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  Editoriali  »  Le incertezze della vita, di Lorenzo Russo 13/07/2017
 

Le incertezze della vita

di Lorenzo Russo





Parte prima



Quante volte mi sono domandato, dove va a finire questo mondo.

L'uomo si comporta come se fosse di sua proprietà.

È il suo egoismo, la sua vanità, la sua presuntuosità che lo spinge a servirsene, senza tenere in considerazione che è lui che gli permette di vivere e mantenersi.

Penso, quindi, che anche le sue scoperte scientifiche dovrebbero tenere più in considerazione la loro compatibilità con la natura, che lo ha creato e lo mantiene ancora.

L'uomo vive in una dimensione imperfetta, questo è vero, e proprio per questo è anche lui imperfetto.

Da questo stato d'essere sorgono le contraddizioni determinanti conflitti tragici che mettono a rischio la sua esistenza e l'abitabilità del pianeta stesso che lo ospita.

D'altra parte, come contropartita sorgono anche momenti di felicità, quando si innamora, crea figli, il lavoro gli procura soddisfazione e così via.

Il problema sta quindi nel mantenere l'equilibrio tra il bene e il male, considerando che sono una entità bipolare, cioè indivisibile.

Attenti, allora, a non finire nell'estremismo, che tutto distrugge sensa senso e giustificazione.

Esistono diversi tipi di estremismo tra i quali il più pericoloso è quello religioso, che annebbia le menti dei suoi seguaci nel credo di eseguire la volontà del loro Dio, di seguito quello che lo spinge a voler emergere sugli altri per meriti personali non esistenti nella misura immaginata e quindi dettati dalla sua presunzione e avidità.

Il ricco che non percepisce d'essere un fortunato della vita, e di conseguenza ignora il dovere morale di impiegare la sua fortuna per il progredire della società, è un individuo, di per sè, estraneo alla società che sfrutta per i suoi scopi.

Un simile personaggio va contrastato e qualora non risultasse risocializzabile avversato con tutti i mezzi possibili.

Quando osservo il comportamento della massa mi è chiaro perché un pur tanto nobile fine sia irrealizzabile e, se anche lo fosse, solo in un tempo inimmaginabile.

Ma così le condizioni sociali non migliorano, anzi peggiorano, fino a mettere a repentaglio anche la sua esistenza.

Si conoscono i casi dei tiranni, che vengono eliminati dai concorrenti o dai popoli esasperati d'essere oppressi, avviliti, sfruttati.

Anche la grande ripresa economica, che ebbe la sua origine nel risanamento dei danni causati dalle due grandi guerre, creò maggiori utili ai già benestanti.

Esperti degli affari, essi intuirono il momento propizio e intervennero arricchendosi ancora più.

Sono loro che oggi tramano la creazione di un governo mondiale.

Lo si riconosce dalle decisioni che la loro asservita classe politica prende, alludendo a un vantaggio per tutti i popoli.

Qui mi domando, come sia possibile la realizzazione di una tale e a prima vista meritevole impresa, quando essa non è realizzabile neanche nell'ambito di un semplice stato.

La politica è sempre stato un mestiere di falsari e ipocriti, ma mai fu sbandierata così insistentemente, con annunci di partiti e inserzioni meditiche, la loro volontà di agire per il bene del popolo, come oggi accade.

E cosa fa il popolo, credulone o opportunista? Ci casca sempre di nuovo o agisce per salvare i suoi piccoli benefici.

Non esiste quindi una grande differenza tra chi governa e chi viene governato, ad eccezione dei pochi rimasti onesti, rassegnati, delusi.

Sembra che tutto cambi per rimanere come prima, da creare l'impressione che il popolo sottostia a una condanna, che sia stato drogato per renderlo apatico, meglio governabile.

Non so perchè, ma a me piace il concetto di una Umanità rinchiusa in una entità che si moltiplica per garantire il suo sopravvivere.

Forse sarà che mi piacerebbe che i ricchi non educabili diventassero successivamente poveri e viceversa fino alla creazione di equilibrio e armonia.

Questo concetto deduco dall'osservazione dell'andamento del Cosmos, sempre in movimento e trasformazione come se fosse impegnato a raggiungere stabilità.

Ammetto che è un concetto fondato sulle speranze cristiane di vittoria finale del bene sul male, uguale a maturità raggiunta dell'uomo in un Creato perfezionato.



In effetti, partendo dall''annunciazione cristiana sull'origine divina dell'uomo, posso dedurre che tutti gli uomini siano fratelli d'origine e che la vita abbia lo scopo di farglielo riconoscere con l'acquisizione della necessaria maturità e veggenza.

Che sia questo il vero e ancora sconosciuto senso della vita umana?

Ad ogni modo è un concetto che offre vera consolazione e migliori prospettive ai soppressi e umiliati.



Parte seconda

La legge, approvata dal parlamento tedesco, di riconoscere legale il matrimonio tra omosessuali non fa altro che seguire il concetto moderno della vita praticato nei paesi più sviluppati.

Il benessere economico e l'allargamento dell'istruzione ha reso l'uomo libero di decidere su altre forme di vita coniugale.

Mentre prima, nei tempi di carenza economica e oppressione politica, esisteva la necessità di creare figli per sostenere lo stato, spesso in conflitto con altri stati e i genitori, diventati vecchi e inabili e senza sussistenza, oggi ognuno è libero di vivere la sua vita come più gli conviene e senza ripercussioni morali ed economiche.

Sebbene non provi una grande simpatia per questo nuovo modo di vita, ritengo che sia falso opporsi accanitamente.

Ogni forma di estremismo sia intellettuale sia civile sia politico non può che creare maggiori contraddizioni e rivolte violente.

La via migliore è sempre il confronto didattico ed istruttivo, nella coscienza che la natura è di per sè bizzarra e capricciosa, cioè anche lei rinchiusa in un processo in formazione.

Una società aperta e tollerante è in grado di correggersi da sè, quando avesse raggiunto il limite oltre il quale il suo sopravvivere diventasse incerto.

Per il momento è indispensabile che i figli, qualora vengano adottati, vengano assistiti e educati con attenzione e premura fino al raggiungimento dell'età adulta.

La distinzione tra maschio e femmina sta perdendo oggi il suo consueto significato, anche perchè non è più importante creare figli, quando lo stato si occupa di tutto e il nuovo stile di vita non sopporta troppe restrizioni.

I litigi, che una tale unione ha sempre creato, hanno orientato i giovani ad altre forme di convivenza e di conseguenza anche l'amore è approdato su altri lidi, direi che è diventato universale, volto al bene con l'eliminazione di quegli attriti che lo hanno sempre frenato.

Naturalmente anche qui esistono motivi egoistici che spingono i giovani a rifiutare la responsabilità che una coppia eterosessuale deve assumersi nel creare famiglia.

E qui ho i miei dubbi sulla capacità dei nuovi adottati di realizzarsi in una realtà ancora dominata dal dualismo in ogni sua manifestazione.

Uno dei pochi divieti che io sostengo è la mancanza d'impegno verso la società, per evitare il suo disfacimento che sarebbe la rovina di tutti i suoi membri.

E qui temo che il fallimento del processo liberale in atto porterà a una politica restrittiva con accento prettamente dittatoriale.

Ad ogni modo non perdiamo il coraggio di affrontare il futuro.

Andiamo verso il nuovo mondo con la volontà di crearne uno migliore.

La volontà è premessa di speranza di riuscirci.




 
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