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  Editoriali  »  La scelta, tra il vivere per rivalutarsi o morire pur vivendo, di Lorenzo Russo 30/08/2019
 
La scelta, tra il vivere per rivalutarsi o morire pur vivendo

di Lorenzo Russo





È giusto sognare, fa bene all'animo, e ,oggi, sono molti i sognatori di un mondo pacifico e unito.

Purtroppo la realtà della vita distruggerà tutti i sogni, ma nel frattempo si è data dimostrazione di coraggio, nel voler intraprendere un qualcosa che è fuori dai limiti dimensionali, cioè da quelli concessi all'uomo.

Che colpa ne ha lui, se deve vivere qui, invece che in un'altra dimensione migliore?

Nessuna colpa, quindi, e qui aggiungo, che è meglio sopperire per un qualcosa di fantastico, che soggiacere, sia pure per incapacità e o idiozia naturale, sotto la costrizione dimensionale.

È solo nel mettersi in movimento che si aprono all'uomo diverse vie, anche se la scelta gli diventa ardua, perchè sconosciuta, impervia, temuta.

E qui è necessaria una preparazione accurata e seria, senza paura di dover pagare un prezzo troppo elevato, perchè un prezzo ancora maggiore si pagherebbe facendo niente, in quanto si vivrebbe in un vicolo cieco.

E adesso mi domando: come dovrebbe comportarsi l'uomo, affinchè il sogno perduri il più tempo possibile, e fino a quando dovrebbe assumersi il compito di sostenere chi non avesse voglia di intraprendere questo viaggio fantasioso, sia perchè troppo oneroso e incerto, sia perchè il sistema assistenziale di una società moderna già gli permette di sopravvivere al meglio sulle spalle di chi è dotato di più energie dinamiche, creative.e generose.

E qui sta il nocciolo della questione, e cioè, se l'uomo sia educabile, istruibile per questa impresa, che certamente gli permetterebbe finalmente di vivere senza gravi conflitti e guerre, come purtroppo è stato finora nel corso della sua esistenza.

Io, personalmente, non credo che una tale riforma societaria sia possibile, però mi compiaccio nel vedere qualche migliaia di persone radunarsi per proclamare l'amore universale, sebbene poi devo ammettere che, all'infuori di una bella festa dei cuori, pochissimo o niente muterà nel loro senso.

Vorrei vedere i loro sguardi desolati, le lacrime scorrere sui loro visi, una volta che perdessero il posto di lavoro, perchè occupato da un nuovo arrivato, disposto a lavorare a minor costo, cioè a sacrificarsi di più.

E qui sta il secondo nocciolo della questione, e cioè che, senza una radicale riforma del mondo del lavoro e delle relative strutture economiche sociali il tanto osannato mondo, unito nell'amore, crollerebbe immediatamente.

Da qui, la mia richiesta, sul come si potrebbe organizzare questo osannato mondo unito nell'amore.

Purtroppo non esistono risposte, perchè l'uomo è un animale, docile quando ha tutto ciò di cui ha bisogno o vuole, rapace e selvaggio nel caso contrario.

Finora non ho mai sentito presentare proposte, praticabili e vincolabili, dai rappresentanti dell'amore universale, come sono le persone buone, la casta dei prelati che vive senza preoccupazioni esistenziali e chi ha un lavoro e un reddito garantito, più o meno elevato.

Tutti i loro annunci si rivolgono sempre al popolo minuto, ben sapendo di ottenere più ascolto e sostegno, ma mai a coloro che, tutti insieme, potrebbero mutare sostanzialmente il sistema economico sociale universale.

Un piccolo credente può essere addomesticato, perchè, non avendo poco o nulla da perdere, tende più facilmente a credere nei sogni dei quali si nutra la sua forza di sopravvivenza, ma non accade mai per chi ha troppo da perdere.

Al più, i ricchi e benestanti sono disposti a finanziare progetti umanitari per pura propaganda o per calmare i loro rimorsi di coscienza, ma mai per rinunciare a tutto ciò che ritengono un diritto acquisito.



Ammettendo il caso che i sostenitori dell'amore universale avessero il sopravvento, si accorgerebbero in breve tempo che il loro mondo si reggerebbe solo con un sistema politico dittatoriale, perchè è solo così che potrebbero tenere il popolo servo e disciplinato per i loro diritti di potere.

Eh sì, perchè è il potere (realtà terrena) il vero padrone della vita, è lui che si serve in alternanza dei buoni e dei cattivi per manifestarsi.

E qui entra in campo l'esperienza storica, su come questi sistemi siano andati a finire.

Si deve sempre tener conto che l'uomo è, nella sua formazione, un essere inaffidabile perchè è timoroso di essere sopraffatto, per cui è da escludere che possa creare uno stato permanente di armonia e serenità.

Le energie, che lo hanno creato e mantengono in vita,si consumano e si rigenerano sempre sullo stesso modulo.

Ed è qui che il polo della materia vince su quello degli ideali umanitari, ma sarebbero guai più grossi se l'uomo non riuscisse a tenerli in equilibrio, perchè anche la materia ha bisogno degli ideali per rigenerarsi e rimanifestarsi.

Questo è il compito maggiore, affidato all'uomo da chi l'ha creato a sua somiglianza, tramite le sue qualità ragionevoli e la sua volontà di affrontare il nuovo.

Il compito della ragione è di creare equilibrio tra i pensieri e i sentimenti, un compito non facile, in quanto entrambi tendono a diventare incontrollabili e dannosi.

Lo si nota, oggigiorno, nelle azioni dei numerosi buonisti operatori, manovrati dall'alta finanza e politica mondiale per scopi contrari ai loro annunci, a tal punto da ricevere sostegno sia peculiare sia umanitario sia ideologico anche dai tanti altri buoni di cuore, ma non di intelletto, da mettere in grave crisi una intera nazione.

Il fine è sempre lo stesso: rafforzare il potere finanziario, politico e religioso di pochi per impadronisti di più del dovuto.

Chiunque li aiutasse dovrebbe accorgersi ben presto di essere stato influenzato e strumentalizzato, così come è nel gioco degli scacchi, nel quale ogni figura ha un suo compito preciso da eseguire, perchè il senso del gioco è di vincere, usando l'intuito e la ragione che dettano le mosse migliori.

Il premio della vittoria va in maggior parte al Re e alla Regina (simboli del realtà terrena), il resto viene distribuito, in parti proporzionali al valore loro attribuito, ai nobili e infine il resto va ai pochi pedoni rimasti in vita.

Atttenti però, perchè in ogni servo potrebbe nascondersi un padrone, quando le circostanze lo favorissero.

Servo e padrone sono il cardine della realtà terrena, dal loro contrastarsi si alimenta l'energia della vita umana.

Si delinea, così, un sistema molto complesso e intricato ancora inesplorabile per l'uomo, da poter ammettere che egli sia succube del suo destino.










 
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