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  Editoriali  »  Vivi la tua vita, senza paure e soggezioni, di Lorenzo Russo 29/07/2017
 

Vivi la tua vita, senza paure e soggezioni

di Lorenzo Russo





La vita è a volte un miracolo, per i brevi momenti di gioia che reca, e una condanna, per il male che lei stessa crea o lascia creare dall'uomo.

Non c'è nulla di più deplorevole di un vivere alla giornata, senza coscienza di tutto ciò che la valorizzino.

Ogni mattina mi guardo nello specchio e mi chiedo: chi sono e perché vivo.

La risposta migliore mi viene quando so che sarà una giornata impegnativa, perché richiederà la messa in pratica di tutte le mie migliori capacità.

So di averle coltivate e che è arrivato il momento di viverle, anche se alla fine non avrò successo.

È dalla formazione di una personalità tenace e forte che nascono i successi, ma anche la coscienza che gli insuccessi fanno parte della vita, per cui vanno intesi come incentivo di ritentarci, correggendo al meglio gli errori fatti.

Vivere è come stare su un'altalena. Si va verso l'alto per poi ricadere verso il basso, in un moto continuo e generante energia nuova.

Vivere è un superare la morte, tenerla lontana il più possibile, per lo meno fino a quando non la si abbia scoperta in tutte le sue sembianze, in quelle buone e fino a un certo punto in quelle cattive, quando è meglio avere il coraggio di finirla.

Sono i propositi impegnativi la base del voler vivere, sono loro che ci fanno capire ed accettare la vita anche quando le circostanze non sono favorevoli.

In un mondo che sembra esistere senza regole fisse è il calcolo delle probabilità, il dettato del caso che domina il divenire e in essi bisogna immergersi con volontà e coraggio.

Caso è tutto ciò che non si conosce, che non si riesce a regolare, che si riceve con la nascita, e la vita dovrebbe avere lo scopo di impegnarsi al loro superamento.

Solo così lo schiavo potrà diventare padrone di se stesso, mentre il padrone ridiventerà schiavo nell'abuso dei suoi poteri.

Tutto ciò non capisce chi preferisce vivere alla giornata, invece di impegnarsi a formare la sua personalità volgendola al superamento della mediocrità.

Comodità, lassismo, opportunismo sono i mali che impediscono il rinnovamento delle energie sane, perché è con esse che si diventa portatori di salvezza e pace.

Chi vive in questo senso non teme la fine, in quanto in essa riconosce un lasciare per ricevere di più.

Di fatto, egli vive in uno stato di transizione tra cielo e terra che gli permette di riconoscere i mali terreni e gli offre l'abilità di controllarli.

Non esiste un essere privo di debolezze, dichiarate anche peccati per giustificare la relativa condanna inflitta da un'autorità agente autocraticamente per mantenere i correlati poteri e privilegi, ma esistono peccatori che le riconoscono e si scusano per i danni causati ad altri.

A mio parere l'uomo non è colpevole delle sue debolezze, in quanto mi è chiaro che le abbia ricevute da una forza superiore che tutto crea e rinnova.

La coscienza di averle segnala una raggiunta elevazione dall'ignoranza e mediocrità e lo sprona al miglioramento per non ricadere nello stato primitivo.

Dio è tutto ciò che esiste, il conosciuto come lo sconosciuto.

Di seguito ha così tante sembianze quanti sono gli esseri che gli si rivolgono.

Gli Antichi credevano in molte divinità, ognuna rappresentante la loro capacità d'intendere e volere.

Lo sviluppo economico e ancor più intellettuale ha mutato il rapporto dell'uomo con il suo Dio.

Liberatosi della superstizione e sfruttamento del passato, egli gli si può avvicinare senza incorrere in gravi conflitti personali quando fosse riconoscente e serio.

Purtroppo esistono ancora tantissimi credenti che vivono in uno stato di sudditanza cieca e timorosa, tali da essere manovrabili da malvagi e sfruttatori.

Vivi la tua vita, quindi, le tue virtù e debolezze, ma vivi per migliorarti.

Non esiste un premio per chi non si impegna, e qui mi sembra giusto considerare un peccatore sincero migliore di chi si sforza a non peccare e alla fine soffre per aver rinunciato ai piccoli piaceri della vita e riversa il suo stato d'animo sofferente sugli altri con prediche morali e di accusa.

In questo caso, i piccoli piaceri sono un balsamo per la salute, esteriore e interiore, e nello stesso tempo aiutano a non lasciarsi andare ai vizi più gravi e incontrollabili.

La vita dà e pretende. Chi riesce a mantenere l'equilibrio vive con meno frustrazioni e disturbi di ogni sorta.










 
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