Come
sta cambiando rapidamente il mondo
di
Lorenzo Russo
Al
centro di questo cambiamento sta l'uomo che, reduce da tantissimi
conflitti che gli hanno procurato molte sofferenze e disastri, sembra
di aver finalmente capito che senza l'unione dei popoli non potrà
mai creare un futuro migliore .
Abbiamo
tutti la stessa origine, lo stesso destino, le stesse prove da
superare.
L'unica
cosa che gli manca è l'intelligenza di vedere oltre i confini
terreni.
Relegato
in essi, ha difficoltà di liberarsi, tanto è attirato
dalle voluttuosità della vita in terra, da dimenticare di non
essere solo, che tutti gli esseri umani hanno il diritto di vivere in
libertà e benessere.
Ed
è così che l'uomo ha incominciato a fare un passo
decisivo in questo senso, globalizzando l'economia.
Purtroppo,
se la globalizzazione dell'economia è più semplice da
effettuare, perchè segue fini di puro guadagno, imposto dalla
casta dei potenti a scapito delle popolazioni che in essa vengono
schiavizzate, l'unione dei popoli rischia di rovinare quel poco che,
secoli dopo secoli, l'uomo è riuscito ad attuare, senza
mettere a rischio la sopravvivenza degli stati coinvolti.
Sarebbe
meglio, quindi, che gli stati rimanessero liberi e autonomi nei loro
confini, ma uniti davanti ai grandi problemi, che inevitabilmente
possono essere affrontati e risolti solo insieme.
In
poche parole, è meglio concedere il tempo necessario alla
mescolanza delle culture, per non creare repulsioni e giustificabili
timori di perderle.
L'omologamento
delle culture deve avvenire di pari passo con la capacità dei
popoli di ritenerlo giusto e necessario, cioè deve essere
dimostrazione di sviluppo sociale e intellettuale raggiunto, e non
una costrizione imposta dai poteri forti.
Da
qui, non credo che oggi vengano prese le decisioni più idonee,
e questo considerando che i popoli non si lasceranno più
facilmente globalizzare, cioè schiavizzare.
Di
fatto, ogni popolo ha una propria storia che delinea la sua identità,
a partire dai costumi, dalla lingua parlata, anch'essa formatasi nel
corso dei secoli, dal modo di ragionare ed agire, insomma penso che
il voler unificare i popoli nello stesso lasso di tempo dell'economia
risulterà un'impresa molto rischiosa se non già
fallimentare.
Libertà
e benessere sono requisiti non negoziabili, soprattutto se i
negoziatori appartengono alla casta di privilegiati.
La
storia ci insegna, come andarono a finire tutti i progetti di unione,
che i potenti di turno vollero realizzare con la forza e
sottomissione.
I
popoli, oggi, non si lasciano più prendere per i fondelli. Di
questo i potenti dovrebbero tenere conto, prima di intraprendere
azioni velanti i loro stessi interessi, invece che quelli dei popoli.
Libertà
o cara, quante vittime richiedi ancora dai tuoi seguaci, per
migliorare questo mondo non governabile.
Ma
tutto questo riguarda solo l'esistenza dell'uomo nella sua
composizione fisica, nella quale sosta il suo spirito per volontà
superiore.
In
essa l'uomo è debole e primitivo, un prigioniero quindi, da
immaginarmi che egli sottostia a una punizione per insubordinazione a
un ordine imposto da una Energia superiore.
Che
l'uomo sia stato un Dio esiliato per incapacità o
presuntuosità? Che esistano diverse categorie di Dei, sempre
in lotta tra di loro per gelosia, presuntuosità, fame di
potere, come ci riferisce la mitologia greca?
Il
tutto mi riporta a un mio vecchio concetto, che lassù accadano
gli stessi tafferugli come qui in terra.
Tutto
ciò che succede in terra è limitato e incostante,
variabile e incapace di superare i confini che sono definiti
dall'appartenenza a una dimensione inferiore ad altre esistenti.
In
essa, i contrasti sono l'energia della vita, per cui mai sarà
possibile creare serenità e concordanza durature.
Si
definisce così l'esistenza di un microcosmo e un macrocosmo,
tra di essi intermittenti, ma non interscambiabili, se non alla fine
del tempo dovuto.
Come
ho già affermato qui sopra, gli uomini sono gli abitanti del
microcosmo per volontà superiore, volontà che agisce in
ogni dimensione esistente nell'Universo e che tiene il tutto
intrappolato in una rete paragonabile a una grande prigione.
In
essa si svolgono continuamente mutazioni e assorbimenti tra energie
potentissime per portare a termine un piano ben preciso o lasciato al
caso.
All'uomo
non sarà mai dato di scoprirlo e farlo proprio. Troppo forti
sono le energie che lo compongono e mantengono ancora in vita.
Ma
allora che cosa ha dato origine al tutto, cosa c'è dietro il
paravento che offusca la nostra vista e intelletto?
Ritornando
alla dimensione terrena, a volte mi immagino che in essa l'uomo abbia
un ruolo ben definito da assumere, e che alla fine della sua vita il
suo spirito rimanga come in una sala d'attesa tra cielo e terra, fino
al momento in cui gli verranno affidati nuovi compiti, per lo
svolgimento dei quali assumerà un'altra composizione esterna,
che spero sia migliore dell'attuale.
Ciò
che si ritiene sia il paradiso, il purgatorio e l'inferno non altro
potrebbe riflettere che lo stato d'animo del singolo nel corso della
sua vita.
Da
qui, chi si impegnasse a essere buono e utile vivrebbe già in
un proprio paradiso, mentre gli altri in una situazone alternante tra
castigo e speranza di assoluzione.
Di
più non è dato ai poveri mortali, ma è l'unica
prerogativa per il dopo.
Di
per sè, la vita dell'uomo è paragonabile a un campo di
battaglia, dove vincitori e vinti si alternano come per rigenerare le
energie consumate nel confronto.
Ed
è qui che si tende a credere che tutto ciò sia
indispensabile per meritarsi una vita migliore nel dopo.
O
forza della sopravvivenza! quando smetterai di ingannare l'uomo,
relegandolo in tutte quelle forme delle illusioni che la sua fantasia
è in grado di creare!
Alle
illusioni ricorre l'uomo ogni qualvolta che non riesce a scoprire e
comprendere una verità, assoluta o no che sia, e quando non è
capace di risolvere i suoi tanti problemi esistenziali.
Allora,
è meglio vivere come vissero i trecento eroi spartani, che
scelsero di morire da eroi, invece che vivere da schiavi.
Non
riesco a trovare una logica utile e costante, anche quando credo che
l'unico punto fermo sia la forza di sopravvivere. Di fatto, è
lei che fissa le regole che regolano le sue condizioni di vita in
terra.
Chiunque
cerchi di mutarle o anche di sviarle è, qui, un perdente, ma
molto probabilmente crede di vincere nel dopo, perchè anche
questa credenza o illusione è parte del gioco che regge il
tutto.
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