Quando
il popolo dorme
di
Lorenzo Russo
Dove
stai andando? Vado in cerca di lavoro. E perchè lo devi
cercare? Non esiste un centro occupazionale?
Esisteva,
ma è poi fallito. Come mai? Perchè i ricercanti lavoro
erano diventati troppo pretestuosi.
Ma
non c'era uno psicologo a curarli del vizio di voler vivere senza
rendimento?
Non
piu, era stato proibito dalla classe buonista, che credeva
nell'onestà dei lavoratori.
Un
tempo i lavoratori facevano pena, soprattutto a quelli che credevano
che l'uomo sia, di per sè, buono e che sia il mondo crudele e
sfruttatore del lavoro a renderlo apatico, disinteressato, cattivo.
Ma
questo è vero solo quando non si abbia dato spazio al merito,
cioè alla volontà di creare un qualcosa di utile per sè
e la società della quale si è membri.
E
qui aggiungo, che una società funzionante ha bisogno di
individui che siano disposti ad esercitare una qualsiasi mansione nei
momenti di necessità.
Da
qui il rispetto e la gratitudine reciproca deve stare al primo posto
nella scala delle virtù e meriti, indipendentemente dalla
professione esercitata.
Una
tale società crea progresso e quindi lavoro, così che
tutti ne approfittano.
I
genitori di un tempo tenevano i giovani sotto controllo, di modo che
la tradizione famigliare sopravvivesse.
Le
professioni venivano tramandate di padre in figlio, fatto che
rafforzava di molto l'unione famigliare, e non solo, anche i legami
nel paese erano più stretti.
Lo
si notava nelle celebrazioni di matrimonio, di nascita dei figli,
addirittura di decesso dove si assisteva a una grande
partecipazione di conoscenti, famigliari o semplici compaesani.
Il
tutto è sparito, a tal punto che ognuno cerca calore e
sostegno in sponde lontane e non si accorge che è lui stesso
vittima di un andamento sociale che è contro l'uomo stesso e
voluto da una casta di maniaci e freddi approfittatori.
Eccoli
qua, dopo ogni crisi, a invocare il popolo a seguirli con promesse
abbaglianti e ingannevoli.
Il
mefisto di turno si trova ovunque tra di loro e chi lo segue perde la
sua coscienza, per un po' di successo e benessere.
Arrivato
all'ultimo istante della sua vita, piangerà la perdita
dell'essenziale, la fedeltà e la sincerità e invocherà
il perdono.
Ma
gli sarà concesso, o sarà troppo tardi per non poter
dimostrare di essere cambiato?
Ed
è così che la famiglia, oggi, è considerata un
ostacolo al proprio realizzarsi, con il risultato che la società
si sta sgretolando e nessuno ne prende atto seriamente.
La
colpa è anche dei genitori che, ingenuamente, credevano di
garantire loro una vita migliore dopo le infelici esperienze vissute
nel passato.
Ma
oggi siamo arrivati al punto di quasi non ritorno, e con esso temo il
ripetersi del passato funesto che si credeva superato per sempre.
I
due poli, entro i quali si definisce e riscontra la vita dell 'uomo,
dovrebbero essere controllati continuamente, affinchè non si
debba sottostare al loro influsso malefico, sia nel bene come nel
male.
Nel
centro c'è il meglio che l'uomo possa creare, ma purtroppo
pochi lo capiscono, e così oggi si dà troppo ragione
alle pretese dei giovani che, spinti dai loro forti stimoli
giovanili, non capiscono che nella vita è un continuo salire e
scendere sulla scia delle vicissitudini umane.
E
quando penso che essi vengono addirittura manovrati dalla casta dei
potenti per incrementare la loro posizione di dominio, mi chiedo di
chi possa fidarsi veramente il cittadino comune.
La
situazione che ne esce è quella di una società
menefreghista, perchè delusa, ma che proprio per questo
sostiene inconsciamente gli intenti della casta, tesi a distruggere
ogni azione di unità e coesione nel popolo.
Il
popolo viene quindi manovrato anche oggi, e lo viene con la
promozione di attività popolari, come lo sport, le
trasmissioni televisive di divertimento, di per sè utili ma
non idonee quando i protagonisti vengono strapagati oltre il loro
valore prestato, sia dal punto di vista reale come intellettuale ed
educativo.
Arriverà
il giorno del risveglio? Non credo e, se accadrà, sarà
un risveglio amaro e di condanna.
Un
popolo va educato e istruito a scoprire i suoi valori e non stordito
con uno stile di vita che lo mantengono ignorante, presuntuoso,
incapace di distinguere e reagire per il bene sociale, che è
infine anche per se stesso.
La
grandezza di un popolo va misurata per unità e serietà
di principi e del grado raggiunto dei loro programmi.
Sono
questi i requisiti che lo rendono virtuoso e forte, da poter
prevalere sugli altri popoli.
Con
il tempo e il cambio generazionale, queste virtü si
affievoliscono, fatto che rende il popolo e quindi anche lo stato
corrotto, superficiale, debole e incapace di difendersi, così
che diventa preda di ogni nuovo arrivato spinto dalla volontà
di vincere.
Tutto
questo lo si nota chiaramente in questa Europa che si mostra incapace
di tutelare la propria complessa ma viva identità, nella
convinzione che sia abbastanza forte, economicamente come
culturalmente, da poter vincere il confronto con i nuovi arrivati.
Saranno
loro a vincere e a dettare il loro modo di vivere.
Ma
questo è il solito corso della vita, che consiste nel salire
sulla cima del successo, per poi cadere nell'insignificanza quando
non si fosse capito che l'energia creante il successo va curata e
protetta nel susseguirsi delle generazioni.
E
qui chiudo con l'affermare che la corsa al benessere ha già in
sè il seme della discordia e conseguentemente della caduta,
per cui ritengo che sia ingiusto e semplicmente falso incolpare
l'uomo dell'esistenza del male.
Chissà,
se un giorno scoprirà la formula della vita sana in terra, o
meglio se gli sarà concesso di scoprirla.
Sarebbe
per lui come rinascere con nuovi geni e quindi destino.
Ma
ora smettiamo di sognare e cerchiamo piuttosto di rendere questa vita
il più vivibile possibile.
In
ogno campo delle scoperte scientifiche siamo così bravi da
poterci riuscire, se solo volessimo anche motivare la volontà
d'impegno.
Per
vincere bisogna mettersi in moto e non aspettare che il tutto ci
venga regalato.
Regali,
senza merito, sono il primo passo verso la caduta.
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