Mala
tempora currunt, sed peiora parantur
di
Renzo Montagnoli
Una
cosa è certa: attraversiamo brutti tempi, ma se ne preparano
di peggiori. E’ questa la traduzione della locuzione latina del
titolo e Dio sa quanto mi sarebbe piaciuto scrivere che, se le cose
non vanno bene ora, invece sono ottime le prospettive per il futuro.
Non credo di avere poteri divinatori, ma di avere la capacità,
del resto comune ad altri, di osservare e di trarre delle conclusioni
che magari possono apparire pessimistiche, ma che purtroppo trovano
riscontri in altri elementi valutazione. I giovani di oggi saranno
gli uomini di domani e purtroppo sono costretto, mio malgrado, ad
ammettere che per lo più ci troviamo di fronte a ragazzi
demotivati, privi di idee e di ideali, con poca voglia di fare e con
un perenne desiderio di avere. Al di là dei casi eclatanti di
studenti che picchiano gli insegnanti, di figli che ammazzano i
genitori, basta andare all’uscita di qualche scuola per
rendersi conto che quella moltitudine che sciama finite le lezioni
appare già del tutto insoddisfatta, oppure apatica, e spesso e
volentieri in preda a un risentimento che alla prima occasione utile
si trasforma in violenza. Mi si potrà obiettare che la mia è
un’opinione personale e sarei contento che fosse così e
che la verità fosse tutto il contrario, ma studi di altri ben
più titolati di me sembrerebbero darmi ragione. In particolare
c’è il risultato di un’indagine promossa dal
Comune di Mantova con particolare riguardo allo stile di vita di
3.710 studenti, un campione abbastanza ampio e di misura tale da
rendere probanti le risultanze e le conclusioni. Per la precisione
sono state coinvolte sette scuole superiori per un totale di quaranta
indirizzi di studi. In particolare è emerso un primo dato
allarmante e cioè che in una famiglia su due ci sono seri
problemi di azzardopatia che è un termine preferito dagli
esperti, rispetto alla ludopatia, e che sta a indicare chi è
affetto da smania di gioco in modo compulsivo. Ne so qualcosa perché
al mio paese ci sono due sale giochi e per una il vedere arrivare i
clienti, parcheggiare come capita, precipitarsi fuori dall’auto
con gli occhi già allucinati per entrare in quello che è
un paradiso e un inferno, è un’esperienza che lascia
attoniti, tanto più che questi maniaci sono di tutte le età,
andando dal giovane di poco maggiorenne all’anziano. Più
che essere indotti al gioco dal desiderio di vincere una somma per
realizzare qualche desiderio, è l’alea in sé che
li attrae, quello stare angosciosamente sul filo del rasoio, da una
parte la vittoria, dall’altra la sconfitta, che sembra dare un
senso alla vita.
Il
secondo dato, pur esso allarmante, è dato dal bullismo, quella
spacconeria laida, violenta e insulsa tipica di chi vessa e insulta i
suoi coetanei e anche qui è emerso che uno su due, almeno una
volta, ne è rimasto vittima. I bulli sono in numero ovviamente
più ristretto, ma costituiscono delle associazioni di fatto
che possono lasciar presagire il loro sviluppo in bande. Un’altra
nota dolente è il consumo dei superalcolici, di cui ogni
sabato sera si notano gli eccessi, o per patenti ritirate, o per
giovani ricoverati in coma etilico al pronto soccorso. Non mancano
ovviamente quelli che, magari in associazione con l’alcool,
ricorrono alle droghe e che sono sempre più numerosi.
Purtroppo il ritratto che esce di questa gioventù è di
quelli che fanno rabbrividire, però non mi sento dare la colpa
a questi ragazzi che si comportano in base all’insegnamento che
hanno avuto, che in casa sono spesso visti come un disturbo, che
crescono idolatrando il consumo in sé e per sé, nella
scia del modus vivendi dei genitori, giovani che inseguono miraggi
materiali del tutto fallaci, a cui i padri e le madri provvedono
dando denaro, perché è più facile che dare
amore. La nostra è una società profondamente malata e
che, in quanto non curata, va naturalmente peggiorando; illusi dalle
promesse, puntualmente disattese, del neoliberismo secondo le quali
tutti possono arricchire, abbandonati da una politica fine a se
stessa, privi di ideali, ci trasciniamo stancamente lungo la strada
della vita, ma noi più anziani, in buona parte colpevoli di
questa situazione, un po’ abbiamo conservato nella memoria di
tempi passati, meno ricchi, ma più umani, mentre loro, i
giovani, non hanno questa opportunità, né possiamo
trasferirla a loro; nulla abbiamo fatto per crescerli e renderli
uomini, e nulla abbiamo quindi a pretendere. Resta solo una speranza:
che nelle insondabili leggi della natura possa avvenire un
aggiustamento, un qualcosa di eclatante che sovverta l’andazzo
attuale.
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