Niente
di meglio in questo mondo
di
Lorenzo Russo
Guerre,
pace, conflitti di ogni sorta e intensità tra stati, società,
famiglie sono il sale della vita umana, perché spingono al
loro superamento.
È
un riscontro non trascurabile, se si considera che ci aiuta a
sostenere la convivenza pacifica, anche se poi non riusciamo a
mantenerla.
La
situazione politica odierna è il riepilogo di tante altre
situazioni che da sempre hanno determinato la nostra esistenza, con
la differenza che altri attori sono coinvolti nel solito gioco di
potere.
Oggi
è in corso un conflitto, non preso in conto debitamente e
preventivamente dalle potenze coinvolte, per motivi di egemonia
politica ed economica nel mondo.
Esso
era quindi prevedibile, ma non si è fatto nulla, peccando così
di presunzione, mancanza di rispetto per chi vive o meglio è
costretto a vivere in un sistema politico dettato da una ideologia
autoritaria, cioè priva della fondamentale libertà per
i suoi popoli.
Da
qui si può, anzi si dovrebbe incolpare tutti gli stati
partecipanti, di essere stati negligenti per motivi di predominio,
trascurando così i valori assoluti della vita, quelli che ci
libererebbero degli stimoli egemoniaci generanti i tanti conflitti
disastrosi del passato.
Rispettare
il pensiero altrui significa relativizzare il proprio, nella
coscienza che nessuno possieda la ragione e verità assoluta.
Da
qui si dovrebbe cercare di mantenere l'equilibrio, quello fondante
sul rispetto reciproco, di modo che nessuno sia portato a doversi
difendersi da chi crede di averne il diritto sia per motivi
ideologici, sia religiosi, sia storici, sia economici, sia perché
in possesso di una forza bellica superiore.
Ed
è qui che si fonda il pensiero cristiano, per cui mi
meraviglio che tanti stati dichiarino di essere cristiani senza
averlo mai messo veramente in pratica, segno che la teoria della
salvezza umana è ancora succube della realtà primitiva
della vita.
Quando
noto che le due potenze coinvolte sia pure indirettamente nel
conflitto attuale durante la seconda guerra mondiale combattevano
insieme contro il nemico comune, oggi si avversano per mantenere il
loro stato di potenza, mi chiedo dove sia andata a finire il senso
della cooperazione per il bene del mondo.
Significa,
che è necessaria la presenza di un comune nemico pericoloso
per costringere gli stati a collaborare, anche quando fossero retti
da ideologie contrastanti?
Da
qui noto che il senso della opportunità è più
forte di ogni ideologia, ma anche fino a quando fa bene a chiunque ne
sia coinvolto.
Da
qui il sorgere della guerra fredda e la corsa incessante agli
armamenti.
Da
qui, e fino alla resa dei conti, seguiranno diverse mosse aventi lo
scopo di indebolire l'avversario fino a renderlo sottomesso.
Naturalmente
si tratta sempre di impossessarsi delle materie prime, delle scoperte
scientifiche e tecniche relative, dei migliori cervelli umani,
insomma di tutto ciò che serve a rimanere potenza
insuperabile.
I
nazisti non ci riuscirono, ma per poco, perché erano vicini
alla fabbricazione della bomba atomica, con la quale avrebbero vinto
la guerra e dominato nel mondo.
Come
si vede anche l'ideologia ha bisogno dei migliori mezzi tecnici per
realizzarsi.
Ma
io non vedo, oggi, nessuna differenza ideologica con il passato,
segno che il nazismo è parte della natura umana che si
riattiva ogni qualvolta sorga l'occasione favorevole per dimostrare
di essere il più forte e in grado di intervenire sul destino
del mondo.
Aggiungo
che l'equilibrio, così tanto necessario per mantenere la pace
tra le potenze, è di natura anarchica.
Non
può essere diversamente, in quanto non esiste un organo
superiore (stato di coscienza) che li tenga sotto controllo.
A
pagarne il conto sono sempre i popoli che, ignari del funzionamento
del mondo, vengono usati e abusati con promesse allettanti
e ipocrite.
Spero
che l'attuale conflitto non duri tanto, che il senso di pietà
per il popolo sofferente trovi sbocco in un compromesso che
accontenti le potenze coinvolte.
Il
tempo di potere assoluto su tutto dovrebbe essere diventato obsoleto.
È
lo stato raggiunto degli armamenti che ce lo suggerisce, per cui è
tempo di riflettere su come governare questo mondo senza creare danni
irreparabili.
È
tempo di comprendere che la ideologia che genera la voglia di
prevalere sugli altri con la forza non ha futuro.
Mi
sembra che siamo arrivati all'ultima fermata della vita.
Scendiamo
insieme e mettiamoci in cammino in una realtà priva di armi,
pregiudizi e presunzione di valere di più, perché è
dai mezzi di offesa e dalla convinzione di essere più forti
che sorge la voglia di dominio.
Sono
loro i simboli pericolosi che portano oggi l'Umanità alla sua
fine.
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