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  Editoriali  »  Semplice, pił semplice, semplicissimo!, di Lorenzo Russo 22/02/2020
 
Semplice, più semplice, semplicissimo!

di Lorenzo Russo





Su questi parametri dovrebbe essere governato il mondo, ma purtroppo così non è, e stimo che mai lo sarà.

È giusto, e addirittura indispensabile, cercarne le cause, quando si volesse marginare le colpe per gli errori che continuamente vengono fatti.

Sarebbe come uscire dal guscio che tiene imprigionato l'uomo sin dal suo apparire in questa dimensione limitata, restrittiva.

La ricerca dell'origine del male, che lo accompagna giornalmente, dovrebbe essere materia idi insegnamento di primo piano nelle scuole superiori per poter ammettere di essere più o meno maturo per la vita da adulto.

Ritengo che sarà il futuro, con i suoi disastri tuttora difficili da definire, a imporlo nel nome di una forza suprema, per sopravvivere qui, o altrove qualora si sarà presentata una possibilità.

Il titolo di questa mia, che distingue tre fasi della necessià di rimediare in tempo, la dice lunga sulla sua prerogativa assoluta.

La vita umana è diventata troppo complicata, da poter essere governata per il bene dei suoi membri.

Sono i più abili, perchè più intelligenti, istruiti, determinati, volenterosi, e aggiungo fortunati, che hanno complicato il vivere della massa, che, perchè meno determinante e istruita e fortunata, si è lasciata soggiogare dal fascino della complessità delle loro scoperte tecniche scientifiche, imposte con annunci mirabili di essere indispensabili per migliorare le condizioni della vita di tutti.

Solo dopo, il popolo minuto si accorgerà di essere stato ingannato, quando sarà palese il vero motivo dei loro annunci, quello della bramosia di distinguersi ed esercitare il potere.

Aggiungo, che più complesso, rasante e frenetico è il sistema tecnico-scientifico introdotto e più la massa farà fatica a tenerne il passo.

All'inizio tenderà a concorrere, se non altro perchè spinta dal proprio orgoglio di non volere essere di meno valore, ma poi si accorgerà di non avere i necessari requisiti e incomincerà ad opporsi e protestare.

Da qui il sorgere di tensioni popolari sempre più forti e violente, da qui la necessità di una autorità giusta ed equilibrata, ma sempre autorevole e capace di creare unione.

Ed è qui che è indispensabile creare un rapporto collettivo di non superiorità tra i più e i meno elevati ceti della popolazione, capace di attenuare le insorgenti tensioni psicologiche e sociali.

Il primo passo è il considerare di fondamentale valore sociale ogni mansione esercitata, ma per farlo è necessario investire molto di più nell'educazione e istruzione basiliari, con il fine di superare le grandi differenze sociali ancora esistenti.

Di certo, è un impegno che richiede un lasso di tempo molto più vasto di quanto si possa stimare, ma guai a non tenerlo già ora nella massima considerazione per il bene dell'Umanità.

Il fine è quello di rimodulare l'uomo proiettandolo in una dimensione senza restrizioni intellettuali, sociali, civili e lavorative.

Il nuovo uomo deve sentirsi richiamato ai principi di solidarietà sociale, senza i quali non riuscirà mai a raggiungere il carma delle sue origini divine, perse nel suo apparire in terra.

Religione e diritto civile devono confrontarsi per trovare le convergenze necessarie allo sviluppo dell'Umanità.

Guai, però, a non tenere in conto, che l'uguaglianza, priva dello sviluppo personale individuale, non crea progresso, bensì costrizione e subordinazione totalitaria che porta al consumo delle energie ricreative della vita.

Da qui, il secondo passo sarebbe il sorgere di una cooperazione industriale e commerciale con il fine di produrre prodotti, sempre migliori e sani, da distribuire tra le popolazioni per la soddisfazione dei bisogni primari.

.Oggigiorno si dovrebbe già capire che un vivere per accumulare profitti, privilegi e consumi personali etravaganti è segno di arretratezza, ignoranza.

Per il momento sono esplicitamente contrario alla fusione politica dei popoli, perchè, in considerazione del livello intellettuale e cognitivo raggiunto e del sentire comune umano, non la ritengo realizzabile se non con l'imposizione, mentre un sistema confederale avrebbe più possibilità di realizzazione.

La forza è ebbene l'energia della vita, ma anche il nemico della civiltà, quando viene impiegata per scopi personali. Non è così, che la classe al potere si serve della massa per i propri scopi?

Le tre fasi, riportati dal titolo di questa mia, rappresentano anche il metodo per scoprire un qualcosa della verità assoluta, che è quella che tiene insieme tutto l'universo.

Solo un animo semplice e puro porta alla scoperta delle cognizioni profonde, rivelatrici e salvifiche per l'animo umano. Se la fede è l'energia della vita, la ragione la rende praticabile alle raggiunte condizioni umane.

Si incomincia con prudenza, per poi immergersi sempre di più in una dimensione d'apprendimento che dà alla vita un tutt'altro significato del comune.



Con riguardo al processo migratorio, messo in atto da gruppi di persone, che non altro vogliono che allargare la loro posizione di potere, destabilizzando le economie e società concorrenti, aggiungo che i popoli non dovrebbero emigrare per poter sopravvivere.

L'emigrazione in massa non migliora la loro situazione, anzi crea gravi tensioni e sfruttamento.

Non esiste un emigrante che non abbia nostalgia del paese e delle persone che ha lasciato.

Emigrazione è sempre stata accompagnata dal calcolo politico del quale si sono serviti le religioni, i poteri forti e i partiti in declino di consenso.

Per contrastarla ritengo necessario far molto di più per migliorare le condizioni della vita dei popoli bisognosi, incominciando dall'istruzione, inserimento di regole di comportamento che migliorino l'ordine pubblico e familiare.

Personalmente non ritengo che l'uomo possa emanciparsi a tal punto da convogliare automaticamente verso la unione mondiale.

A frenarlo è la sua natura stessa che lo ha reso così come è: debole, invidioso, timoroso, diffidente, corrotto, egoista, prepotente, traditore.

Il potere è sempre un'arma pericolosa e costrittiva per i suoi scopi, per cui ci sarà sempre un gruppo limitato di forti contro uno molto più numeroso di deboli.

Dal confronto si rinnova l'energia maligna che tiene i contraenti in ballo senza via d'uscita.


 
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