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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  L’aratore, di Franca Canapini 27/11/2021
 
L’aratore

di Franca Canapini

apò tès gès (voce mandata fuori dalla terra)1

Nei secoli dei secoli

seme da seme

corpo da corpo

venire al mondo

solo

per arare

a testa bassa

la Terra


Aprirla

solcarla

seminarla

imparare ad amarla

in ogni sua fibra conoscerla

in ogni sua reazione

nel suo piacere e in ogni contrazione


È così che in un mattino ordinario

di fatica di sudore e di pena

dalla buia profondità della sua essenza

si sprigiona e appare all’aratore

il Vecchio Bambino

il Sapiente suo specchio

l’Aratore Eterno di civiltà


Tarconte ora lo sa

la terra non mente mai

tiene il futuro nelle sue mani – zolla

dà voce all’energia del Mondo

che s’invera a ogni giro di primavera


Da Semi nudi ( puntoacapo, 2021)


1 Apò tès gès: Nei Commenta Bernensia alla Farsaglia di

Lucano si sostiene che Tages dettò la scienza dell’aruspicina

e poi non comparve più. Poiché era sorto dalla terra, fu chiamato

Apò tès gès, che nella lingua etrusca vuol dire “voce

mandata fuori dalla terra”. Tale espressione è solo una delle

tante, anche fantasiose, ipotizzate per spiegare l’origine del

nome della divinità etrusca. L’ho scelta per il significato che

le si attribuisce e per il suono suggestivo che la fa assomigliare

a una formula magica.

 
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