Un
nuovo disastro, a cui provvedere in un’ Italia da rifare
di
Lorenzo Russo
Le
vittime non contano. Vengono commemorate solennemente dalle autorità,
per dimostrare di essere colpite, ma poi dimenticate negli intricati
intrecci della politica e giustizia, mentre il popolo si strazia
momentaneamente nel dolore, per poi rassegnarsi perchè
abituato al loro ripetersi.
Questa
situazione di stallo resiste allo scorrere del tempo da dare
l'impressione che appartenga alla normalità.
Il
sorgere di uno strano stato di apatia ne è la conseguenza,
capace di creare sollievo fino a risorgere a nuova vita.
Quello
che manca è la partecipazione decisiva e attiva del dopo, con
manifestazioni popolari di protesta contro la consuetudine delle
autorità di guadagnare tempo e così affievolire le
reazioni popolari della disgrazia, fino a farle svanire la sua
tragicità e diventare notizia di cronaca.
Di
questo passo, però, difficilmente cambierà qualcosa nel
meglio.
Pur
coscienti che le disgrazie sono parte della vita, le si affronta
ancor oggi come dovute, invece che come stimolo di reazione cognitiva
e di coscienza.
Tutto
si sapeva in anticipo, ma la fama di far soldi, proprio quando se ne
ha più che abbastanza da essere diventato un modo di vivere
per diritto e capacità dei potenti, ha portato a questa
ennesima catastrofe.
Ed
ora cosa fare? Punire tutti i colpevoli sarebbe la logica
conseguenza, ma non è possibile se non attraverso lunghe
procedure giuridiche, dalle quali ne trarrà i maggiori
vantaggi quella schiera di avvocati abili a escogitare discolpe per i
loro onorati e potenti clienti, così che alla fine questi se
la caveranno con la prescrizione o con verdetti fasulli.
Non
capisco perché
esista
questa norma della
prescrizione,
se non per offrire alla poco concludente giustizia, fin troppo presa
dagli interessi di fazione, la facoltà di non dover decidere a
scapito di un imputato amico o amico di un amico.
A
mio parere, e dato che il vero o i veri colpevoli sono più che
noti, si dovrebbe procedere d'urgenza, con condanne severe e
l'impiego limitato di difensori, sempre accondiscendenti quando il
cliente è straricco e importante nella gerarchia
imprenditoriale e politica del paese, e quindi per loro anche
moralmente non accusabile, seguendo il motto che errare è
umano quando le responsabilità sono troppo pesanti.
Un
difensore onesto non si assumerebbe mai un tale incarico, ma così
è il mondo da quando il denaro vale di più dell'onestà.
Ai
parenti e agli amici delle vittime non resta che il pianto per lenire
l'immenso dolore.
Eppure
un qualcosa potrebbe mutare nella coscienza del popolo, quel qualcosa
che lo farebbe protagonista di un risveglio collettivo, come un
torrente in piena, capace di spazzare via tutto il male che blocca
fin da troppo tempo lo sviluppo sociale del paese.
Oggi
giorno è un'impresa difficilissima da intraprendere, perchè
di fatto ci ha già pensato la piccola cerchia di finanziatori
e dirigenti della grande industria a globalizzare l'economia, e non
solo per arricchirsi ancora di più ma e soprattutto per tenere
meglio sotto controllo i popoli sottostanti con promesse che mai
vorranno mantenere.
Una
nuova forma di schiavitù del lavoro è in atto e si
nutre della scarsità delle offerte e remunerazioni del lavoro
a fronte di una sempre più folta schiera di richiedenti.
La
politica nazionale viene tenuta in scacco con la manovra sullo spread
e la conseguente declassificazione della sua economia.
La
piramide, quale espressione dei rapporti umani, si sta elevando verso
la cima ed allargando verso la base, dove vengono raccolti sempre più
popoli imprigionati da un insieme di dipendenze e necessità
per sopravvivere.
L'aumento
della distanza dalla cima alla base caratterizza la tendenza
dell'elite di allontanarsi dal popolo.
Ma
anche questa tendenza ha un limite, perchè prima o poi si
ripeteranno le rivolte del passato che capovolsero la piramide
facendo dei servi i nuovi padroni.
Mentre
all'inizio i nuovi padroni si daranno da fare per essere migliori,
dopo, e perchè presi dal vizio del potere, cominceranno a
spadroneggiare sulla scia dei vecchi padroni.
Attualmente
non si percepisce alcun segnale di un nuovo risveglio del vero
socialismo mondiale, ancora troppo preso con le sue dimostrate
incapacità di gestire l'economia e la politica per il bene dei
popoli e con l'aggiunta dell'alto grado di corruzione dei suoi membri
e accoliti.
Capitalismo
e socialismo si susseguono, quindi, quale dimostrazione
dell'incapacità dell'uomo a progredire nell'ambito sociale, ma
senza controlli severi e punizioni adeguate non si riuscirà
mai a restaurare un minimo equilibrio tra le classi sociali.
Le
conseguenze ce le mostra la storia, così ricca di grandi
successi come anche di tragedie che fanno della vita un'altalena
pre-programmata da un qualcosa che vale la pena di scoprire.
Sarà
questa scoperta a liberare l'uomo dalla sua inettitudine e ignoranza
finora dimostrate?
Di
certo l'uomo del futuro sarà quello capace di elevarsi dalla
mediocrità egocentrica attuale in quanto vivrà in una
società diventata istruita e operante per il bene comune.
Sarà
il momento nel quale lo spirito umano avrà il meglio sul suo
essere corpo e si eleverà verso confini inimmaginabili, forse
verso la meta finale finora negatagli.
Bisogna
finirla con le battaglie economiche e politiche. È tempo di
sostenere in tutto il mondo un sistema educativo ed istruttivo che
faccia dell'uomo un essere responsabile delle sue azioni in una
società aperta e unita.
Le
ricerche nel campo biologico-molecolare devono orientarsi a modulare
l'uomo verso questa meta perchè è l'unica che
garantisca la sua sopravvivenza.
Il
loro sviluppo definisce e chiarisce tra l'altro il comportamento
dell'uomo con il suo prossimo, quale origine del suo trasformarsi nel
meglio o nel peggio.
Ritengo
che sia proprio da qui che si possa migliorare la formazione genetica
dell'uomo creandogli una identità nuova e progredita.
Questo
dovrebbe essere lo scopo di ogni ricerca umana, e qui aggiungo gli
esercizi introspettivi, per evitare le calamità che finora
sono accadute e rompere con il credo che tutto cambi per non mutare.
E
qui viene in campo il senso vero della religione, da intendere quale
analisi introspettiva da praticare giornalmente alla ricerca degli
stimoli profondi capaci di mutare la propria vita sulla scia del vero
cristianesimo, cioè diventare un essere presente con i suoi
sensi e idee in un mondo migliore per capire e riformare questo in
quanto retrogrado, primitivo.
Questo
è ciò che manca all'uomo nei paesi imprigionati dalla
corsa al consumo.
Non
è che all'uomo manchi l'intelligenza, ma la coscienza che è
arrivato il tempo di allargare i suoi confini di pensiero e azione
per il suo bene e non per la sua distruzione.
I
pericoli di autodistruzione sono attualmente gravissimi e questo
dovrebbe spingerlo definitivamente a rivedere il suo modo di essere.
Di
questa speranza dobbiamo nutrirci, per non soccombere al disgusto che
le continue malefatte dell'uomo recano ai rimasti ancora sinceri e
onesti.
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