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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Oro sulle cicatrici, di massimolegnani 27/11/2021
 
Oro sulle cicatrici

di massimolegnani



Dei giapponesi ho in antipatia quasi ogni cosa, i formicai delle città, l’arretratezza delle campagne, il pesce crudo, la poca carne, l’attaccamento acritico al lavoro, il concetto distorto dell’onore, la devozione all’imperatore, la concezione arcaica della donna (la geisha, per quanto la favoleggino, è serva o puttana dell’uomo), la sperequazione sociale che al confronto noi sembriamo modelli di virtù. Ma questa idea, questa filosofia, di ricomporre le fratture senza nasconderle, anzi evidenziandole con l’oro, è davvero suggestiva, indica un modo che va oltre le ceramiche infrante.

Tu quel vaso, che la finestra, mossa dal vento, aveva infranto, tu un tempo, a seconda della gravità del danno, avresti buttato i cocci cercando nei negozi un degno sostituto, oppure ne avresti operato un fine restauro fino a farlo sembrare nuovo, come mai rotto. Questa volta invece hai scelto la strada giapponese: una ricostruzione attenta ma non ossessiva, imperfetta e quindi esatta al sentimento, accettando cioè l’idea che quello è stato innanzitutto un vaso rotto. E poi un ripassare amorevole le linee di frattura con una doratura, suggerendo cioè che questo vaso è il medesimo eppur diverso da quello andato in pezzi.

Ecco, dovremmo procurarci anche noi una polvere d’oro per i nostri cocci, spalmarla l’un l’altra sulle ferite inferte, senza l’intento di cancellarle o di contarle una per una, chè sappiamo entrambi da che parte penda quel conteggio. Oro sulle cicatrici per non dimenticarcene e per continuare con la cura anche quando queste siano apparentemente rimarginate. E poi guardare con orgoglio il vaso ricomposto. Per tutto il resto avremo tempo.

 
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