A
una poetessa che ci ha lasciato
di
Renzo Montagnoli
La
mia conoscenza di Graziella Cappelli come poetessa è
abbastanza recente e risale alla fine dell’anno 2017, ma da
subito ho potuto apprezzare la freschezza dei suoi versi, quasi
sempre ispirati dalla natura che entrava in felice simbiosi con il
suo animo, con il suo tratto gentile e sommesso nel proporsi. Ho
potuto apprezzarla anche come narratrice, con quel suo racconto lungo
Rossella tra sogno e realtà in cui ci ha parlato
di se stessa, della sua infanzia in un modo tanto semplice quanto
efficace, con quel garbo che era una sua caratteristica.
Rammento
che, recensendo positivamente il libro, avevo tuttavia lamentato che
la narrazione si era interrotta troppo presto e che avrebbe dovuto e
potuto proseguire perché sicuramente c’era ancora molto
altro da scrivere. La mia osservazione era del gennaio del corrente
anno e lei mi disse che sperava di poterlo fare; purtroppo non era
una sua mancanza di volontà, era quel più che
giustificabile timore per quella malattia che l’ha portata via
alcuni giorni fa. Non ho avuto modo di conoscerla di persona, ma
negli scambi epistolari, dai contenuti delle sue poesie ho ritratto
l’impressione di una persona solare e che ha cercato di essere
positiva fino in ultimo. Nella sua gentilezza alcuni giorni fa mi ha
inviato un messaggio il cui esatto significato è ora
chiaramente comprensibile, mi ha scritto dicendomi che era in
ospedale per una polmonite e ringraziandomi per il tutto. Ho
avvertito un brivido, perché ho intuito parole di commiato, ma
poi ho cercato di cacciare questa idea tragica, ho sperato di
sbagliarmi, ma la realtà ha si è rivelata poi in tutta
la sua tragicità.
E’
stato un anno crudele, Covid 19 a parte, con la dipartita di un caro
amico e grande poeta come Vincenzo D’Alessio, con la scomparsa
di Bruna Cicala, di cui avevo appena iniziato ad apprezzare la poesia
e ora con questo nuovo lutto. Tre esseri umani, tre belle anime che
hanno saputo aprire con i loro versi agli altri, questo erano e
vorrei tanto immaginarli su una nuvoletta intenti a scrivere nuove
poesie di una bellezza celestiale, gettando ogni tanto un’occhiata
quaggiù, contenti di sapere quanto li abbiamo apprezzati e
quanto ancora li stimiamo, perché quando si passa sull’ultimo
ponte lasciamo certamente affetti, ma gli artisti, e fra questi i
poeti, lasciano il bello, parole magicamente composte in armonia di
suoni e in intensità di contenuti.
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