Vivere
sì, ma come?
di
Lorenzo Russo
Come
è possibile ammirare amorevolmente la natura, quando si sa che
in essa vige la legge del più forte, del più astuto,
della selezione selvaggia?
Pur
essendo straordinariamente meravigliosa nella moltiplicità
delle sue apparizioni, mi sale il senso del disgusto nel constatare
la sua realtà crudele.
In
quanto ottimista spero ancora che un giorno questa realtà
crudele muterà e noi tutti comprenderemo anche il perchè
del suo essere stata così, che penso sia quella di necessità
intransingente di insegnamento volta a raggiungere la maturità
evolutiva, cioè di ritorno allo stato paradisiaco per merito
acquisito.
Ed
è da qui che il mio pensiero ritorna al narrato nelle
scritture sacre, nelle quali si appprende dell'esistenza di un'era
paradisiaca, purtroppo non meritata dall'uomo, che fu punito a vivere
in terra fino alla dimostrazione di essersela rimeritata.
Quello
che mi stupisce è il fatto che non si abbia coscienza del
peccato commesso dai nostri avi, così che ogni ipotesi fatta
può essere soltanto speculativa.
Ma
cos'è con la tradizione, cioè con il tramandare il
proprio sapere alle generazioni successive?
Allora
sì che si spiegherebbe perchè non si abbia più
coscienza del peccato originale, il chè comporterebbe un
posizionare l'uomo in una scia del tutto diversa, non più
sottostante al Dio degli avi, ma aperta a un nuovo credo in
conformità con le sue nuove conoscenze acquisite, da poter
affermare che ogni epoca ha un proprio Dio, uguale a energia creativa
dell'uomo tesa al meglio o al peggio.
Io
mi tengo, attualmente, ancora al concetto dell'esistenza di una
energia superiore e ignota, generante tantissime altre energie per
tenere in atto un costrutto complesso e non ancora identificabile
nella sua composizione e senso d'essere, in continua mutazione per
diletto di non so chi possa essere così bizzarro, crudele, ma
a volte anche paterno, per non dire, secondo il nostro modo di
giudicare, psicopatico terminale.
Ad
ogni modo, e qualunque sia lo scopo della nostra esistenza, tendo a
credere che in ogni nostro pensiero ed azione agisca la forza del
sopravvivere, se non altro su chiunque ci minacci, voglia eliminarci,
invidi per le nostre migliori qualità, che tenta di
neutralizzare con il dominarci (forza bruta che vince sulla bellezza
e intelligenza buona dell'animo).
Detto
questo, mi chiedo, che cosa resti all'uomo, se non di vivere la sua
vita al meglio delle sue possibilità, specialmente senza
troppe imposizioni.
Il
resto è una poco significativa e inutile chiacchierata, tanto
il mondo segue il suo percorso senza che possa essere influenzato
dall'uomo, che rimane così frutto di decisioni determinate
altrove.
Fa
piacere sperimentare soluzioni migliori nel campo della scienza, da
poter credere di esseri i prediletti di un Creatore lontano che ci
vorrebbe vicini, ma solo quando lo riconoscessimo e onorassimo.
Anche
se dovessimo riconoscere di essere cascati in un inganno, rimane
sempre il senso di aver vissuto, per il tempo dovuto, un'esistenza
onorevole e gratificante per il proprio Ego.
Questo
vale per i più intelligenti e laboriosi, ma meno per gli
altri, ai quali consiglio di vivere la vita senza troppe pretese,
perchè così possono vivere meglio e lasciare un giorno
il tutto senza grandi nostalgie, rammarichi e delusioni.
Una
forma di nichilismo, quindi, per i scettici e per i poco dotati di
entusiamo di darsi all'impresa, nel non riconoscere che solo così
si ricaricano le batterie e la vita si presenta come occasione unica
di scoprire le proprie qualità mutabili nel meglio.
Sono
esse che, una volta scoperte, sono in grado di mutare il destino
dell'uomo, rendendolo attore attivo in un universo in continua
metamorfosi.
Fin
qui, tutto bene, ma cos'è quando vengono alla ribalta esseri
dotati di qualità diaboliche, per non dire psicopatiche?
Il
loro apparire è sempre in correlazione con l'esistenza di una
società debole e disunita, incapace di riconoscere in tempo i
pericoli che un tale avvento ha in sè.
Loro
sì che sanno come impadronirsi del potere e come mantenerlo,
con la dovuta brachiale forza sostenuta da continui intimorimenti.
Toppo
tardi sarà per il risveglio di coscienza e per le necessarie
azioni di difesa.
Ed
è qui che gli opportunisti si arrangiano con i detentori del
potere per poter sopravvivere.
Il
tempo della dittatura arriva sempre quando le libertà sono
usurpate del loro utile e sano senso, soprattutto quando sono prive
delle componenti sociali, gli errori non sono riconosciuti in tempo,
la letargia cognitiva e comportamentale dilaga, gli ideali
distruttivi agiscono in menti immature e malate.
È
il momento nel quale gli avvertimenti dei rimasti coscienti rimangono
inauditi, così che il male può divampare come un
incendio in un terreno non irrigato dalla pioggia, distruggendo
culture millenarie sorte con tanti sforzi, sacrifici e vittime.
Ed
è qui, che il male trionfa nelle sembianze del bene, nel
momento in cui viene sostenuto dai più come una necessità
rigenerativa.
Chiunque
riconosce l'andamento della storia tragica dell'uomo, non può
che aggrapparsi a un dopo migliore e a volerlo guadagnare.
Scrivo
tutto ciò, perchè vedo già delinearsi
all'orirzzonte la dittatura del domani.
Di
fatto, non si può disconoscere il sorgere di grandi e potenti
blocchi politici tesi all'egemonia dei mercati e delle sempre più
necessarie ma scarse materie prime, per cui, prima o poi, un
confronto diretto e catastrofico sarà inevitabile.
|