La
tovaglia di lino bianco
di
Tiziana Monari
Ombre,
ricordi, l’erba, il silenzio, gli steli nel vento
era
così lungo l’autunno
e
le castagne celate dalla luce
nell’assonnato
limbo del bosco
stavano
abbracciate ad un brivido di foglie
e
poi quel frullo d’ali tra le zolle
l’azzurro
chiaro del mattino
un
alito di vita antico
ed
il camminare lento
la
via che seguiva il ciglio sopra i fossi
le
chiome maestose dei castagni
il
muschio, il pruno,l’elleboro
e
la poiana che si alzava in volo.
E
poi il sole scendeva dietro la collina
su
quella casa al crocevia del tempo
il
camino con le braci accese
la
tovaglia candida di lino
la
vita che col dolore ci insegnava a vivere
cedevo
alle lusinghe delle morbide castagne
la
polpa a grana fine, l’odore umido di terra
il
vino che arrossava il viso
e
c’era l’accendersi lento della luna
su
un amore dalle vele senza ombre.
Nel
calice dell’autunno
è
rimasto solo un vago sentore di malinconia
c’è
il tedio dell’inverno
si
perdono lacrime e carezze
tutto
è superfluo
resta
solo
quel
tempo lontano che non sembra mai stato
e
poche rose rosse nel giardino
che
forse fioriranno a primavera.
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