Questo
pazzo, pazzo mondo
di
Renzo Montagnoli
Oggi,
al risveglio, mentre pigramente restavo al calduccio fra le coperte,
mi sono venuti in mente dei piccoli fatti per certi versi
inspiegabili, ma che danno una misura di quanto siamo diversi a
questo mondo e come in questa diversità ci possano essere dei
comportamenti quanto mai sconcertanti. Ne parlo di seguito, così
è più facile capire.
Anni
fa un poeta mi scrive e chiede che venga pubblicata sul mio sito
Arteinsieme la recensione di una sua silloge; ricordo che gli ho
detto che questo era possibile nel caso si fosse trattato di autori
che pubblicavano sul sito stesso e lui per tutta risposta mi ha detto
che avrebbe provveduto in merito. Da parte mia, confidando in una
persona seria, ho pubblicato la recensione, ma non ho visto arrivare
nessuna poesia. Non mi sono incavolato, perché in fondo era
cosa da poco, ma mi sono arrabbiato quando alcuni mesi dopo mi ha
proposto la pubblicazione della recensione di un’altra sua
opera, al che gli ho ribadito che aveva disatteso la promessa fattami
precedentemente. Lui non si è scomposto più di tanto,
rinnovando la promessa, ma questa volta non ho ceduto. Morale della
storia: forse sarà un gran poeta, anche se non ho mai letto
niente di suo, ma come uomo è piccolo piccolo.
Un’altra
vicenda, invece, è del corrente anno e questa, senza che mi
provocasse un’arrabbiatura, comunque mi ha lasciato l’amaro
in bocca. Io leggo molti libri e poi ne scrivo recensioni che
pubblico anche su un sito specializzato che è una fonte
notevole per orientarsi nelle scelte e che consiglio di utilizzare.
Si tratta di Qlibri, un magazine snello, di facile e utile
consultazione e che mi vede nella classifica dei recensori ai primi
posti, non tanto per la qualità, ma per la quantità.
Nel caso nel data base non siano presenti certi titoli, si
inseriscono e poi si resta in attesa che la scheda libro sia
approvata per poi immettere la recensione vera e propria. Il tempo
d’attesa fra l’inserimento e l’autorizzazione è
variabile, ma comunque fino allo scorso anno non ha mai superato le
due settimane. Poi, qualcosa deve essere accaduto, questo questo
ritardo fisiologico si è dilatato a dismisura, arrivando
perfino a tre mesi. Ho chiesto se c’erano dei problemi e mi
hanno risposto che li stavano risolvendo; io ho continuato a inserire
nuove schede libro, speranzoso, ma a un certo punto, visto che
apparivano autorizzazioni di altre schede, e non le mie, mi sono
informato presso altri che pubblicano sullo stesso sito e così
ho appreso che quelle autorizzazioni erano relative a inserimenti ben
successivi ai miei. Ho chiesto allora ai responsabili di Qlibri di
spiegarmi il perché, ma dopo sette mesi non ho avuto ancora
risposta, e del resto non collaboro più con loro.
Dunque,
nell’uno e nell’altro caso, si tratta di fatti di poco
conto, ma che evidenziano come, se non la pazzia, la stranezza prenda
sempre più a caratterizzare il nostro mondo. Del resto, se nel
primo caso non mi aspettavo nulla, nel senso che non intendevo
perpetuare la buggeratura, nel secondo mi pare che una risposta a una
domanda peraltro educata sarebbe stata d’obbligo.
Ci
sarebbero poi altri accadimenti, ma sembrano essersi volatilizzati
nella mente, perché da un po’ di tempo sono talmente
frequenti da apparire normali, come nel caso di quello che mette in
sosta l’auto, impedehndo l’accesso a un parcheggio
pressoché vuoto, oppure di quella che all’ipermercato,
mentre stai a fermo a scegliere la merce, ti tampona con il carrello
e ti grida di stare attento, come se la colpa fosse tua e non sua.
Piccoli
segni, ma importanti se raccordati, per dimostrare che il nostro
mondo sta impazzendo e, in barba alla teoria darwiniana, è più
logico pensare a una progressiva involuzione.
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