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Editoriali
» Pronti a farci saltare in aria, di Ferdinando Camon |
10/04/2017 |
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Pronti
a farci saltare in aria
di
Ferdinando Camon
Quotidiani
locali "Espresso-Repubblica" 1 aprile 2017
Ieri
la polizia ha diffuso le intercettazioni dei jihadisti che
preparavano, a quanto pare, un attentato al Ponte di Rialto a
Venezia, e si sentono queste parole: "Se domani faccio il
giuramento e mi danno l'ordine, sono obbligato a ucciderli tutti...
Con Venezia guadagni subito il paradiso, per quanti miscredenti
ci sono qua.. Ad aver una bomba.. A Rialto...". I jihadisti sono
quattro, “tutti residenti in Italia con regolare permesso di
soggiorno”. Son queste le parole più allarmanti. Perché
significano che, applicando le nostre norme nel controllo dei
migranti in arrivo, non siamo in grado di scoprire chi è
pericoloso e chi no, chi viene perché là sta male e chi
viene per farci del male, chi viene per salvarsi la vita e chi viene
per toglierci la vita. È nel momento del controllo che entra
in gioco la nostra sicurezza. E nel controllo c’è
un’enorme défaillance del nostro sistema di accoglienza.
Una défaillance dovuta alla politica. Non, per fortuna, alle
forze di sicurezza, polizia e carabinieri, che risultano efficienti e
ineccepibili anche stavolta.
Che la basilica di San Marco fosse
un obiettivo del terrorismo jihadista lo sapevamo da molto tempo, fin
da quando erano state trovate nei covi di alcuni gruppi di terroristi
delle cartine topografiche di Venezia, Roma e Padova, con disegnate
delle frecce e dei cerchietti: i cerchietti per indicare gli
obiettivi, e le frecce per indicare le strade migliori per
raggiungerli. A Roma era segnato come obiettivo San Pietro, a Venezia
San Marco, a Padova Sant’Antonio. Allora ci domandavamo perché
Sant’Antonio. San Pietro è chiaro, è il cuore del
cuore della Cristianità, colpendo lì colpisci il centro
dell’Occidente “infedele”. I jihadisti che agiscono
in casa nostra hanno un problema: non colpirsi tra di loro, islamici
con islamici. Nelle intercettazioni della cellula jihadista che
progettava di agire in San Pietro, si sentiva il compiacimento perché
lì “sono tutti infedeli, non ci sono nostri fratelli”.
Più difficile è capire perché mettessero in
progetto anche Sant’Antonio: Sant’Antonio non è
San Pietro e Padova non è Roma. Il mio pensiero è
sempre stato che i jihadisti che preparano questi progetti sono
abbastanza colti da sapere che Sant’Antonio non è in
Italia ma è extra-territoriale, appartiene al Vaticano:
colpendo lì colpisci direttamente il Papa, a casa sua. Forse
molti padovani non lo sanno, ma i jihadisti s’informano,
studiano i loro obiettivi, la storia e il significato (intendo: i
jihadisti mandanti, non gli esecutori, i quali sono ignoranti, devono
soltanto morire, più ignoranti sono meglio muoiono).
A
Venezia li colpisce l’enorme quantità di turisti, tutti
infedeli, tutti intruppati per calli strettissime, in fila come
agnelli al mattatoio. I bersagli che hanno in mente i jihadisti a
Venezia sono due: uno è San Marco, l’altro sono le
calli. Su San Marco c’è un’intercettazione in cui
si sente: “Per guadagnare il Paradiso, dobbiamo andare a San
Marco”. La frase “per guadagnare il Paradiso”
significa che colui che compie la strage deve morire. È chiaro
che questa intercettazione fa pensare al progetto di una strage con
kamikaze. Noi non possiamo sapere se lo stragista-suicida andrà
poi in Paradiso (personalmente, ne dubito), però dobbiamo
chiederci se il progetto della strage è realizzabile, e non
possiamo rispondere con certezza di no. Ragionando occidentalmente,
dobbiamo calcolare il rapporto tra costi e benefici. I costi sono un
suicidio, i benefici sono decine di omicidi. Ragionando
islamisticamente, il suicidio è niente, gli omicidi
significano il Paradiso, cioè tutto. Come si dice in
linguaggio militare: l’obiettivo è “proficuo”.
Perciò tutte le città che hanno un obiettivo proficuo
sono in pericolo. Ma il pericolo scatta non quando i terroristi
entrano nella città, ma quando entrano in Italia. Ne abbiamo
trovato quattro, ma quanti ce ne sono che non troviamo, “residenti
in Italia con regolare permesso”?
www.ferdinandocamon.it
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