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  Editoriali  »  Mala tempora currunt, sed peiora parantur, di Renzo Montagnoli 21/11/2017
 

Mala tempora currunt, sed peiora parantur

di Renzo Montagnoli



Una cosa è certa: attraversiamo brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori. E’ questa la traduzione della locuzione latina del titolo e Dio sa quanto mi sarebbe piaciuto scrivere che, se le cose non vanno bene ora, invece sono ottime le prospettive per il futuro. Non credo di avere poteri divinatori, ma di avere la capacità, del resto comune ad altri, di osservare e di trarre delle conclusioni che magari possono apparire pessimistiche, ma che purtroppo trovano riscontri in altri elementi valutazione. I giovani di oggi saranno gli uomini di domani e purtroppo sono costretto, mio malgrado, ad ammettere che per lo più ci troviamo di fronte a ragazzi demotivati, privi di idee e di ideali, con poca voglia di fare e con un perenne desiderio di avere. Al di là dei casi eclatanti di studenti che picchiano gli insegnanti, di figli che ammazzano i genitori, basta andare all’uscita di qualche scuola per rendersi conto che quella moltitudine che sciama finite le lezioni appare già del tutto insoddisfatta, oppure apatica, e spesso e volentieri in preda a un risentimento che alla prima occasione utile si trasforma in violenza. Mi si potrà obiettare che la mia è un’opinione personale e sarei contento che fosse così e che la verità fosse tutto il contrario, ma studi di altri ben più titolati di me sembrerebbero darmi ragione. In particolare c’è il risultato di un’indagine promossa dal Comune di Mantova con particolare riguardo allo stile di vita di 3.710 studenti, un campione abbastanza ampio e di misura tale da rendere probanti le risultanze e le conclusioni. Per la precisione sono state coinvolte sette scuole superiori per un totale di quaranta indirizzi di studi. In particolare è emerso un primo dato allarmante e cioè che in una famiglia su due ci sono seri problemi di azzardopatia che è un termine preferito dagli esperti, rispetto alla ludopatia, e che sta a indicare chi è affetto da smania di gioco in modo compulsivo. Ne so qualcosa perché al mio paese ci sono due sale giochi e per una il vedere arrivare i clienti, parcheggiare come capita, precipitarsi fuori dall’auto con gli occhi già allucinati per entrare in quello che è un paradiso e un inferno, è un’esperienza che lascia attoniti, tanto più che questi maniaci sono di tutte le età, andando dal giovane di poco maggiorenne all’anziano. Più che essere indotti al gioco dal desiderio di vincere una somma per realizzare qualche desiderio, è l’alea in sé che li attrae, quello stare angosciosamente sul filo del rasoio, da una parte la vittoria, dall’altra la sconfitta, che sembra dare un senso alla vita.

Il secondo dato, pur esso allarmante, è dato dal bullismo, quella spacconeria laida, violenta e insulsa tipica di chi vessa e insulta i suoi coetanei e anche qui è emerso che uno su due, almeno una volta, ne è rimasto vittima. I bulli sono in numero ovviamente più ristretto, ma costituiscono delle associazioni di fatto che possono lasciar presagire il loro sviluppo in bande. Un’altra nota dolente è il consumo dei superalcolici, di cui ogni sabato sera si notano gli eccessi, o per patenti ritirate, o per giovani ricoverati in coma etilico al pronto soccorso. Non mancano ovviamente quelli che, magari in associazione con l’alcool, ricorrono alle droghe e che sono sempre più numerosi. Purtroppo il ritratto che esce di questa gioventù è di quelli che fanno rabbrividire, però non mi sento dare la colpa a questi ragazzi che si comportano in base all’insegnamento che hanno avuto, che in casa sono spesso visti come un disturbo, che crescono idolatrando il consumo in sé e per sé, nella scia del modus vivendi dei genitori, giovani che inseguono miraggi materiali del tutto fallaci, a cui i padri e le madri provvedono dando denaro, perché è più facile che dare amore. La nostra è una società profondamente malata e che, in quanto non curata, va naturalmente peggiorando; illusi dalle promesse, puntualmente disattese, del neoliberismo secondo le quali tutti possono arricchire, abbandonati da una politica fine a se stessa, privi di ideali, ci trasciniamo stancamente lungo la strada della vita, ma noi più anziani, in buona parte colpevoli di questa situazione, un po’ abbiamo conservato nella memoria di tempi passati, meno ricchi, ma più umani, mentre loro, i giovani, non hanno questa opportunità, né possiamo trasferirla a loro; nulla abbiamo fatto per crescerli e renderli uomini, e nulla abbiamo quindi a pretendere. Resta solo una speranza: che nelle insondabili leggi della natura possa avvenire un aggiustamento, un qualcosa di eclatante che sovverta l’andazzo attuale.


 
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