Un
futuro a tinte fosche
di
Renzo Montagnoli
C’è
una tragedia immane che incombe sull’uomo moderno e non è
il problema del surriscaldamento globale, che è solo una
conseguenza inevitabile della nostra scelleratezza; purtroppo, e non
ce ne accorgiamo, esiste ormai da tempo una sottile deriva che porta
a una progressiva mutazione antropologica.
Quando
qualcosa non accade di colpo quasi non ce ne accorgiamo, ma ormai è
evidente che l’essere umano uscito dal secondo grande conflitto
mondiale non è più lo stesso. Là c’era un
desiderio di ricominciare, di rinascere a nuova vita sulle ceneri di
ciò che era stato e per questo si aspirava a un lavoro, a una
famiglia, ai figli, un nuovo mondo avrebbe dovuto nascere,
conservando il meglio del precedente, in una continuità che
avrebbe assicurato la consapevolezza di essere artefici di se stessi.
Sogni, soltanto sogni, forse realizzati agli inizi, ma poi persi per
strada, soffocati dalla bramosia di possedere, dalla fobia di
emergere a danno degli altri. Il denaro è potere e tutto è
permesso per averlo, i sentimenti sono debolezze da abolire, niente è
meglio di una posizione di prestigio raggiunta anche con metodi non
cristallini. La furbizia ha sostituito l’intelligenza, così
che oggi gli ignoranti si atteggiano a geni, i disonesti a persone di
successo, gli immorali a esempio da imitare.
Come
abbiamo potuto ridurci così? Giorno dopo giorno abbiamo negato
il nostro passato e abbiamo accettato per vero un futuro roseo,
totalmente artefatto, prospettato dai politici di turno. Abbiamo
lasciato che i nostri figli stessero prima davanti a un apparecchio
TV, e dopo a un personal computer, come se questi fossero la bocca
della verità. Non ci siamo mai opposti a riforme scolastiche
chiaramente peggiorative, abbiamo voluto credere a promesse mai
mantenute, ci siamo illusi che si potesse vivere senza faticare, non
abbiamo insegnato ai nostri figli i veri valori, ma soprattutto non
abbiamo spiegato loro che non si può avere, e quindi
pretendere, tutto, che la rinuncia è il regalo più
prezioso.
E
così il passato è stato presto dimenticato, con la
conseguenza che l’ignoranza delle proprie radici costringe la
gente a non sapere come impostare la vita presente e futura, tanto
che allora ci si affida all’uomo forte, a lui che ha una
soluzione per ogni problema, rimedi che risultano peggiori dei mali
che dovrebbero sanare. Non è un caso se a suo tempo ho scritto
Canti celtici,
richiamando la gente a rammentare un passato, un’origine
indispensabile per restare esseri pensanti, ma questo mio modesto
contributo, come prevedibile, è stato del tutto inutile. Ogni
giorno che passa mi tocca di assistere a voci che si sovrastano, a
comportamenti da tifoserie da stadio, a un trionfo dell’ignoranza
e della disonestà che mortificano chi cerca di conservare un
po’ di intelligenza e difende la propria onestà.
Ovunque, ma soprattutto su Face book mi capita di leggere certi
sragionamenti che fanno rabbrividire, mentre il virus dell’ignoranza
si diffonde rapidamente e contagia ogni struttura. La cosa più
incredibile è che la gente sembra contenta di essere
ignorante, o meglio, non accorgendosi di esserlo, è convinta
di essere decisamente superiore, con inevitabili perniciose ricadute
in ogni campo.
Se
poi volgo lo sguardo all’intorno mi accorgo che sono in aumento
l’avidità, l’indifferenza, l’amoralità
ed è sempre più difficile trovare l’altruismo, i
buoni sentimenti, l’amore disinteressato. Inoltre, la gente non
esprime più opinioni, ma urla verità, le verità
proprie, adattate ai loro interessi, così che l’individuo,
bombardato da tanti clamori, non è più in grado di
sapere ciò che è vero e ciò che è falso;
in questa confusione piano piano più la notizia è
incredibile, più finisce con l’essere creduta, grazie a
un progressivo asservimento mentale che conduce all’impossibilità
che possa insorgere il dubbio, insomma una specie di lavaggio del
cervello.
Si
prospettano quindi tempi bui, un periodo oscuro di non prevedibile
durata e che allo stato attuale appare estremamente difficile da
contrastare.
Il
futuro è a tinte fosche e non riesco a immaginare un mondo
popolato da uomini sempre più antropologicamente modificati,
l’unica cosa che so è che sarà un mondo
senz’anima.
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