Semplice,
più semplice, semplicissimo!
di
Lorenzo Russo
Su
questi parametri dovrebbe essere governato il mondo, ma purtroppo
così non è, e stimo che mai lo sarà.
È
giusto, e addirittura indispensabile, cercarne le cause, quando si
volesse marginare le colpe per gli errori che continuamente vengono
fatti.
Sarebbe
come uscire dal guscio che tiene imprigionato l'uomo sin dal suo
apparire in questa dimensione limitata, restrittiva.
La
ricerca dell'origine del male, che lo accompagna giornalmente,
dovrebbe essere materia idi insegnamento di primo piano nelle scuole
superiori per poter ammettere di essere più o meno maturo per
la vita da adulto.
Ritengo
che sarà il futuro, con i suoi disastri tuttora difficili da
definire, a imporlo nel nome di una forza suprema, per sopravvivere
qui, o altrove qualora si sarà presentata una possibilità.
Il
titolo di questa mia, che distingue tre fasi della necessià di
rimediare in tempo, la dice lunga sulla sua prerogativa assoluta.
La
vita umana è diventata troppo complicata, da poter essere
governata per il bene dei suoi membri.
Sono
i più abili, perchè più intelligenti, istruiti,
determinati, volenterosi, e aggiungo fortunati, che hanno complicato
il vivere della massa, che, perchè meno determinante e
istruita e fortunata, si è lasciata soggiogare dal fascino
della complessità delle loro scoperte tecniche scientifiche,
imposte con annunci mirabili di essere indispensabili per migliorare
le condizioni della vita di tutti.
Solo
dopo, il popolo minuto si accorgerà di essere stato ingannato,
quando sarà palese il vero motivo dei loro annunci, quello
della bramosia di distinguersi ed esercitare il potere.
Aggiungo,
che più complesso, rasante e frenetico è il sistema
tecnico-scientifico introdotto e più la massa farà
fatica a tenerne il passo.
All'inizio
tenderà a concorrere, se non altro perchè spinta dal
proprio orgoglio di non volere essere di meno valore, ma poi si
accorgerà di non avere i necessari requisiti e incomincerà
ad opporsi e protestare.
Da
qui il sorgere di tensioni popolari sempre più forti e
violente, da qui la necessità di una autorità giusta ed
equilibrata, ma sempre autorevole e capace di creare unione.
Ed
è qui che è indispensabile creare un rapporto
collettivo di non superiorità tra i più e i meno
elevati ceti della popolazione, capace di attenuare le insorgenti
tensioni psicologiche e sociali.
Il
primo passo è il considerare di fondamentale valore sociale
ogni mansione esercitata, ma per farlo è necessario investire
molto di più nell'educazione e istruzione basiliari, con il
fine di superare le grandi differenze sociali ancora esistenti.
Di
certo, è un impegno che richiede un lasso di tempo molto più
vasto di quanto si possa stimare, ma guai a non tenerlo già
ora nella massima considerazione per il bene dell'Umanità.
Il
fine è quello di rimodulare l'uomo proiettandolo in una
dimensione senza restrizioni intellettuali, sociali, civili e
lavorative.
Il
nuovo uomo deve sentirsi richiamato ai principi di solidarietà
sociale, senza i quali non riuscirà mai a raggiungere il carma
delle sue origini divine, perse nel suo apparire in terra.
Religione
e diritto civile devono confrontarsi per trovare le convergenze
necessarie allo sviluppo dell'Umanità.
Guai,
però, a non tenere in conto, che l'uguaglianza, priva dello
sviluppo personale individuale, non crea progresso, bensì
costrizione e subordinazione totalitaria che porta al consumo delle
energie ricreative della vita.
Da
qui, il secondo passo sarebbe il sorgere di una cooperazione
industriale e commerciale con il fine di produrre prodotti, sempre
migliori e sani, da distribuire tra le popolazioni per la
soddisfazione dei bisogni primari.
.Oggigiorno
si dovrebbe già capire che un vivere per accumulare profitti,
privilegi e consumi personali etravaganti è segno di
arretratezza, ignoranza.
Per
il momento sono esplicitamente contrario alla fusione politica dei
popoli, perchè, in considerazione del livello intellettuale e
cognitivo raggiunto e del sentire comune umano, non la ritengo
realizzabile se non con l'imposizione, mentre un sistema confederale
avrebbe più possibilità di realizzazione.
La
forza è ebbene l'energia della vita, ma anche il nemico della
civiltà, quando viene impiegata per scopi personali. Non è
così, che la classe al potere si serve della massa per i
propri scopi?
Le
tre fasi, riportati dal titolo di questa mia, rappresentano anche il
metodo per scoprire un qualcosa della verità assoluta, che è
quella che tiene insieme tutto l'universo.
Solo
un animo semplice e puro porta alla scoperta delle cognizioni
profonde, rivelatrici e salvifiche per l'animo umano. Se la fede è
l'energia della vita, la ragione la rende praticabile alle raggiunte
condizioni umane.
Si
incomincia con prudenza, per poi immergersi sempre di più in
una dimensione d'apprendimento che dà alla vita un tutt'altro
significato del comune.
Con
riguardo al processo migratorio, messo in atto da gruppi di persone,
che non altro vogliono che allargare la loro posizione di potere,
destabilizzando le economie e società concorrenti, aggiungo
che i popoli non dovrebbero emigrare per poter sopravvivere.
L'emigrazione
in massa non migliora la loro situazione, anzi crea gravi tensioni e
sfruttamento.
Non
esiste un emigrante che non abbia nostalgia del paese e delle persone
che ha lasciato.
Emigrazione
è sempre stata accompagnata dal calcolo politico del quale si
sono serviti le religioni, i poteri forti e i partiti in declino di
consenso.
Per
contrastarla ritengo necessario far molto di più per
migliorare le condizioni della vita dei popoli bisognosi,
incominciando dall'istruzione, inserimento di regole di comportamento
che migliorino l'ordine pubblico e familiare.
Personalmente
non ritengo che l'uomo possa emanciparsi a tal punto da convogliare
automaticamente verso la unione mondiale.
A
frenarlo è la sua natura stessa che lo ha reso così
come è: debole, invidioso, timoroso, diffidente, corrotto,
egoista, prepotente, traditore.
Il
potere è sempre un'arma pericolosa e costrittiva per i suoi
scopi, per cui ci sarà sempre un gruppo limitato di forti
contro uno molto più numeroso di deboli.
Dal
confronto si rinnova l'energia maligna che tiene i contraenti in
ballo senza via d'uscita.
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