricorda al
riguardo qualcuno, ovviamente facendo le debite proporzioni, uno che
ambirebbe essere chiamato padre della patria, ma è che è
già tanto se non l’ha distrutta. Non voglio, né
intendo fare previsioni, preferendo rilevare come l’avvento del
populismo - e Trump é un populista - avviene perché il
sistema democratico, che è forse il migliore, si è
trasformato, ovunque, in uno oligarchico, caratterizzato da
immobilismo, corruzione e lontananza dalle reali esigenze dei popoli.
Della originaria democrazia é rimasto solo il sistema
elettorale e con questo credo che gli americani abbiamo voluto
protestare, dare un segno, uno scossone, per avere alla guida del
paese qualcuno che sappia interpretare i loro desideri. Come quasi
sempre accade in questi casi, però, il voto di protesta è
un voto dato male, così che convinti preferendo Trump di
trovare un antidoto ai loro problemi, si sono invece bevuti il
veleno, come giustamente ha recentemente detto Bauman. Spero di
sbagliarmi, ma vedo un futuro incerto e oscuro, un ritorno a tenebre
che parevano scomparse, il trionfo di chi ha già troppo e il
dolore di chi è sempre stato un sottomesso, dolore accentuato
dalla perdita di ogni speranza.
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