Qualcuno
da odiare
di
Renzo Montagnoli
E’
trascorso poco tempo da quando ho scritto un articolo intestato Un
futuro a tinte fosche (credo che non siano neppure due mesi)
e la storia ovviamente non si è fermata, perché per sua
natura è sempre in movimento. Non è che sperassi in
un’inversione di tendenza perché la mutazione
antropologica degli esseri umani è del tutto impossibile che
possa arrestarsi, o addirittura che venga meno in un così
breve periodo temporale. Purtroppo, giorno dopo giorno, i miei
timori, fondati su una ipotesi che trova sempre più conferma,
sono aumentati, alla luce di quanto vedo che accade nel nostro paese.
Non intendo fare una discussione politica, perché la politica
è frutto di quel che sono gli italiani adesso, ma desidero
soffermarmi su caratteristiche e fenomeni che devono necessariamente
preoccupare. Senza per forza frequentare quella grande piazza che è
facebook, ma basandomi su osservazioni del mondo reale, e quindi non
virtuale, devo dire che è palpabile, che è chiaramente
avvertibile l’odio che serpeggia. Sembra quasi che molta la
gente ormai viva solo per odiare e che non sia possibile un confronto
culturale basato sul reciproco rispetto, insomma la società
italiana, e probabilmente anche l’intera umanità, sono
gravemente ammalati, orfani di ideali che non sono i suggerimenti
spacciati ogni giorno dai media come metodi di vita. In questo
contesto di astiosità, permeata anche da un’ignoranza
sempre più diffusa, va prendendo piede, dopo che per anni
pareva sopito, il razzismo. Le vittime solo le solite, e cioè
gli ebrei, i neri e i diversi, peraltro tutte persone che non portano
benzina al fuoco della discriminazione, perché i loro
comportamenti sono normalmente da persone più che civili. Non
mi si venga a dire che gli scalmanati che si crogiolano nell’odio
sono una minoranza, perché non è così e proprio
per questo è tanto più grave il comportamento di chi
accende micce qua e là, di chi, magari per fini elettorali,
vuole portare un intero paese al rischio di una guerra fratricida.
Sono più che convinto che se si fermano gli incendiari il
fuoco che divampa perde forza, senza comunque spegnersi del tutto,
perché questo malanimo è talmente radicato che
occorrerà più di una generazione per tornare a una vita
serena.
Si
dice che chi odia è scontento, e può anche essere, ma
voler male agli altri non risolve i problemi, anzi li acuisce; si
dice che questi fanatici si comportino così perché si
sentono traditi, perché sono convinti di essere stati
turlupinati, ma in tal caso si dovrebbero fermare un momento a
ragionare per chiedersi come mai ci siano persone che stimolano i
loro istinti più bassi, quali interessi esse abbiano, quali
fini si propongano. Se in loro sono rimaste briciole di intelligenza
e di coscienza non potranno che convenire di aver riposto la loro
fiducia in chi invece li inganna ancora di più. Nel caso che
ciò si dovesse verificare, non vorrei essere nei panni degli
incendiari, perché con ogni probabilità il fuoco che
hanno volutamente appiccato si rivolgerebbe contro di loro.
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