Governare
il mondo con amore e razionalità
di
Lorenzo Russo
Una
volta, quando ero ancora bambino, vedevo il mondo con altri occhi.
Già,
era proprio così, perchè non ero preso da nessuna
preoccupazione di natura esistenziale.
Vivevo
sensualmente in un altro mondo, per il semplice motivo che per la mia
sussistenza si occupavano in primo luogo i miei genitori, di seguito
i miei parenti più vicini e infine le associazioni
caritatevoli e statali.
Era
il periodo dove la povertà era comune ai più e nel
sopportarla provavano il senso di essere uguali per forza del
destino.
Era
come dire che, non esistendo ricchezza da proteggere, si sentivano
uniti, se non altro per trovare nell'unione la consolazione di non
essere soli a soffrire i mali di questo mondo e quindi godere almeno
la beatitudine dell'unione.
Mi
chiedo tuttora, perchè il mondo non possa sostenersi su questo
schema di sussistenza generale, le cui radici sono fondate sull'amore
dettato dall'appartenenza alla stessa sorte di vita e quindi destino.
No,
purtroppo così non è, e non sarà mai senza
l'impegno serio dell'uomo.
Entrai,
così, più tardi nella fase cognitiva di discernere tra
il diritto di avere di più, quando mi fossi impegnato
maggiormente, e di meno, quando non avessi fatto nulla per migliorare
la mia situazione di vita.
E
qui sta il nocciolo del problema che crea invidie inappropriate verso
i più laboriosi e ingegnosi.
Ritengo,
però, che queste forme di invidie hanno una pur parziale
giustificazione, in quanto non è dato a tutti di possedere
idoneità creative e imprenditoriali, come di vivere nel
periodo e nel luogo più favorevole per svilupparle.
Quando
si afferma che per natura si ha gli stessi diritti, si deve
aggiungere che ogni diritto comporta un obbligo, la cui osservazione
è indispensabile per la coesistenza sociale.
Diritto
e obbligo sono espressione di avere raggiunto un certo grado di
maturità civile, altrimenti diventa problematico
l'appartenenza a una società civilizzata.
La
natura ha fatto sì che gli uomini, pur essendo simili, abbiano
caratteristiche differenti allo scopo di cercarsi e completarsi, ma
anche, come purtroppo spesso accade, contrastanti, da generare
scontri violenti e tragici, da diventare difficile trovare il senso
comune di unione e sostegno.
Ma
sono proprio i contrasti che generano energia di vita, perchè
spingono l'uomo al loro superamento nel quale dimostrare la sua
capacità di sopravvivenza.
Sono
quindi il sale della vita, mentre la perfezione non crea reazione e
quindi energia nuova.
Da
qui necessita la distinzione tra impegni buoni e cattivi, tra
capacità di unire e disunire.
Quando
il cristianesimo insegna che bisogna aiutare chiunque si trovi in
difficoltà, senza interrogarsi se ne abbia un diritto,
rispondo che una tale ideologia è destinata a fallire, come
pure la storia insegna.
Di
fatto, una tale ideologia necessita di esseri geneticamente più
evoluti, per cui la complementerei con il concedere un aiuto a
credito, cioè temporaneo e con l'obbligo di impegnarsi per il
proprio sostegno materiale.
Sarebbe
un accordo che sa di compromesso tra cielo e terra, perchè
sazia gli affamati e tranquillizza le coscienze degli uomini di buona
volontà.
Non
tralascio l'importanza fondamentale delle annunciazioni cristiane per
il progredire dell'uomo.
Sono
loro che lo spingono alla riflessione su come migliorare la
coesistenza umana, superando gli ostacoli sia ambientali sia
caratteriali.
Un
esempio sarebbe che la pace non sia più un derivato della
guerra, ma una conquistata posizione evolutiva e quindi duratura.
Chi
conquista la pace con la forza, la perderà di nuovo con la
forza, perchè non è una pace maturata ma di potere.
Un'analisi
della situazione attuale mi lascia perplesso, già senza
speranza per il futuro.
Il
mondo del lavoro ha già perso da tempo le note sociali che lo
caratterizzavano decenni fa.
Quando
conta solo il rendimento, espresso in prestazioni sempre più
svelte e complesse con il fine ultimo di arricchire i già
benestanti, vedo già una marea di dipendenti senza paga e
sussistenza sociale a tentare la rivoluzione.
Non
è più vita, quando si deve rendere sempre di più
e in sempre meno tempo, quando si deve concorrere con una folta
schiera di richiedenti lavoro a basso costo, quando non si cura
l'ambiente come si dovrebbe. .
Lavoro
è fondamento di vita, perchè è riconoscimento
delle proprie qualità, mezzo di integrazione e accettazione
sociale.
In
questo senso dovrebbero operare i sindacati ,educando i lavoratori al
senso morale e sociale delle loro prestazioni, affinchè la
loro vita acquisti senso e e dignità.
Dubito
che tutto ciò possa avvenire, quando noto che i socialisti
delle ultime generazioni tradiscono gli ideali dei loro padri in
quanto accecati dal benessere materiale raggiunto.
Da
qui il richiamo serio di finirla con gli sprechi sia di materia prima
sia di condotta di vita insana, con lo scopo di soddisfare i
sostenitori dell'economia del consumo illimitato per proprio scopo di
lucro.
È
tempo di rimediare, prima che il malgoverno generale, irrazionale e
cieco, distrugga ogni forma di vita sana e rispettosa.
Se
gli ideali sono l'energia propulsiva a superare i vincoli
dimensionali, la razionalità è strumento di
orientamento per riuscire a mantenere la rotta migliore attraverso le
convulse vicissitudini della nostra esistenza.
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