Il
corso della vita in questo mondo
di
Lorenzo Russo
Sembra
che esista un moltiplicatore comune, capace di includere tutto ciò
che accade in questo mondo, per poi a un certo punto disfarsi e
ricominciare da capo.
All'inizio
sta l'interesse del singolo verso i suoi più vicini, poi verso
i meno vicini, fino a tentare di comprendere tutto il globo, per poi
necessariamente rompersi per ingestibilità.
Mi
sembra che oggi ci troviamo nella fase finale, per lo meno per quel
che riguarda i rapporti personali, economici e politici.
I
popoli tendono a unirsi quando credono che sia più
vantaggioso, per poi separarsi quando si accorgono di essersi
ingannati, inganno la cui causa sta nel non aver curato il necessario
comune denominatore: appropriarsi del necessario senza pretendere di
più.
Il
risultato è la distruzione anche di quel poco che è
stato creato bene.
Alla
base di tutto questo andare sta quindi l'incapacità dell'uomo
di limitarsi nei suoi bisogni perchè diventati vizi.
Oggi
non si tiene più conto del già raggiunto, che non è
poco, di goderlo ed apprezzarlo prima di riprendere il viaggio verso
mete più lontane e nuove.
Ma
dovrebbero essere mete non scelte a caso e quindi non seguenti il
corso di una economia che troppo distrugge dell'uomo.
Una
tale economia è al servizio di beni che produce senza limiti
per consumatori addestrati appositamente a consumarli, inculcando
incessantemente nelle loro menti che sia l'unica forma di progresso
realizzabile.
Una
economia viziata, quindi, che non tiene neanche conto dell'esistenza
di una gran parte della popolazione priva del minimo sostentamento.
È
un paradosso di grande portata morale ed etica che andrebbe
contrastato energicamente prima che sia troppo tardi.
L'incremento,
senza limiti, della popolazione mondiale è la dimostrazione
di mancanza di intelligenza razionale e non fa altro che accelerare
il corso sopra accennato.
Ma
così è il sistema economico che, per reggersi, ha
bisogno di nuovi utili invece che di persone sane di mente e corpo.
È
una situazione del tutto distorta e voluta da una cerchia di persone
anelanti il dominio del mondo.
Il
primo passo è la globalizzazione dei mercati che costringe i
popoli a unirsi in un costrutto politico mondiale senza che ne
abbiano assunto la necessaria identificazione, che come si sa
abbisogna di un lasso di tempo inestimabile.
In
questo costrutto i popoli sono facilmente controllabili e manovrabili
per i loro scopi.
I
più abili ed astuti assumeranno incarichi più elevati,
mentre per il resto della massa il livello di vita si abbasserà
e l'inganno, quando verrà svelato, sarà troppo tardi.
Ad
ogni modo il processo della vita si fonda tuttora sul nascere,
crescere, sviluppare un qualcosa fino a distruggerlo, ma attenzione a
non buttar giù tutti i muri di protezione nel nome di una
ideologia umanistica d'unione globale per la quale l'uomo non è
ancora maturo.
I
contrasti e le differenze sono il sale della vita perchè
creano l'energia che spinge alla reazione e qualche volta al
miglioramento, mentre l'omologazione lo priverebbe della sua
percezione e creatività individuale.
Di
fatto, l'interruzione di questa linfa vitale renderebbe l'uomo
incapace di vivere come singolo.
È
meglio quindi accettare la vita così come è e sforzarsi
di più a superare le sue manifestazioni più crudeli e
tragiche, dandosi da fare per stabilire tra i sentimenti dell'animo e
la cruda realtà di sopravvivenza un’armonia sociale e di
coscienza.
Da
qui mi sembra chiaro che ogni agognata libertà abbisogni di
regole fondate su principi sani perchè costruttori di rapporti
sociali equilibrati.
Se
gli ideali sono la sorgente della vita, la ragione ne é il suo
regolatore.
Se
tutti quei buonisti invece di impegnarsi accanitamente a portare in
Europa tanti immigrati, si dessero altrettanto così
accanitamente da fare a combattere ogni forma di arricchimento
indebito dei soliti furbi, per esempio pretendendo l'allargamento
dell'istruzione nei paesi più arretrati, otterrebbero migliori
risultati e il mondo migliorerebbe veramente.
Un
serio ammonimento per chi si ispira alle prestazioni super onorate
dei suoi idoli, invece che riflettere meglio in sè sul come
scoprire le sue pur esistenti doti con le quali sentirsi alla pari.
Un
semplice esempio di come il mondo sia complesso, distorto e di come
la colpa sia di chi lo sostiene.
Ma
è così perchè oggi si vive alla rincorsa del
successo facile, per cui chi lo ha raggiunto viene celebrato come un
eroe.
È
in lui che i suoi seguaci si impersonificano e traggono le energie di
identificazione senza note personali.
Cosa
fare quando le coscienze si sono fermate allo stato di ignoranza
infantile?
Che
un popolo in questo stadio venga poi sfruttato, conferma il
ragionamento dei potenti, che sempre esercitano la loro politica
secondo il motto: prima il pane e poi la frusta.
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