La
lingua sazia
di
Vincenzo D’Alessio
La
lingua sazia
del
suo lavoro
non
appartiene al mondo,
salice
piangente sradicato
sulla
soglia dell’avvenire.
Pulire
gli argini
dal
maldestro destino
fu
opera dell’uomo
del
suo nemico, stanca
dei
supplizi l’orma antica
si
abbandona al silenzio
dell’addio.
Da Dopo
l’inverno (Fara, 2017)
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